Luco dei Marsi festeggia il secolo di vita di Domenico D’Ignazio. Una mattinata piena di sole ed emozione ha incorniciato ieri, 4 marzo, a Luco dei Marsi, la festa per i 100 anni di Domenico D’Ignazio, cui la sindaca Marivera De Rosa ha portato, insieme al vicesindaco Giovannone e all’assessore Claudia Angelucci in rappresentanza del Consiglio comunale, gli auguri e il grande abbraccio di tutta la Comunità. Il festeggiato, stretto nel calore dei suoi cari – le figlie Angela e Maria, il genero Agostino, i nipoti Tiziana e Sabrina, con i loro consorti Concezio e Bruno, Alessandro, Domenico e Lucia, i pronipoti Luca, Raul Ambra e Bruno – impeccabile e in splendida forma, ha aperto le porte della propria abitazione alla Delegazione cittadina, e ha spento le candeline del secolo di vita in un tripudio di fiori, tra la commozione dei presenti. “Dentro questo traguardo ragguardevole vi sono le tante prove difficili che hai superato, i sacrifici fatti per i tuoi cari, per offrire loro sicurezza e serenità, le tante conquiste guadagnate col sudore della fronte e l’impegno quotidiano, le meritate soddisfazioni raggiunte passo dopo passo. I tuoi figli hanno avuto nel tuo esempio, nella tua capacità di fare, e fare bene, la loro prima e più importante scuola nella vita”, ha detto la sindaca De Rosa rivolgendosi al festeggiato, di cui ha elogiato le qualità professionali e umane che, nel corso del tempo, “ne hanno caratterizzato la storia personale, contribuendo a costruire anche la nostra storia condivisa, di Comunità”. Il Decano dei nonni luchesi, rinomato muratore al tempo dell’impegno professionale, arriva a questo traguardo, già di per sé straordinario, in gran forma, attivo, autonomo e fresco di rinnovo di patente. “La pandemia purtroppo non ci consente di festeggiare come avremmo voluto”, ha spiegato la Sindaca, consegnando a Domenico, con un omaggio floreale, una pergamena e una targa, “Ma è una celebrazione ancora più preziosa, se possibile, proprio per tutto quello che rappresenta in questo tempo difficile. Tanti auguri!”.