Il Giro d’Italia è corsa amata ed odiata. È poco avvezzo alla noia, regala (quasi) sempre colpi di scena ed improvvisi rimescolamenti delle carte in tavola. Il Giro 101 è pronto a seguire il trend e lo fa con un parco protagonisti di primo livello.
Froome vs Dumoulin
La sfida preannunciata per la Maglia Rosa riguarderà Chris Froome e Tom Dumoulin. Il britannico del Team Sky torna in Italia per dare la caccia al terzo grande giro consecutivo, impresa riuscita soltanto al mitico Eddy Merckx. Dopo Tour-Vuelta della passata stagione, Froome ha puntato l’altra doppietta, la più prestigiosa. Marco Pantani è stato l’ultimo corridore a vincere il Giro e il Tour nello stesso anno, quel magico 1998 che è ancora nella mente e nel cuore degli appassionati. Froome è apparso leggermente indietro di condizione nell’ultimo Tour of the Alps, il ché potrebbe rivelarsi legittimo dato che la stagione del keniano bianco è impostata sul doppio, grande appuntamento. Intorno al capitano il Team Sky ha disegnato la solita corazza affidando a Sergio Henao, Kenny Elissonde e Wout Poels i gradi di scudieri nelle tappe di montagna.
Chi ha coraggiosamente accettato la sfida a Froome è il campione uscente Tom Dumoulin. La carriera dell’olandese ha preso una piega ben precisa dopo il successo alla Corsa Rosa di un anno fa. Il Dumoulin visto all’opera alla Liegi-Bastogne-Liegi ha messo in luce un fisico ancor più tirato del solito, sintomo che la preparazione invernale è stata mirata all’appuntamento con uno storico bis. Di fianco troverà una Sunweb rinnovata che si affida all’esperienza di Laurens Ten Dam e alla freschezza del prodigo Sam Oomen. I chilometri a cronometro previsti saranno 45, un numero esiguo rispetto al Giro 100 ma sufficiente per scavare un solco importante sugli scalatori (Froome permettendo). Il coraggio della scelta dell’iridato di specialità sta tutta qui. Dumoulin non ha paura ed accetta la sfida a Froome nella corsa che più ama e che lo ha consacrato al mondo del ciclismo. La Grande Boucle può aspettare.
Gli outsider
Ricchissimo il parco outsider del Giro numero 101. Il primo nome che salta all’occhio è quello di Thibaut Pinot, francese che ama il Giro e ripudia il sacro Tour de France. Il capitano della Groupama-FDJ sbarca a Gerusalemme fresco di vittoria al Tour of the Alps in cui ha sfoggiato una miglior condizione rispetto ai diretti avversari. Pinot ha come obiettivo quello di migliorare il quarto posto di un anno fa. L’avvicinamento al Giro ha previsto poche gare ma di qualità, oltre ad una meticolosa attenzione per le cronometro, specialità in cui il transalpino ha fatto registrare importanti progressi negli ultimi anni.
Un altro che promette battaglia in salita è Fabio Aru, di ritorno al Giro dopo lo stop forzato della passata edizione. Il sardo è apparso volitivo ma poco brillante sia alla Tirreno che in Trentino, ma ciò potrebbe non rappresentare un handicap. Tra i pretendenti alla Maglia Rosa il sardo è l’unico ad essere salito sul podio in più di una occasione, motivo per cui è lecito attendersi molto da un corridore che, nelle ultime due annate, ha corso sottotono rispetto ai livelli di inizio carriera. Gli ingranaggi con la nuova UAE Emirates dovranno ancora essere rodati alla perfezione anche se la qualità di uomini come Darwin Atapuma, Diego Ulissi, Jan Polanc e Valerio Conti potrebbe risultare molto utile alla causa.
Da tenere sotto osservazione sarà la prova di Miguel Angel Lopez, giovane scalatore colombiano pronto al grande salto in un G.T. L’Astana vuol fare le cose in grande e presenta a Gerusalemme un roaster di primissimo livello composto da Tanel Kangert, Pello Bilbao, Jan Hirt, Davide Vilella, Andrey Zeits, Luis Leon Sanchez e Alexey Lutsenko. Si tratta, sulla carta, della formazione più indicata a scardinare i piani del Team Sky grazie alla qualità e all’imprevedibilità dei propri uomini.
Tanta qualità anche in casa Mitchelton-Scott, squadra australiana capitanata da Esteban Chaves e Simon Yates. Il colombiano è già salito sul podio del Giro e della Vuelta ma è reduce di una stagione caratterizzata da vari problemi fisici; lo scalatore britannico è in cerca del salto di qualità che è nell’aria da tempo ma che stenta ad arrivare. A supporto delle doppie punte saranno gli esperti Roman Kreiziguer e Mikel Nieve.
Oltre che su Fabio Aru, le speranze italiane ruotano attorno a Domenico Pozzovivo, che ben ha cominciato la nuova stagione grazie alle ottime prove alla Tirreno-Adriatico e al Tour of the Alps. La Bahrain-Merida metterà a disposizione dello scalatore lucano la classe di Matej Mohoric, preziosissimo sia in montagna che nelle tappe intermedie, e l’esperienza di Giovanni Visconti.
In lizza per un posto nella top ten anche George Bennett, Louis Meintjes, Davide Formolo e Rohan Dennis.
Il percorso: prima settimana all’insù
Il disegno del Giro 101 lascia poco spazio alle mezze misure. Di terreno per attaccare ce n’è molto, a cominciare già dalla prima, insidiosissima settimana. La prima Maglia Rosa di Gerusalemme sarà già affare per i grandi: Froome e Dumoulin saggeranno le rispettive condizioni tra i saliscendi della Città Santa. A Dennis e Tony Martin i gradi di principali contendenti. Jos Van Emden avrà la possibilità di chiudere il cerchio aperto dopo il successo nella cronometro di Milano del Giro 100. Ma attenzione alle sorprese. La tre giorni in Israele proseguirà con le tappe di Tel Aviv ed Eilat, concepite per velocisti ma esposte ai ventagli.
Lo sbarco in Italia avverrà dalla Sicilia che metterà sul piatto tre giornate di grande ciclismo. Alle movimentate ed esplosive Catania-Caltagirone e Agrigento-Santa Ninfa seguirà l’impegnativa scalata dell’Etna dall’inedito versante di Paternò. La prima vera salita del Giro nasconde sempre mille tranelli, qualcuno si nasconderà ma altri avranno voglia di rosicchiare preziosi secondi.
La risalita dello stivale proseguirà con l’intermedia Pizzo-Praia a Mare prima del week-end appenninico a Montevergine di Mercogliano e Campo Imperatore. La dolce ascesa campana sarà utile per testare le gamba e far emergere le prime problematiche per qualche “uomo illustre”. Sul Gran Sasso la situazione si farà più complessa: tappa lunga, tante salite e un’interminabile ascesa finale di 46 km. I quattromila metri finali sono i più duri con pendenze nell’ordine del 9% che potrebbero creare selezione all’interno del gruppetto dei migliori.
Dopo il giorno di riposo in Abruzzo avrà inizio una seconda settimana interlocutoria, almeno nelle prime tre frazioni. La prima sarà la più lunga di tutte (239 km da Penne a Gualdo Tadino) ed è fatta apposta per gli attaccanti da lontano. La seconda sarà nel segno di Michele Scarponi e dei muri marchigiani già pregustati nell’ultima Tirreno-Adriatico. Note stonate nel percorso del Giro 101 le tappe con arrivo a Imola e Nervesa della Battaglia al termine di lunghi tratti pianeggianti seguiti dai finali nei circuiti iridati dei Tre Monti e del Montello. Data l’importanza delle zone attraversare, e della ricchezza di asperità che esse presentano, si poteva fare di più.
La tre giorni di fuoco
Il terzo fine settimana vedrà l’inizio del momento chiave del Giro 2018. Il Monte Zoncolan non ha bisogno di presentazioni, è la porta verso l’inferno, la salita più temuta. Aspetto importante riguarda le salite che precederanno la scalata al Kaiser: Monte di Ragogna, Avaglio, Passo Duron e Sella Valcada. Una sequenza in cui la strada scenderà di rado sotto il 10%, il tutto volto ad accumulare inesorabilmente acido lattico nei muscoli degli atleti prima dello spauracchio Zoncolan. Per la giornata seguente la penna sapiente di Mauro Vegni ha disegnato una interessantissima Tolmezzo-Sappada con Passo Tre Croci e le inedite Sant’Antonio e Costalissoio a segnare un altro snodo cruciale nel cammino verso il Trofeo senza fine. A chiudere la tre giorni di fuoco la cronometro da Trento a Rovereto, 34 km con finale mosso che strizza l’occhio agli specialisti puri. Strade larghe, lunghi rettilinei e poche curve. Sarà questione di potenza, roba da Dumoulin o Froome, appunto.
Jafferau e Cervinia sulla strada del Colosseo
A fare da palcoscenico al gran finale saranno le Alpi Occidentali. Dopo l’interlocutoria Riva del Garda-Iseo, inizierà il trittico decisivo nella lotta alla Maglia Rosa. Ad aprire le danze la salita di Pratonevoso, lunga, pedalabile e con numerosi tornanti. L’antipasto ideale per la spendida Venaria Reale-Bardonecchia con Lys, Colle delle Finestre, Sestriere e Jafferau a disegnare la tappa più dura della terza settimana. Il Finestre, la cui vetta è collocata ai meno 74 km dal traguardo, fungerà da spartiacque. Sullo sterrato più famoso delle Alpi si può vincere o perdere il Giro. Il durissimo Jafferau farà selezione come poche altre salite in questo Giro. Sfida finale nella Susa-Cervinia, tappone di 4000 metri di dislivello con Col Tsecore e Saint Pantaleon a scremare il gruppo prima della lunga (e morbida) ascesa verso Cervinia.
Chiuderà la passerella finale di Roma tra Campidoglio, Fori Imperiali, Colosseo e Altare della Patria. Un finale più bello di questo non poteva esserci.