HOTEL RIGOPIANO : TRAGEDIA ALL’ITALIANA. Di Lucio Perrotta

Sono passati poco più di 10 giorni e come ogni tragedia all’Italiana, mantenendo fede all’antico detto “ Ogni Meraviglia sette Giorni dura “, cala il sipario su una delle pagine più nere della Storia Italiana, in fatto di Gestione Emergenza.. Tra  le parole famose di circostanza che sprizzano da ogni dove  ..<< questa tragedia si poteva evitare..>>, la cosa che più mi ha fatto rabbrividire è che ad oggi nessuno vuole ammettere le proprie Responsabilità (per ovvie ragioni), nessuno vuole ammettere che c’è stato un vero atto di incapacità nello Gestire l’Emergenza Neve (Terremoti a parte, che come risaputo non si possono prevedere).

Le tragedie si devono prevenire, si devono evitare, è un obbligo, perché se i Soccorritori della prima ora avessero pensato al condizionale, sicuramente la lista dei morti sarebbe stata totale..

Lo scarica barile è d’obbligo in questi casi, perché siamo Italiani. Pur di non vedersi sul Patibolo, si gioca sulla vita della povera gente, come se ad ogni tragedia la colpa è sempre di chi subisce o di chi muore.. Non possiamo accettare che l’unica responsabilità (da profano e da quello che leggo e sento) è di chi ha costruito l’Hotel Rigopiano e di chi ha omesso gli atti di criticità di quella zona.. Certo che dovranno pagare anche loro, ma pensando che ognuno di noi poteva trovarsi in quelle circostanze, che ognuno di noi debba sentirsi un sopravvissuto, perché tante e tante costruzioni in Italia sono abusive e senza criteri di giusta Sicurezza, ma soprattutto che ognuno di noi è a rischio quotidiano di morire come “ topi in gabbia “ e di esserne consapevole fino alla fine, credo non sia giusto.. L’Italia è in continuo Stato di Emergenza, questo è ormai un dato di fatto.. Come è un dato di fatto che abbiamo Dirigenti, Responsabili e Politici, pagati e strapagati, non all’altezza di gestire i propri compiti.. Viviamo purtroppo in uno Stato incapace di dare risposte ed affrontare con fermezza le vere battaglie in difesa dei cittadini, dove si paga più per un evasione fiscale che per uno stupro o un omicidio, viviamo in uno Stato che non batte ciglio a sborsare “MILIARDI” per risanare i conti di Banche dissanguate dai propri Dirigenti, che però nega risorse per gestire la macchina delle Amministrazioni locali, vedi i Comuni e Province.

Non possiamo accettare di vivere in uno Stato dove ..<< si muore di turbina..>>, accettare di vivere in uno stato dove si sono bevuti pure il gasolio utile al funzionamento di mezzi sgombera neve.. Non possiamo più accettare di vivere in uno Stato dove per errori del genere nessuno paga, o meglio i veri responsabili non pagano.

Per capire quello che sta succedendo e quello che le nostre negligenze producono, forse dovremmo subirle direttamente, così da avere la giusta sensibilità e responsabilità delle nostre scelte e decisioni.. Se necessario anche viverle queste situazioni di emergenza, come le hanno vissute i superstiti del Rigopiano, come prima di loro le hanno vissute tutti i terremotati d’ Italia e come ancora oggi le stanno vivendo i nostri amici del Centro Italia, in completo stato di abbandono. E’ giusto allora sperare che ognuno di noi, in primis Politici, Dirigenti e Luminari Post Tragedia (non tutti per fortuna), rimangano almeno per 30 secondi  sotto cumuli di macerie, sotto 3 metri di neve, oppure 30 secondi sommersi da acqua e fango, o semplicemente senza soldi a fine mese per capire la sofferenza di chi è riuscito a raccontare le loro storie, di chi le ha provate sulla propria pelle, ma soprattutto di chi ancora le vive nel quotidiano. Cari SIGNORI, immergetevi nelle realtà di quotidiana sofferenza che molti Italiani stanno vivendo, smettetela con i siparietti di circostanza dove c’è sempre chi abbaia e chi non morde, portate RISPETTO.

RISPETTO per chi pur guadagnando mille Euro al mese, mette in repentaglio la propria vita, sfidando la morte, in ogni emergenza, RISPETTO per le popolazioni abbandonate, ai cittadini lasciati soli come soli sono sempre stati, RISPETTO per il loro silenzio e per il loro orgoglio che non li porta a gridare, ma a prendere la pala ed un fazzoletto per asciugarsi le lacrime..

Portare RISPETTO deve essere una nostra prerogativa, come credenti, come persone civili e come veri Italiani, RISPETTO a chi è morto e soprattutto, mai e poi mai si dovrà voltare le spalle a chi rimane a vivere nella propria disperazione.

 

PERROTTA UGO LUCIO  – INDIGNATO SOCIALE –

 

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