GRANDE SUCCESSO PER ANTONELLA NENNI IN CONCERTO

Grande spettacolo musicale venerdì 24 agosto, a Cese, frazione di Avezzano:

la serata, dal clima ancora carezzevole, si è illuminata dell’esibizione dell’avezzanese Antonella Nenni, soprano, pianista, maestro di canto che, nel corso dell’evento, intitolato: “Incanto Napoletano nella Vecchia Roma”, si è anche profusa nella recitazione dei versi eterni di Totò, Salvatore di Giacomo, Trilussa e non solo, lasciando il pubblico presente a bocca aperta, per la maestria innata da declamatrice che ha rivelato per l’occasione. Tanta intuibile scuola dietro all’esibizione di Nenni che, ancora una volta, ha stregato i presenti, rapiti da tutto il sentimento e la spontaneità che l’artista, cantando “con il cuore”, mette in ogni suo concerto. Felice la scelta del comitato feste locale, che per i festeggiamenti patronali ha individuato in Antonella Nenni, la “calamita” speciale, che ha saputo regalare a tutti uno spettacolo “popolare”, di “facile approccio”, piacevolissimo, sicuramente “per famiglie”, ma, nel contempo elitario, perchè di ricerca raffinata del vernacolo italiano e che, cavalcando la vera cultura, ha saputo essere, piacendo a tutti, soprattutto d’intrattenimento ma anche “pedagogico”, con l’evidenziazione delle grandi arie che fanno la storia della musica d’Italia. Il culmine con “O sole mio” e “Funiculì Funiculà“, dove anche il pubblico è stato partecipe ripagando, in seguito, se stesso (e la stessa Nenni) con la richiesta del bis.

I “sonetti e le canzoni in vernacolo partenopeo e trasteverino” così bene interpretati dall’artista (con la partecipazione del pur bravo Alessandro D’Innocenzo, alla tastiera e coro), la sera del 24 agosto scorso hanno regalato tanti sogni ed entusiasmo, ricordando quanto Antonella Nenni, con la sua bravura, possa essere connotabile quale eccellenza del bel canto e, se il pubblico di Cese è stato, come dice lei (ed è vero): “caloroso, accogliente, caro”, un concerto di questo tipo piacerebbe anche in scala nazionale, portando alto il nome dell’Abruzzo e della Marsica; il senso d’appartenenza alla terra d’Italia è stato evidente (vista la magia della forza espressiva del maestro Nenni), tanto che qualcuno ha detto, durante la serata, neanche troppo sottovoce: “Questa è così brava che piacerebbe a Renzo Arbore“.

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