L’AQUILA –Un magnifico pomeriggio di solem’accoglie, dopo tre settimane all’estero, quando arrivo all’Aquila. Un’emozione profonda la vista della splendente facciata della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, indorata dal tramonto. Abbiamo, noi aquilani, un rapporto intenso con questo luogo della nostra città, dove risiede tanta parte della memoria collettiva e della spiritualità che da secoli connota la vita della nostra comunità. Bastano solo cinque minuti di silenzio e contemplazione, davanti a tanta meraviglia di bellezza, per rientrare nella trama e nell’ordito della nostra storia quotidiana. Poi, però, occorre qualche giorno per riordinare sensazioni, emozioni e memoria per poter raccontare le giornate in Canada, seguite alla parte di missione svolta a New York, della quale già abbiamo dato conto. Erano 15 anni che non tornavo ad Ottawa. La prima volta fu nel dicembre 2001. AccompagnavocomerappresentantedellaMunicipalitàaquilanail Coro della Portella, famoso gruppo corale aquilano diretto da Vincenzo Vivio, in tournée nellecittà di Hamilton, St. Catharines, Welland, Toronto, Ottawa e con unosconfinamentonegli States, aBuffalo. Anfitrioni di quell’indimenticabile tournée, un verosuccesso, furonoAngelo Di Ianni, giàdirettoregeneraledeldistrettoscolasticodel Niagara edesponente di puntadellaFederazione delle AssociazioniAbruzzesi di Hamilton, e Nello Scipioni, presidentedel Centro AbruzzeseCanadese di Ottawa, all’epocadirettoregeneraledelsindacatoLiuna per l’area orientale del Canada e StatiUniti. Poi l’annoseguente vi tornai in visita privata. Poiancorasarebbedovutoaccaderenell’aprile 2004, con unamissionead Ottawa delle istituzionicinematograficheaquilane(Accademiadell’Immagine e Lanterna Magica) e delsindacodell’Aquila, ospitid’onoredell’American Association for ItalianStudies (Aais) – l’associazione dei professori di italiano nelleuniversità delle Americhe – chetenevanella capitale canadese l’annuale meeting. Missionepurtroppoannullata per l’improvvisosciopero dei dipendentidellanostracompagnia di bandierache ci lasciarono a terra il giorno stessodellapartenza.
Lunedì16 ottobre 2017. Ci tornoora, con un tranquillo volo Delta da New York che atterra in perfettoorario a Montreal.Questa volta il motivodellamiamissionestanellapartecipazione al Forum sulle Culture delMediterraneo, organizzato presso l’Università di Ottawa dal prof. Franco Ricci, docente di Lingua e LetteraturaitaliananellaFacoltà delle Arti di quell’ateneo e Presidenteemeritoa vitadell’Aais. All’aeroporto Trudeau mi aspettano proprio Nello Scipioni e Franco Ricci. Una lunga e forte amicizia ci lega. Il cielo di Montreal è plumbeo, pioviggina e l’aria è quasi gelida. Mentreprendiamo l’autostrada per Ottawa mi fa quasi impressionequestosterminatocieloscuro, che incombe su unasterminatadistesa di boschi, tutta piana, senzaalcunrilievo o collina. Conosco la geografia di questostraordinarioPaese, grande 30 volte l’Italia, doveognidimensione – pianure, fiumi, laghi – è moltiplicata a potenza. E tuttavia la ridottascala delle grandezzedelnostroAbruzzo ci è cosìcara da accompagnarciovunque, e gliorizzontiprivi di sagome di monti, checontorninounadimensionedescrivibiledall’aurora al tramonto, ci impressionano.Il viaggio scorre sereno, velocità di crociera 100 chilometri orari come di regola qui in Canada. Due ore e poco più per raggiungere Ottawa, sfilando tra due quinte di verde e alberi d’alto fusto. Eccola la capitale del Canada, nella provincia dell’Ontario, di molto cresciuta nell’ultimi anni fino al milione d’abitanti. Una città con molto verde, attraversata nel suo territorio da tre fiumi: l’Ottawa imponente, che per un tratto marca il confine con la provincia francofona del Quebec, il Rideau e il Gatineau. Un’ottima cena abruzzese ci attende in casa Scipioni. Maria, la moglie di Nello, come me di Paganica, cucina davvero divinamente.
Martedì 17 ottobre.Con Franco Ricci, alle 11,si va al 90 di Spark Street. A poca distanza dal Parlamento e dal Palazzo del Primo Ministro, nel moderno edificio di vetro brunito ha sede il Ministero della Giustizia e due delle quattro Corti federali del Canada. Là ci aspetta Luciano Bentenuto. Figlio di emigratiabruzzesi di Torre de’Passeri, in provincia di Pescara, 54 anni, Luciano è natoe vissutoa Montreal, ma da treannirisiede a Ottawa, da quandoè diventatodirettoregenerale dei Servizi di sicurezza di tutte le Corti federalidellaMagistraturacanadese, nella capitale enelle 10 Province e 3 Territoricheformano il Paese. Per moltianninell’Intelligence, con ruoli di elevataresponsabilità, Luciano Bentenutoha condottooperazionidifficili e delicate in tutti gliscacchieridelmondo, con eccezionalirisutati. Attualmentele incombenze sono svolte – di solito- sulterritorionazionale, dunqueegliha potutoseguireanche la vita di comunità come presidentedellaFederazioneNazionaledegliItaliani in Canada, caricalasciata da poco per altriimpegni di servizio, chespessosfociano in iniziative di solidarietà. Molto presentenelleattivitàdel Centro AbruzzeseCanadese, Luciano ha un caratterefortementepositivo e ottimista. L’ho conosciutodueanni fa in Abruzzo, siamodiventatiamici. Con doti di grande ironia, per simpatiaedefficienzafa il paio con Nello Scipioni. Oggi ci aspetta. Ci accoglienelsuoufficio, dopoche un collaboratore ci ha fattopassare le forchecaudine di strettissimicontrolli. E’ unagranfesta. Ci raccontiamo le cose, dell’Abruzzo e delsuolavoro,chelovede al verticedell’amministrazione, suoireferenti il Ministro e Sottosegretari alla Giustizia. Ha un rapporto di grande cordialitàcon i Giudici e con tutti i suoidipendenti. Abbiamo modo di vedere e capire la complessa organizzazione della sicurezza in quel luogo tanto sensibile, dove hanno sede due Corti federali, altre due sono nel Palazzo della Corte Suprema del Canada. Una visita molto istruttiva. Consegno a Luciano una copia del mio ultimo libro “L’Italia nel cuore”, lui mi dona una sua pubblicazione sulla legalità, scritta per i ragazzi e diffusa nelle scuole dove spesso va a parlare dell’argomento. Alle 15:30 siamo in Ambasciata. Ci riceve l’Ambasciatore d’Italia Claudio Taffuri. Lo saluto e lo ringrazio per la cortesia d’accoglierci. Gli parlo della mia visita e degli impegni ad Ottawa, della mia attività verso le comunità italiane nel mondo, anche giornalistica attraverso la stampa italiana all’estero. Il prof. Ricci gli espone il programma del Forum sulle Culture del Mediterraneo, due anni fa tenutosi a Sulmona e prossimamente in Egitto. Molto interessato alle iniziative culturali, il dr. Taffuri, da pochi mesi a Ottawa, offre il suo sostegno alle proposte culturali che per sommi capi Ricci gli espone. Un’ora di colloquio, in grande cordialità.Con Franco Ricci facciamo un bel giro in città, per goderne i magnifici scorci e il cuore del centro storico, lungo il quale si snodano ChateauLaurier, il Parlamento, gli altri palazzi d’epoca destinati alle Istituzioni, la Corte Suprema. Affacciano tutti sulla riva del fiume Ottawa, mentre sull’altra c’è la città diGatineau, inQuebec.Facciamo un rapido passaggio a Preston Street, la Little Italy nella capitale canadese, per raccontarci la stori della prima emigrazione italiana. A casa Ricci saluto Hoda, appena rientrata dal suo lavoro. Hoda, la moglie di Franco, è medico. Dal Libano è giunta in Canada quando aveva 12 anni. Ricercatrice insigne, svolge funzioni rilevanti nel Ministero della Salute canadese nel campo della certificazione e del controllo dei farmaci. Suoi studi e ricerche sulle cellule staminali del miocardio, risalenti al 1992, stanno ora aprendo nuove prospettive nella prevenzione e nella cura delle patologie cardiocircolatorie.
Mercoledì 18ottobre. Franco Ricci mi fa da guida all’Università di Ottawa, ateneo con 70mila studenti,frequentato anche da molti stranieri. Belle architetture, d’inizio novecento e modernissime, nella città universitaria. A mezzogiorno si va a Casa Abruzzo, struttura di proprietà del Centro Abruzzese Canadese, l’unico sodalizio regionale nella capitale canadese ad avere una sede di proprietà. Tenaci e determinati questi Abruzzesi. Negli anni scorsi, richiamato alla presidenza Nello Scipioni, si sono realizzati molti lavori di miglioria sull’immobile, situato in Gladstone Avenue, praticamente in centro città. Materiali a prezzo di costo e manodopera gratuita, a testimonianza della stima di cui gode la dirigenza del club e del prestigio che Scipioni vanta in città.Nello è uno straordinario manager e un tornado d’allegria. La comunità italiana di Ottawa lo ha eletto qualche mese fa Uomo dell’Anno 2017, un riconoscimento che premia i meriti in seno agli italiani residenti nell’area della capitale canadese. Casa Abruzzo, comprata a suo tempo dal Centro Abruzzese Canadese, vale almeno dieci volte tanto. Recentemente ha ricevuto proposte d’acquisto per oltre un milione di dollari. Oggi il club è frequentato dalle prime ore della mattina fino a tarda sera. Molte le prenotazioni a pranzo e cena, perché la cucina è di ottima qualità. Ne abbiamo subito una prova, a riscontro della fama.Nel primo pomeriggio mi reco all’Italian Canadian Community Center, dove tra l’altro hanno sede il settimanale L’Ora di Ottawa, il mensile Il Postino,network di cui è editore l’abruzzeseAngelo Filoso e direttore responsabile Antonio Giannetti, entrambi figure di spicco nella comunità italiana. Il network ha anche una Radio, per la quale rilascio un’intervista che a breve inaugurerà l’avvio delle trasmissioni. A sera, alle 7, il presidente del Centro Abruzzese Canadese ha chiamato a raccolta tutti i dirigenti del club, i dirigenti delle associazioni e gli esponenti della comunità abruzzese. E’ un evento cui partecipa anche l’addetto culturale dell’Ambasciata d’Italia, dr. Giorgio Taborri, che presto andrà in Germania come Console Generale di Hannover.
Nello Scipioni porta il saluto all’ospite venuto dall’Aquila, tracciandone la biografia e richiamandone l’impegno e la passione verso le comunità abruzzesi nel mondo. Un intervento che mi tocca nel profondo. Ringrazio Scipioni e tutti i presenti per l’accoglienza, ma ringrazio anche tutta la comunità italiana in Canada per l’onore che rende all’Italia con il lavoro, la creatività, l’ingegno e con testimonianze di vita esemplari. 30 milioni d’italiani, in un secolo, sono emigrati in ogni angolo del mondo. Dovunque si sono conquistata la stima, superando stigmi e pregiudizi. Facendo crescere i Paesi che li hanno accolti e dimostrando il valore della gente italiana. Dell’Italia hanno dato la migliore immagine. Per questo l’Italia sarà loro grata. Per sempre. Ma molto dovrà fare ancora il nostro Paese, perché l’epopea dell’emigrazione italiana entri finalmente nella Storia d’Italia. L’Italia sarà la grande Nazione che merita di essere quando in Patria l’altra Italia degli 80 milioni d’italiani nel mondo sarà conosciuta e riconosciuta. Quando termino l’intervento c’è nell’aria un velo di commozione. Nello mi consegna, in ricordo della visita, un souvenir in pietra scura. In miniatura è il simbolo di amicizia degli Inuit, gli abitanti delle terre del nordartico canadese. Prima della cerimonia la giornalista Diletta Toneatti, origini venete, aveva raccolto una mia intervista per Tele Capital 30, tv canadese che ogni settimana trasmette un programma in lingua italiana. Festosa la conviviale che ne segue. Rivedo con piacere Gino Buffone, Tony Mariani, Luigi Ricottilli, Lucia Alloggia, Delio D’Angelo. Luciano Bentenuto e Rocco Petrella documentano in foto e in video le parti culminanti della serata, postando le immagini sui principali social network.
Giovedì 19 ottobre. Alle 10 Francesco Di Candia, direttore di Chin Radio Ottawa, mi aspetta per registrare l’intervista che andrà in onda l’indomani. Chin Radio è un’emittente che nella capitale trasmette in 22 lingue, una grossa realtà nel campo della comunicazione. La sede di Toronto, più grande, trasmette in oltre quaranta lingue. Molto cordiale l’incontro con il dr. Di Candia. Entriamo subito in sintonia, anche per l’immediatezza della sua spontaneità. Nella mezz’ora d’intervista mi fa domande sull’Abruzzo. Parlo delle meraviglie e delle singolarità d’una regione ancora poco conosciuta, eppure uno scrigno ricco di bellezze. Il colloquio procede spedito mentre espongo le valenze più intriganti della regione più verde d’Europa, con un terzo del territorio protetto, cangiante dalle alte catene montuose, alle colline e al mare. Poi parlo dell’Aquila,la capitale dell’Abruzzo, città d’arte tra le più belle d’Italia. Sta rinascendo dalle lacerazioni del terremoto, più bella di prima. Non manco di ringraziare la comunità italiana in Canada per la vicinanza e l’aiuto che ha dato alla città dopo il sisma del 6 aprile 2009. Francesco Di Candia è una personalità di spicco nella comunità italiana, presidente del Comites di Ottawa. Di Candia ci invita a portare un saluto al Comites, che alle 19 tiene la sua riunione presso Villa Marconi, grande struttura di residenza assistita per anziani, costruita e gestita dalla comunità italiana, dove pure si svolgono numerose attività culturali e sociali. Franco Ricci mi ospita e mi accompagna in queste giornate nella capitale canadese.Nel corso della riunione del Comites il presidente Di Candia ci dà il benvenuto, quindi tra gli argomenti in agenda parla del Forum sulle Culture del Mediterraneo, cui parteciperà con una delegazione. All’evento assicura il sostegno, consegnando al prof. Ricci un assegno quale contributo per l’importante iniziativa culturale. Portando il saluto e la gratitudine dell’Abruzzo e dell’Aquila ringrazio il Comitesper l’accoglienza. Di recente si è attivato in aiuto alle popolazioni d’Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpite dai terremoti del 2016 e 2017.
Venerdì 20ottobre. Ha ritagliato parte della mattinata e del primo pomeriggio,Luciano Bentenuto,per vestirsi da cicerone. Con lui si può andare dove con altri non si può. E difatti riesco a conoscere una parte di Ottawa quasi esclusiva e luoghi con panorami d’incanto. Nella mattinata mi porta in visita sulla collinetta dove sta la residenza del Governatore del Canada, figura di rappresentanza della Regina Elisabetta. La bella villa è immersa in un enorme parco recintato. Nelle vicinanze c’è la residenza del Primo Ministro. Le architetture sono gradevoli, ma non eccessive in grandezza e ben inserite nel contesto, protetto dai rumori del traffico. Il nostro tour continua tra le residenze degli Ambasciatori, quella degli Stati Uniti è vastissima e protetta come una fortezza. Per chiudere la mattinata andiamo all’Accademia delle Giubbe Rosse, un luogo dove spesso Luciano si reca per tenere lezioni agli allievi ufficiali. Il posto è incantevole, degradante sul fiume Ottawa, con le sue acque placide intense d’azzurro e le rive boscose con i colori dell’autunno. Trapuntano tonalità dal verde all’ocra, dal ruggine al carminio, dal giallo al rosso. Meritano una visita i cavalli delle Giubbe Rosse. Magnifici, alteri, di colore nero e della medesima grandezza. Mi sembrano di razza araba. Lì, vicino alle stalle, ci sono diverse palestre d’addestramento e più in là l’ippodromo dove le Giubbe Rosse tengono caroselli molto apprezzati dal pubblico.
Con Luciano andiamo a pranzo a Casa Abruzzo. Oggi il menù concede, tra l’altro, bistecca e polenta. Suoi amici di varie nazionalità sono a tavola con noi. C’è anche Martino Lovato, che insegna in un College del Massachusetts e sarà tra i relatori al Forum. La sua professione l’ha portato per alcuni anni in Egitto,poi ad Austin nel Texas, infine da tre anni al Mount Holyoke College, in Massachusetts, dove si trova molto bene.A fine pranzo, Lovato ed io, andiamo con Luciano in visita alla Corte Suprema. Passati i controlli di sicurezza visitiamo la struttura, le aule di giustizia, mentre la nostra guida speciale ci informa sul funzionamento del sistema giudiziario canadese. Perfetto anche nel documentare la visita con immagini, il nostro “Virgilio”. Quest’anno il Canada celebra 150 annidal ConstitutionAct, la legge del primo luglio 1867 che segnò la nascita del Paese. Un grande simbolo proprio di fronte al Palazzo del Parlamento richiama la ricorrenza. Ci avviciniamo al Monumento al Milite Ignoto, che onora i Caduti canadesi di tutte le guerre. Luciano ci informa che alle 15 in punto ci sarà il suggestivo cambio della guardia. Non posso non ricordare i 1300 soldati canadesi caduti nel dicembre 1943 durante la cruenta battaglia di Ortona. Riposano in Abruzzo, nel Cimitero militare dove ogni anno vengono ricordati. Il contributo del Canada, con le Forze Alleate e con la Brigatapartigiana “Maiella”, continuò fino alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Ammiriamo il suggestivo cambio della Guardia. In un lato del Memoriale c’è una lapide in bronzo che ricorda il caporale Nathan Cirillo. Il 22 ottobre 2014 prestava il servizio di guardia al Monumento. Era d’origine italiana. Fu ucciso in un attacco terroristico. Luciano ricorda nitidamente quel fatto tragico, accaduto nei pressi del suo ufficio, dove da poco si era insediato. Anche questo fatto, per il quale sangue italiano è stato versato, dà il senso del contributo reso dai nostri emigrati alla sicurezza del Canada. Alle 17, presso HamelinHall dell’università, si apre il Convegno sulle Culture del Mediterraneo. Franco Ricci, docente di Cinema alla Facoltà delle Arti, svolge l’introduzione ai lavoririchiamando il valore del dialogo tra civiltà e culture che affacciano sul Mediterraneo. Cultura e conoscenza sono il presidio essenziale per un mondo di convivenza e di pace. Segnalando la mia presenza come Special Guest dell’evento, Ricci esprime infine l’augurio che l’appuntamento prossimo possa tenersi in ad Alessandria d’Egitto, per il quale obiettivo già si sta lavorando. Chiama quindi a tenere la relazione d’apertura la prof. Graziella Parati, direttore del dipartimento di Studi italiani al Dartmouth College, nel New Hampshire (Usa). La prof. Parati svolge una splendida comunicazione sul tema delle migrazioni, sui risvolti sociali e culturali. Una relazione molto applaudita, a dimostrazione del prestigio scientifico della prof. Parati, da molti anni impegnata sull’argomento, con diversi volumi pubblicati. All’evento hanno partecipato alcune rappresentanze diplomatiche dei Paesi del Mediterraneo, altre hanno inviato messaggi di condivisione ed apprezzamento. Molte le domande, cui la relatrice dà ampio riscontro. La serata continua con una simpatica conviviale presso Casa Abruzzo, con i relatori, gli ospiti, una nutrita rappresentanza del Comites guidata dal presidente Francesco Di Candia, e giornalisti.
Sabato 21 ottobre. I lavori del Forum riprendono puntuali alle 10. Nell’ordine intervengono May Telmissany (University of Ottawa), Walid El Khachab (York University), Martino Lovato (Mount Holyoke College), Marie-Catherine Allard (Carleton University). Moltointeressanti le relazionisvolte e proficuoil confrontoche ne è seguito. Colgo il tempo della pausa per fare un salto al By Ward Market. Vado a salutare Luciano Pradal, un mio amico, persona di grande sensibilità e umanità. Dopo una vita passata come stationaryengineerper una grande società canadese, giornalista e guida turistica, da alcuni anni Pradalha un banco di caldarroste accanto all’ingresso della Bottega Nicitra, un emporio con specialità gastronomiche italiane. Lo vedo, con il suo grembiule nero con la scritta Ciao. Non mi riconosce subito, ma solo quando lo chiamo per nome. Gli chiedo notizie sul suo lavoro nel mercato tipico di Ottawa. Mi dice che ha il privilegio d’essere l’unico caldarrostaio della capitale, le castagne belle e grandi gli arrivano in sacchi di iuta dall’Italia, dalle montagne irpine. Luciano è una persona che ama comunicare con tutti, per ciascuno ha una parola di gentilezza e d’amicizia. Ha scelto questo modo singolare per parlare con le persone, raccogliere esperienze e storie, far felici i bambini regalando qualche castagna arrostita. “Oggi tutti hanno fretta e si parla poco o nulla,- mi dice Pradal, cui resta una bella inflessione veneta -, le relazioni umane si nutrono poco di parole e di emozioni. I telefonini sono diventati gli interlocutori inanimati del nostro tempo. Con questo banco ho invece l’occasione di parlare con le persone, di entrare un po’ in confidenza con loro. Qualcuno si apre, raccontandomi aspetti della propria vita, qualche sofferenza e qualche speranza. Ecco, ho scritto un libro raccogliendo alcune storie con gli incontri avuti qui al mercato. Te ne ho portato uno”. Il volume “Chronicles of an Ottawa Chestnut Lover” (Legas, 2013), con il suo volto di profilo in copertina, riporta storie di persone normali e straordinarie, scritto in tre lingue (inglese, francese e italiano). “A Goffredo, buona lettura e grazie per la visita a Ottawa”, la dedica di suo pugno. Mi parla del Parco del Gatineau, che mi vorrebbe far visitare. Sarà per la prossima volta, domani andrò a Montreal. Lo abbraccio, comprando alcune confezioni di castagne arrostite da portare al Forum. I lavori del convegno terminano alle 14. Si decide d’andare al By Ward Market per pranzare. Pradal è felice di vederci, di ricevere apprezzamenti per la bontà delle sue caldarroste. Facciamo una bella foto di gruppo con lui. I ristoranti sono pieni, abbiamo qualche difficoltà a trovare posto. Finalmente ce la facciamo alla Pizzeria The Grand. Restiamo molto soddisfatti, forse la gestione è italiana. Ottime le pizze. Nel locale accanto c’è un gruppo di tifosi del Toronto. Stasera si gioca Ottawa-Torontodi hockey su ghiaccio, qui accende le passioni sportive come un derby. Franco Ricci non si trattiene dal manifestare le sue preferenze, rintuzzando simpaticamente le grida di sostegno al Toronto. A sera sarà proprio la squadra di Ottawa ad aggiudicarsi l’incontro per 6 a 3, mentre ceniamo a casa di Nello Scipioni, con Luciano Bentenuto e Franco Ricci le rispettive consorti Antonietta e Hoda. Maria è insuperabile ospite con le leccornie della sua cucina. Una serata splendida, che tira ben oltre la mezzanotte.
22 ottobre, domenica. Nello passa alle 9 e mezza a prendermi per accompagnarmi in macchina a Montreal. Ringrazio commosso Franco e Hoda per la premurosa ospitalità. Alle 10 Luciano Bentenuto ci aspetta sotto il suo ufficio. Partiamo per Montreal. Un viaggio piacevole, con racconti divertenti e molte risate. Sono personedi grande ironia. Arriviamo a mezzogiorno al mio albergo, vicino al Villaggio olimpico. Abbiamo tempo di dare uno sguardo agli spettacolari impianti sportivi, realizzati dall’italo-canadeseJoey Saputo. Facciamo qualche foto, prima che arrivi Arturo Tridico, direttoreededitoredellarivistaLa Voce, magazine mensile di granpregiodiffuso in tutto il Canada e perfinonegliStatiUniti, nellarete delle Camere di Commercio. Sono da moltiannicollaboratoredellaprestigiosatestata. Una grande amicizia con il direttore, coltivataattraverso l’etere, oradiventafinalmentediretta. Tridico, imprenditore di origine calabrese, è un punto di riferimento per le comunitàregionaliitaliane, anche attraverso l’intensaattivitàeditorialeche, se da un lato mette in lucegliitalianiaffermatisinei vari campi in Canada, narrandone le storie d’emigrazione, dall’altroracconta l’Italianelle sue eccellenze e nelle sue valenzeartistiche e culturali. Eccolo arrivare, Arturo. Ci incontriamo finalmente di persona. Ce ne andiamo tutti e quattro a pranzo, al ristorante Milano. Nel pomeriggio un bel giro turistico tra le bellezze di Montreal, passando anche al porto sul fiume San Lorenzo, larghissimo, la cui sponda opposta sta negli Stati Uniti. Per quel fiume è passata sulle navi tanta nostra emigrazione in Canada. Poi ammiriamo la città dalla sommità del colle dove s’erge il Santuario di San Giuseppe, con la maestosa cupola visibile da ogni angolo di Montreal. A sera Giovanna Giordanoriunisce il Comites, di cui è presidente, per un saluto e una mia conversazione. Ci eravamo incontrati a New York, alla Parata del Columbus Day, e mi aveva anticipato l’evento. Ma prima dell’incontro al Centro Leonardo da Vinci, Giovanna ha voluto tenerci a cena nella sua bella casa a Laval, zona residenziale ad una ventina di chilometri da Montreal. Troviamo altri ospiti tra i quali Guido Piccone, presidente della Famiglia Abruzzese, e Giovanni Rapanà, già parlamentare italiano eletto nella Circoscrizione Nord-Centro America.Giovanna ci serve un’ottima cena, con un vino eccellente. Ma dobbiamo presto lasciare il desco per l’incontro programmato. E’ quasi al completo il Comites, ma sono presenti anche altre realtà associative, come l’Anfe, con Anna Maria Maturi, e Adriano Rossi, per l’Oratorio San Gabriele. Giovanna mi presenta come giornalista e scrittore. Mi invita a parlare del mio ultimo libro e della mia attività. Ma il mio discorso verte sopra tutto sul valore e sul significato della nostra emigrazione. Sul contributo reso alla Patria dai nostri emigrati, facendo conoscere al mondo il valore della gente italiana. L’intervento apre una conversazione sui temi più attuali, in specie sulla discutibile norma all’esame del Senato che consente di candidare nelle Circoscrizioni estere anche chi non vi risiede. Intervengono Giovanni Rapanà, Angela Di Benedetto, Anna Maria Maturi, Adriano Rossi, Arturo Tridico, infine Luciano Bentenuto e Nello Scipioni. Giovanna Giordano, davvero uno donna tenace e preparata, presenta due giovani che stanno dimostrando il loro talento nella promozione di vini italiani di qualità. Occorre dare spazio alle loro idee innovative. Presenta poi un anziano pasticciere napoletano che in questi giorni sta insegnando l’antica arte in una grande pasticceria di Montreal. Consegno a Giovanna L’Italia nel cuore, a ricordo dell’incontro. Ma c’è un’appendice inattesa: il conferimento a Nello Scipioni e Luciano Bentenuto di un Attestato di Merito in pergamena per l’opera svolta in rappresentanza della comunità italiana in Canada. Un brindisi con un eccellente spumante italiano e con dolci caldi di pasticceria concludono la serata. Arturo Tridico, tra i finanziatori del Centro Leonardo da Vinci, come ricordano i ritratti nella Sala dei Governatori, ci porta alla scoperta della struttura: migliaia di metri quadrati di sale di riunioni, sale espositive, uffici, palestre, campi di bocce, ristorante e bar, e un magnifico teatro da 550 posti. Molte le associazioni e le attività di rappresentanza che hanno sede nel Centro Leonardo da Vinci, opera interamente italiana.Ringrazio e saluto tutti, in particolare Giovanna Giordano. Nello e Luciano mi accompagnano in albergo e ripartono per Ottawa. Li abbraccio, sono amici davvero straordinari. L’indomani Arturo Tridico mi accompagna in aeroporto. Sono davvero lieto di collaborare alla sua bella rivista. E’ una bella persona, con una signorilità d’altro tempo. Il mio volo per New York ha un ritardo di un’ora e mezza. Mette a rischio la coincidenza con il mio volo per l’Italia. Ma la missione è sotto una buona stella e, sebbene di corsa, ogni cosaalla fine si tiene. Qualcuno lassù mi vuol bene!