“Torna alla ribalta in questi giorni la battaglia ormai datata contro l’ IVA al 22% sugli assorbenti igienici”, scrive Valeria mancini, assessore al Comune di Aielli e promotrice del piano di sostegno casa delle donne marsica.
“Una vera e propria tassa di genere applicata a beni di prima necessità, che vede un disinteresse trasversale di tutte le forze politiche italiane o peggio un interesse “a tempo” che puzza tanto di strumentalizzazione.
Già nel 2016 il buon Civati propose una riduzione dell’ IVA sugli assorbenti e da allora si sono succeduti i governi Renzi, Gentiloni ed ora il governo Conte e nessuno di questi ha ritenuto necessario abbassare questo balzello ingiusto.
Si profila una vera e propria questione culturale in Italia, un Paese nel quale l’ IVA applicata ai tartufi é inferiore a quella su beni di prima necessità per le donne.
Nel resto d’ Europa va decisamente meglio, a trainare questa battaglia di civiltà sono gli inglesi per i quali gli assorbenti sono forniti addirittura gratis per le studentesse (CIVILTÀ)
Tolta la preminente questione di lotta di genere, dovrebbe farci riflettere il risvolto economico: mediamente una donna paga 920 euro di iva non dovuta nell’ arco della sua vita, con l’ IVA al 4% si arriverebbe a 200 euro circa.
Una cifra sempre elevata visto che parliamo di beni di prima necessità ma comunque accettabile.
Prendendola a ridere: dovremmo sperimentare l’ utilizzo delle piante aromatiche al posto degli assorbenti…costano meno e l’ IVA è al 5%”.