L’Aquila. Scherno e sfottò, anche questo è emerso dalle intercettazioni inerenti le inchieste su tangenti e gare truccate all’Aquila sul post-terremoto 2009.
Dodici le gare finite nel mirino della Procura del capoluogo Abruzzese, commesse per i lavori di restauro su immobili di interesse storico-culturale. Dalle indagini portate avanti da Carabinieri è venuto fuori un sistema di corruzione che ha coinvolto alcuni funzionari pubblici, del Mibact dell’Abruzzo, che sfruttando la loro posizione avrebbero creato un sistema di gestione delle gare clientelare, attribuendo incarichi professionali anche a parenti ed amici.
Dall’inchiesta sono scaturiti 10 arresti ai domiciliari, 5 interdizioni dall’attività professionale e altri 20 indagati: i provvedimenti riguardano funzionari pubblici, imprenditori e professionisti residenti nelle province di L’Aquila, Teramo, Pesaro Urbino e Bari, accusati a vario titolo di concorso in corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.