In Abruzzo tra il personale sanitario troppi contagiati e vittime sottaciute del Covid 19.
Da più parti ogni giorno ci segnalano gravi mancanze delle strutture sanitarie ed in particolar modo delle strutture private.
Le misure di protezione risultano non correttamente applicate nella loro interezza e, cosa assai preoccupante come i DPI – dispositivi di protezione individuali – siano insufficienti o addirittura assenti. Il problema non si pone solo per il personale medico o infermieristico ma per tutto il personale che lavora nelle strutture ed anche in modo indiretto è a contatto con i degenti.
Esiste una sorta di omertosa copertura a gravi mancanze nell’applicazione di tutte le misure di sicurezza e della dotazione dei DPI e cosa gravissima ma soprattutto spregevole emerge uno strisciante tentativo di puntare il dito sulla colpevolezza del personale per l’aumento del contagio. Se colpevoli esistono vanno ricercati altrove.
La UGL Abruzzo vuole dire forte e chiaro che il contagio degli operatori sanitari è da imputare alla mancanza dei dispositivi di sicurezza certificati e/o alla distribuzione di dispositivi non idonei a garantire la protezione richiesta in presenza di COVID 19.
Vogliamo dire chiaro, in modo inequivocabile quello che accade in alcune strutture: distribuite mascherine di tessuto in barba a tutte le raccomandazioni dell’OMS, e come non bastasse il personale viene invitato a lavarle a casa, in alcune strutture i locali per la vestizione e svestizione mancano dei requisiti richiesti in termini d aereazione, spazi non conformi e armadietti non idonei alla separazione sporco e pulito delle divise (… evidenze scientifiche mostrano che le divise possono essere contaminate da batteri potenzialmente patogeni, e che questa contaminazione aumenta progressivamente durante l’attività clinica (Pratt et al 2007).
Abbiamo assoluta contezza che si tratta di una emergenza straordinaria alla quale vanno applicate risposte straordinarie, non possiamo continuare in Abruzzo ad avere un atteggiamento superficiale e ripercorrere le strade del campanilismo, la politica deve essere quella del fare e non quella dell’apparire, vanno coinvolte ed ascoltate le persone interessate e non chi non è mai entrato in un ospedale o peggio ancora in un reparto.
Il sindacato vuol essere propositivo, costruttivo e non di contrapposizione non è questo il tempo!
IL SEGRETARIO
UGL ABRUZZO
Gianna De Amicis