Il dialogo di Fina con il ministro della Cultura Franceschini. I giorni del terremoto dell’Aquila, l’affetto per l’Abruzzo

“Ricordo molto bene il dramma del terremoto dell’Aquila, e anche il ragionamento che si fece allora sui rischi che c’erano una volta spenti i riflettori. Abbiamo in quel territorio finanziato molti interventi, cito tra gli altri il MAXXI all’Aquila. Oggi proprio nel capoluogo vediamo una bella storia di ripresa: rimane tanto da fare, ma la comunità ha superato quel dramma ed è orgogliosa della propria identità”: lo ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini nel corso del dialogo online con Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese e candidato al Senato. All’epoca del terremoto dell’Aquila Franceschini era segretario nazionale del Pd. L’incontro è stato il 128esimo del ciclo “Dialoghi, la domenica con un libro”. E’ stato presentato il libro di Franceschini “Con la cultura non si mangia?” (La Nave di Teseo).

Fina ha detto che “scegliere una figura di peso come Franceschini ha aiutato a dare centralità a un Ministero che di fatto era considerato di serie B. Franceschini ha un rapporto di profondo affetto per l’Abruzzo, dal sisma dell’Aquila in poi ha immaginato molti progetti condividendoli con il territorio. A poche ore dal terremoto, io ero segretario provinciale del partito oltre che assessore provinciale, mi telefonò perché volle subito venire per rendersi conto di persona. Girammo tra le macerie dell’Aquila e di altri comuni con la mia auto al mattino prestissimo, evitando le telecamere”.

In un passaggio del libro si parla anche del dibattito attorno al ruolo delle Sovrintendenze, spesso al centro di polemiche e accusate di determinare solo vincoli e lungaggini. Franceschini ha detto: “Spesso nel nostro Paese si semplifica, ma la realtà è che ci sono sovrintendenti che fanno bene il loro mestiere e altri che lo fanno meno bene. Ma fare a meno delle Sovrintendenze sarebbe follia, visto che sono previste da una legislazione che ci ha permesso di vincere battaglie importantissime come quelle della tutela dei centri storici e delle coste. La riforma ha mirato a correggere alcuni errori, semplificando e disponendo la creazione di un’unica Soprintendenza dalle tre che c’erano in precedenza. Sullo stesso tema, occorre elasticità sulla questione delle energie rinnovabili, bisogna investirvi e nello stesso tempo difendere il paesaggio: è la grande sfida dei prossimi mesi”.

Il ministro ha ricordato tra le altre cose il percorso per la legge sul libro e l’editoria, che si è interrotto a causa della caduta del governo. Si è impegnato a riprendere a seguirla da parlamentare nella legislatura che sta per cominciare. Ha detto riferendosi al titolo del suo libro: “Ho cercato in questi anni da ministro della Cultura di spiegare l’opposto, cioè che attraverso la cultura si può dare un contributo importante alla crescita economica”.

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