Lo svela il giornalista Gianni Lannes sul suo blog.
Citando l’ultimo rapporto di Greenpeace “Nuclear scars: the Lasting Legacies of Chernobyl and Fukushima”, Lannes ricorda che l’inquinamento nucleare causato dal disastro di Chernobyl colpisce proprio quelle zone di Russia e Ucraina destinate alla coltivazione.
“Non è un segreto – sostiene lo scrittore – anche se la maggioranza della popolazione italiana non lo sa; e non è la prima volta, basta scorrere le cronache dagli anni ’80 in poi, per accertare l’inquietante fenomeno. Latitudine 41.61678 N e longitudine 15.95111 E. Magari ai profani questi numeri non dicono niente, eppure sono coordinate interessanti per illuminare l’importazione di materia prima trasformata in cibo falsamente italiano”.
Se si considera che l’Italia produce appena il 30/40% del grano duro utilizzato per la produzione della pasta, ci si chiede come fa il paese a soddisfare il fabbisogno interno. Uno dei fornitori principali sarebbe proprio l’Ucraina, che nel 2016 ha quadruplicato la fornitura di grano all’Italia, arrivando a esportare fino a 600mila tonnellate.