Depositato in Consiglio Regionale, il progetto di legge a firma del presidente della commissione agricoltura Lorenzo Berardinetti, di Sandro Mariani, capogruppo del PD e dell’assessore alle politiche agricole, Dino Pepe che riforma la materia degli usi civici in Abruzzo.
Un progetto volto a migliorare e snellire le procedure di gestione, riordino e valorizzazione delle terre civiche e dei diritti di uso civico nella regione.
“Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione”, affermano i firmatari, “a 30 anni dalla legge regionale 25 del1988, era necessario costruire un nuovo quadro normativo e lo abbiamo fatto attraverso un’intensa attività di ricerca e di consultazione. Sarà ora nostra cura rendere l’iter di approvazione partecipato e condiviso, coinvolgendo nella discussione tutti gli ordini professionali, tutte le rappresentanze di categoria, i comitati per l’Amministrazione separata dei beni di uso civico (Asbuc), gli agricoltori e gli attori che operano sul territorio, compresa l’Anci.
Il progetto di legge – spiegano – è finalizzato a favorire la semplificazione della normativa dell’uso civico della Regione Abruzzo, apportando una concreta manutenzione alle norme regionali e raccogliendo, in un unico articolato, le numerose disposizioni vigenti che negli anni si sono susseguite, andando ad abrogarne oltre dodici leggi.
Nella redazione del progetto di legge, si è tenuto conto della recente legge statale in materia di domini collettivi (Legge 20 novembre 2017, n. 168), e di alcune rilevanti novità introdotte, quali il riconoscimento espresso della natura giuridica di diritto privato delle ASBUC. Si è lavorato per coordinare il progetto con la legge forestale regionale (L.R. 3/2014) e con le disposizioni contenute nella Legge regionale n. 26/2015, che ha istituito la “Banca della Terra d’Abruzzo”. La proposta si prefigge di promuovere e valorizzare la gestione comunitaria del territorio civico, tutelando la proprietà collettiva come integrazione del reddito delle popolazioni residenti, per agevolarne la permanenza nelle zone svantaggiate, solitamente zone marginali e montane.
Abbiamo ritenuto necessaria l’adozione di una nuova legge regionale che, sulla base dei principi di sussidiarietà e adeguatezza, coinvolga maggiormente le amministrazioni locali, consentendo, prioritariamente un’ottimizzazione della fruizione del patrimonio di uso civico, attraverso una auspicata pianificazione territoriale, nonché un’ulteriore semplificazione degli iter procedurali in materia. Il provvedimento ridisegna le competenze e le funzioni di programmazione gestionale di Regione e Comuni, e dettaglia la funzione delle Asbuc (Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico), riconoscendone un ruolo primario. I comuni si occuperanno delle funzioni e delle attività, non riservate nello specifico alla Regione, che invece mantiene a sé le funzioni che richiedono un esercizio unitario, in quanto strettamente collegate sia alla tutela della consistenza del patrimonio collettivo (autorizzazioni all’alienazione, rilascio di pareri per la realizzazione di opere di rilevante interesse su terreno gravato da uso civico), sia all’accertamento ed al censimento di tali beni. A tal proposito, – concludono – nel testo viene esaltato il ruolo di indirizzo, verifica e controllo della Regione stessa, nonché quello di programmazione delle gestione produttiva dei beni civici, con la redazione dell’Inventario delle terre civiche ed il Piano regionale di utilizzazione delle terre civiche”.