GIANNI PADOVANI ED ENRICO VERINI: L’AQUILA: TARI TRA LE PIÙ ALTE D’ITALIA

E’ passata quasi sotto silenzio l’indagine sulla tassa sui rifiuti (TARI) dell’Osservatorio prezzi (2023) per tutti i capoluoghi di provincia italiani. Ebbene all’Aquila siamo messi veramente male: paghiamo per lo smaltimento dei rifiuti quasi il 20% in più della media italiana, addirittura il doppio di Udine e Fermo, l’80% in più pure di Isernia e Catanzaro. Soltanto pochi capoluoghi di regione, tutti collocati all’estremo Sud, riescono a fare peggio dell’Amministrazione del Comune dell’Aquila in materia di tariffe spropositate per lo smaltimento dei rifiuti urbani e sopportiamo un costo del 12% in più della media abruzzese, con Teramo che brilla con una tariffa TARI del 30% inferiore alla nostra. Male, molto male anche i dati sulla differenziata, dove l’obiettivo minimo fissato dalla legge (65%) è per L’Aquila ancora lontano, mentre Avezzano è ormai vicino a differenziare ben l’80%.

Purtroppo l’assoluto disastro aquilano sulla gestione dei rifiuti non è una novità, e siamo ormai abituati ad una Amministrazione che confonde spesso gli annunci fantasiosi con la cruda realtà dei fatti.  La promessa reiterata diversi mesi orsono dal centro-destra di tagliare la TARI è appunto pura fantasia, a fronte dei consuntivi 2023, e quindi dovremo accontentarci dello “sconticino” già approvato, un’inezia e per di più riservata ad una platea ristrettissima di cittadini.

Anche nel 2024 avremo una tariffa tra le più alte d’Italia ed una raccolta indifferenziata del tutto insoddisfacente e non saranno certamente le modestissime agevolazioni previste a cambiare un quadro sconfortante. Ciò significa un servizio insufficiente per gli aquilani, con una Amministrazione incapace di fare la raccolta differenziata e la somma di queste incapacità amministrative determina una tassazione TARI altissima. Nel 2024 inoltre andremo a scontare un aumento dei costi generato dall’inflazione, soprattutto per i trasporti, e questo porterà ad incrementi per il conferimento dei rifiuti indifferenziati in discarica. Infatti, che si conferisca a Sulmona oppure no, subiremo in ogni caso un aumento dei costi per il conferimento dei rifiuti stimabile, dati alla mano, in almeno 800mila €/anno. 

La promessa di ridurre la TARI nel 2024 non trova alcun conforto o supporto tecnico nei documenti programmatici del Comune; una promessa che potrebbe realizzarsi soltanto se ci fosse un notevole incremento della raccolta differenziata, dell’ordine del 20% in un solo anno. Obiettivo chiaramente impossibile per l’Asm che in quasi 10 anni, dal 2013 al 2022, ha incrementato la differenziata soltanto del 15%. Ad oggi, i dati sulla differenziazione nella città dell’Aquila sono semplicemente imbarazzanti, non crediamo che l’Asm abbia poteri miracolosi ed anche nel 2024 saremo puniti con le penalità di legge proprio a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata (65%).

Come tante altre illusorie promesse, anche quella di ridurre le tasse agli aquilani è difficile da credere, e sarebbe cosa buona per un amministratore della cosa pubblica evitare di fare promesse palesemente infondate. Al contrario, è facile prevedere che nel 2024 la TARI aumenterà confermando un’amara realtà per noi aquilani che va avanti da anni: tariffe alle stelle, servizio insufficiente e palese fallimento del centrodestra sulla gestione dei rifiuti. La severa realtà dei numeri ed il confronto con gli altri capoluoghi italiani certifica anche in questo campo l’incapacità del governo comunale, senza alcuna possibilità di sbagliare. 

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