“Per la demolizione dei tre palazzi di via Lago di Borgiano a rischio collasso, numeri civici 14, 18 e 22, sgomberati nell’aprile del 2017, occorrono circa 800mila euro, ma l’Ater di Pescara, proprietaria degli immobili, sostiene di non aver un euro in cassa e che la Regione, debitamente sollecitata negli anni D’Alfonso governatore-Alessandrini sindaco, non ha mosso un dito per aiutare l’azienda. Per assicurare invece una migliore protezione degli edifici evacuati e interdire all’utilizzo i porticati sottostanti, il Presidente Antonello Linari e la dirigente Giuseppina Di Tella hanno annunciato l’installazione di una rete metallica, in sostituzione di quella in plastica morbida, da tempo ormai divelta dai passanti e cittadini. Costo dell’operazione, 5mila euro, operazione che anche in questo caso l’Ater ha sostenuto che farà ma con grande sacrificio economico. Ovviamente non siamo soddisfatti di quanto riferitoci dall’Ater ed entro trenta giorni ripeteremo il sopralluogo sul posto per verificare quanto meno l’installazione della protezione metallica. Valuteremo invece se inoltrare un esposto ufficiale ai Vigili del Fuoco per una nuova perizia tesa a imporre l’abbattimento degli edifici pericolanti, è chiaro che la sicurezza degli utenti non può attendere le lentezza elefantiaca dell’Ater”. Lo ha annunciato il Presidente della Commissione Sicurezza e Mobilità Armando Foschi al termine dell’incontro odierno con i vertici dell’Ater, ossia il Presidente Linari, la dirigente Di Tella, alla presenza anche dell’assessore alla Politica della Casa Isabella Del Trecco.
“Nei giorni scorsi la Commissione ha raccolto la richiesta di intervento dei cittadini del rione Rancitelli e di Don Massimiliano De Luca, oggi parroco degli Angeli Custodi, e abbiamo deciso di verificare la situazione paradossale che si sta vivendo in via Lago di Borgiano – ha sottolineato il Presidente Foschi -. Nell’aprile 2017, in seguito alle verifiche di staticità eseguite dalla Labortec su commissione dell’Ater, proprietaria dei tre fabbricati, è stato accertato il rischio collasso di tre palazzi, ai civici 14, 18 e 22, determinando l’emissione di un’ordinanza dell’allora sindaco Alessandrini per l’evacuazione, in sole 48 ore, degli edifici, 85 famiglie in tutto, molte delle quali, da quel giorno, vivono ancora in albergo, con un contributo dello Stato, erogato dal Comune, per l’autonoma sistemazione. Questa è la storia, che oggi però ha assunto dei contorni assurdi: sono passati due anni e mezzo da quello sgombero, ma i tre palazzoni sono ancora al loro posto, in piedi, senza che nulla sia cambiato in 29 mesi. Ad alcune finestre ci sono ancora gli stendini lasciati dalle famiglie, le piante ormai morte sui balconi, alcuni armadietti, tutte suppellettili abbandonate in fretta e che nessuno ha potuto riprendere. A questo punto i cittadini e la Commissione si chiedono cosa sia accaduto: se quei tre fabbricati erano veramente a rischio crollo, come scritto nella relazione della Labortec, com’è possibile che né l’Ater né la passata amministrazione comunale di sinistra abbiano avvertito la necessità di avviare la loro demolizione programmata, anche per evitare danni agli altri fabbricati attaccati che, nel caso di un reale crollo improvviso, riporterebbero danni inimmaginabili. Non solo: dopo lo sgombero sembra che l’Ater abbia ‘protetto’ i porticati proprio per evitare che altri cittadini potessero transitare sotto i tre palazzi a rischio collasso o anche che potessero accedere ai portoni e ai piani sovrastanti. Peccato che quella ‘protezione’ sia rappresentata da una recinzione rossa in plastica da cantiere morbida, che è stata completamente divelta e oggi giace miseramente a terra trascinata qua e là dal vento. Il risultato è evidente, come riportato da Don Max e come la stessa Commissione oggi ha potuto verificare – ha proseguito il Presidente Foschi -: di fatto i portici sotto i palazzi a rischio crollo sono un porto di mare, ci giocano i bambini, altri cittadini vi passano senza alcun problema, e addirittura ci sono auto parcheggiate sotto i porticati, proprio sotto i palazzi inagibili. Non sappiamo, ovviamente, se quella recinzione sia stata rimossa volontariamente da qualcuno e se semplicemente, dopo due anni e mezzo, esposta alle intemperie, sia caduta in modo naturale. Quel che è certo è che in via Lago di Borgiano c’è un evidente difetto di vigilanza che ha però delle responsabilità che ora spetta a noi chiarire, anche perché, francamente, aver utilizzato una semplice recinzione morbida, o, in alcuni casi, anche delle transenne stradali per impedire il passaggio fisico di cittadini o anche bambini, ci sembra un po’ ingenuo e superficiale. A questo punto abbiamo convocato in Commissione i vertici dell’Ater per porre le nostre due urgenze, ovvero da un lato l’abbattimento immediato dei tre palazzi e, dall’altro, installare subito una nuova barriera per impedire l’utilizzo dei portici dei palazzi a rischio collasso. Purtroppo – ha proseguito il Presidente Foschi – le due richieste non hanno ricevuto una risposta soddisfacente, a nostro giudizio. Secondo l’Ater l’abbattimento dei tre palazzi non è affatto imminente, nonostante la situazione di oggettivo pericolo: per procedere con la demolizione sarebbero infatti necessari circa 800mila euro che l’Ater non ha in cassa. Il Presidente Linari, nominato dal Governo regionale D’Alfonso, aveva già chiesto proprio alla giunta D’Alfonso di prevedere il fondo, ma per l’ex Governatore, oggi senatore Pd, quella demolizione non è mai stata una priorità, quindi c’è un progetto o una programmazione di abbattimento, che per ora sarebbero destinati a giacere nel cassetto, a rischio e pericolo di tutti coloro che abitano accanto ai palazzi a rischio crollo. Il paradosso è che oggi i vertici dell’Ater, dopo aver taciuto per 29 mesi, vengono a chiedere all’amministrazione comunale del sindaco Masci un’intercessione presso la Regione del Governatore Marsilio, peccato che il Presidente Linari non lo abbia fatto nei confronti del sindaco Alessandrini, nei due anni in cui il Pd ha governato tutto il governabile in Abruzzo e a Pescara. A fronte di tale drammatica situazione finanziaria, ovviamente, della futura ricostruzione dei tre palazzi da demolire non se ne parla proprio. Poi il secondo paradosso: l’Ater sapeva che a oggi non c’è alcuna valida protezione per impedire il transito e l’utilizzo dei portici sottostanti i tre palazzi a rischio, tanto che avrebbe anche previsto la sostituzione della recinzione in plastica rossa con una in rete metallica. Irrisoria, in questo caso, la spesa, parliamo di appena 5mila euro che però, di nuovo, l’Ater afferma di non avere e questo è folle perché un Ente strumentale regionale che afferma di non avere in bilancio neanche 5mila euro per un intervento di ordinaria amministrazione, denota un difetto non solo di risorse, ma di gestione. Ora i vertici dell’Ater hanno detto che quella rete metallica la installerà l’Azienda andando a scavare nel proprio bilancio dopo che la Regione non ha risposto ai loro appelli. Ma comunque non riteniamo chiusa la pratica: ora l’emergenza più immediata per noi è la sicurezza dei cittadini, quindi l’installazione di una protezione efficace, ciò significa che entro 30 giorni torneremo in via Lago di Borgiano per verificare l’effettiva sostituzione della recinzione divelta. Parallelamente ci attiveremo per arrivare in tempi brevissimi all’abbattimento delle tre palazzine, verificando anche con l’assessore Del Trecco l’opportunità di coinvolgere nella vicenda il Comando dei Vigili del Fuoco e la Procura della Repubblica perché qualcuno dovrà pur spiegare cos’hanno fatto nel merito negli ultimi due anni e mezzo l’ex Governatore D’Alfonso e l’ex sindaco Alessandrini”.