E’ in nome della sicurezza, tranquillità e chiarezza che la Direzione Regionale Musei Abruzzo, diretta da Lucia Arbace, comunica che il MuNDA, il Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, aprirà con una nuova formula di accoglienza a partire dal 20 maggio 2020, con il consueto orario 8.30/19.30 e la chiusura del lunedì in una data cerniera, diaframma di un percorso identitario, auspicio per l’ulteriore prova che il Museo aquilano, dopo la grave frattura sismica, si vede costretta ad affrontare.
Il MuNDA, in Abruzzo, è il primo luogo della cultura a riaprire al pubblico dopo due mesi e mezzo di chiusura. In questo tempo fermo si è, comunque, aumentata l’attività sui social per non perdere la “connessione” con il territorio e quanti interessati. A seguire saranno aperti, entro il 30 maggio, altri sei musei, a Chieti, Pescara, Celano, Sulmona e Campli.
Sono stati effettuati la sanificazione, differenziata secondo le direttive ministeriali, lo sfalcio dell’erba delle aree esterne e la pulizia dei filtri degli impianti di climatizzazione. All’ingresso è prevista la misurazione della temperatura corporea con appositi rilevatori ad infrarossi laser. Sono stati definiti percorsi di visita finalizzati a rendere piacevole la visita nonostante la normativa sul distanziamento. Una dettagliata informativa è a disposizione del pubblico il quale potrà accedere in assoluta tranquillità essendo garantiti tutti i presìdi previsti dalla vigente normativa sulla sicurezza.
Attenti al contesto, si è interagito con la creatività territoriale. Il personale di vigilanza è stato, infatti, dotato delle visiere SKERM, un prodotto tutto aquilano di ultima generazione, fornito da Michele Biallo che pubblicamente ringraziamo, barriere trasparenti sul viso, più comode rispetto alle mascherine, che danno inoltre la possibilità di potersi esprimere in sicurezza anche per chi è sordomuto.
La chiusura per coronavirus ha arrestato un difficile percorso di risalita post sisma che stava avendo importanti riconoscimenti, non solo in termini di numeri, ma anche nella percezione del tessuto connettivo della comunità con i numerosi eventi ospitati ciclicamente nella irrinunciabile agenda cittadina. Da lì si ripartirà, riprendendo il filo sospeso degli appuntamenti, confidando nel supporto di quanti credono che l’arte e la bellezza mitighino e siano terapeutici, educatori al genius loci, al mutamento che c’è dietro il tempo eterno dell’arte, alla funzione sociale che vi è insita, fiduciosi nella missione civile che traghetta verso il domani.