Nella sala consiliare del Municipio si è tenuto, infatti, un importante convegno per “non dimenticare i grandi drammi del ‘900” con la partecipazione di relatori, testimoni e ricercatori di quella fase della storia contemporanea del nostro Paese. Lo scopo dell’iniziativa, nel corso della quale sono stati mostrati filmati e documenti, è principalmente quello di diffondere la cultura della memoria storica, soprattutto tra le nuove generazioni, e di riproporre una pagina di storia caduta per troppo tempo nell’oblio.
I lavori della giornata di studio, alla quale hanno presenziato anche numerosi studenti, sono stati introdotti da Lisa Carusi, presidente del Consiglio comunale, ed arricchiti dai contributi e dalle testimonianze portate dal Sindaco di Celano Settimio Santilli; dal giornalista Umberto Maiorca; dalla Presidente Sisam Roberta Fidanzia; dal segretario generale Tricolore italiani nel mondo Roberto Menia e dal giornalista e saggista Angelo Gambella.
“E’ importante comprendere e conoscere gli errori del passato per non ripeterli in futuro – ha detto Lisa Carusi nell’intervento introduttivo – ed in questa direzione vanno le commemorazioni del Giorno del Ricordo istituito con la legge n.92 del 30 marzo 2004 con la quale “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale giorno del ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
“La memoria delle vittime delle foibe – continua Carusi – e degli italiani costretti all’esodo è un tema che ancora divide, ma quelle persone meritano, esigono, di essere ricordate perché la storia è imparziale e non deve diventare strumento di lotta politica, partitica o ideologica”.
“Non ho avuto la fortuna – ha detto il Sindaco Santilli – nella mia vita scolastica di studiare la storia delle “FOIBE”; mi sono sempre domandato avvicinandomi alla fine degli studi, quando iniziai a sentirne parlare, il perché fosse stato negato a me, come a tanti miei coetanei di conoscere, sapere. Credo che il motivo risieda in quella costante tendenza a raccontare o addirittura nascondere o falsificare la storia a seconda del pensiero politico e non a scriverla per trasmettere asetticamente il sapere”.
“Abbiamo il dovere – ha aggiunto Santilli – verso i nostri giovani, di trasmettere la conoscenza della storia del nostro Paese con pienezza di racconto e verità, se vogliamo che crescano nel rispetto assoluto ed incondizionato della dignità umana di qualsiasi etnia questa sia. Non si può fare ancora oggi, un uso politico della storia. L’auspicio quindi, è che tutti, a partire da storici ed insegnanti, addetti all’informazione e autorità pubbliche, sappiano andare oltre la miope convenienza politica dei revisionismi di comodo e di parte, e descrivano la storia per quella che è realmente stata”.
“E’ stata una giornata di estrema importanza – dichiara l’assessore Ezio Ciciotti promotore dell’evento – non solo perché attraverso le relazioni e le testimonianze prodotte è stata riscoperta una parte di storia per tanto tempo sconosciuta ma soprattutto perché è stato rivelato che tra gli infoibati ci sarebbe anche un nostro concittadino, Filippo Rosati, all’epoca vicebrigadiere di pubblica sicurezza a Fiume. Ora avvieremo le opportune ricerche e le prassi per ottenere un riconoscimento ufficiale”.