“Arrivano in ANCE L’Aquila le prime segnalazioni di disdette dei contratti nei cantieri della ricostruzione in città, da parte di associati, dovute al problema del rincaro indiscriminato dei materiali edili, dell’impennata selvaggia delle materie prime e dell’esplosione dei costi dell’energia causati alla pandemia prima, dalla guerra in corso poi, quando non da spregiudicate speculazioni e truffe.
Nessuna impresa può reggere una tempesta perfetta ad impatto così rapido e devastante e questo mette a rischio sia la ricostruzione pubblica e privata del post sisma che tutte le opere del PNRR.
Il sistema ANCE nazionale, come riportato ieri dalle cronache, è costretto a vie d’uscita drastiche ed ha già diffuso tra gli iscritti un modulo fac-simile per la possibile disdetta in massa dei cantieri, causa forza maggiore.
Una forza maggiore a cui non sembra esserci capacità di risposta immediata, come richiederebbe il dramma in atto non solo per le imprese, ma per gli stessi cittadini che non vedranno riconsegnarsi gli immobili di proprietà; stessa situazione per gli enti pubblici proprietari di immobili sottoposti a lavorazioni.
I contratti futuri con molta probabilità non verranno firmati e i cantieri in corso sono già una commessa a perdere”.
E’ l’allarme lanciato dal Presidente di ANCE L’Aquila Gianni Frattale all’indomani delle ultime consultazioni con i principali soggetti della filiera dell’edilizia e con i responsabili della compilazione dei prezzari e del loro aggiornamento ad una situazione fuori controllo.
“Ho il dovere di riconoscere” – continua il Presidente dei costruttori – “l’impegno e il senso di realtà del Commissario Legnini, del Comune dell’Aquila e dei responsabili degli Uffici Speciali che insieme alle categorie della filiera edile e alla nostra Associazione si stanno confrontando e stanno mettendo in campo ogni sforzo per un riallineamento dei prezzi, ma ad oggi ogni risultato è purtroppo insufficiente, non per loro responsabilità.
La risposta definitiva deve arrivare dal Governo, se non dall’Europa, attraverso una accelerazione sulle misure di intervento che riportino i prezzi ad un livello di congruità e che vadano a calmierare il far west attuale del mercato. Non ultimo l’aggiustamento del tetto massimo di spesa. Quest’ultimo ad oggi vanifica l’aumento, seppur perseguibile, delle singole voci del prezzario.
Ci auguriamo che il prezzario della regione Abruzzo, in corso di definizione, recepisca gli input provenienti dal confronto o che venga data la possibilità di attingere a strumenti diversificati, compreso il prezzario DEI vigente, l’unico che ad oggi sembra fotografare la realtà degli aumenti con più aderenza e che, viste le emergenze in corso, potrebbe essere universalmente riconosciuto, seppur di stampo privato, risparmiando su tempi ed energie.
Occorrono, inoltre, data la mutevolezza degli scenari, nuovi metodi di rilevazione prezzi e sistemi compensativi per i contratti futuri ma anche una revisione di quelli in corso, oltre ad un adeguamento delle progettazioni già effettuate.
Inoltre, data l’instabilità delle contingenze appare ragionevole prorogare tempi e scadenze del Super Bonus e ricostruzione di almeno un anno per consentire di ammortizzare le criticità.
Siamo ad un punto cruciale per il futuro dell’edilizia, un settore strategico che è passato in poche settimane dalla condizione di fulcro del rilancio nazionale allo scacco matto ed il tempo è un fattore da non trascurare più, se non si vuole che le nostre betoniere smettano di girare.