MARCOZZI: BLOCCARE IMMEDIATAMENTE LE VELLEITA’ DI RIMBOSCHIMENTO POST-INCENDIO

Il M5S torna di nuovo sulla questione dei rimboschimenti post-incendio promossi dal Presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. A farlo in una dura nota è il Consigliere M5S, Sara Marcozzi alla vigilia della riunione tecnica che si terrà domani a Pescara convocata mentre ancora divampavano le fiamme sul Morrone e  finalizzata a valutare la possibilità di chiedere una deroga al divieto, previsto dalla legge, di rimboschimento immediato delle aree devastate dal fuoco.

I MOTIVI DI CONTRARIETA’

AMBIENTALI
“La legge è chiara” sottolinea Marcozzi “e tiene conto dei numerosi studi che dimostrano che i rimboschimenti artificiali post-incendio hanno provocato più danni che utilità alle aree interessate. A tal proposito numerosi sono gli studi e le pubblicazioni internazionali, nazionali e anche regionali in tema di misure post-incendio. Tra questi un recente e autorevole studio condotto dall’Università di Torino, dall’Università degli Studi di Padova e dal Corpo Forestale della Valle D’Aosta ha dimostrato come esista un effetto di facilitazione del naturale rimboschimento della vegetazione prodotto dalla sola gestione attiva della necromassa (un processo secondo cui la stessa vegetazione arsa o non più vivente viene trattata sul posto al fine di contribuire alla creazione di un microsistema che favorisca il processo di naturale rimboschimento).

Lo studio mette nero su bianco anche un secondo aspetto non meno rilevante. Infatti, dove la gestione del post-incendio è stata affrontata con le necromasse, la rigenerazione boschiva è stata maggiore rispetto al rimboschimento artificiale, con migliori risultati anche sulle biodiversità. Allo stesso tempo, lo studio ha registrato un’elevata mortalità degli alberi nelle aree in cui si è intervenuti attraverso opere di rimboschimento artificiale.  Esiste poi un’altra tipologia di intervento, già utilizzato con successo in diverse zone colpite dai devastanti incendi del 2007, tra cui le Gole di Popoli: quella della tramarratura che consiste nel taglio dei tronchi arsi qualche centimetro sotto il piano di campagna, processo che permetterebbe la facilitazione della nascita di nuove gemme”.

ECONOMICI
Il business del rimboschimento artificiale fa gola a numerosi portatori d’interesse. Proprio sulle pagine del quotidiano Il Centro abbiamo letto di un piano per il rimboschimento che vale almeno 300 milioni di euro. Soldi che potrebbero facilmente essere oggetto di speculazioni e azioni di sciacallaggio da parte di società e cooperative forestali che si occupano di rimboschimento. Non a caso, il legislatore ha inteso introdurre il divieto di rimboschimento nei primi 5 anni successivi all’evento incendiario.

“Per queste ragioni le parole del Presidente D’Alfonso e dell’Assessore Gerosolimo sull’immediato rimboschimento non possono che essere frutto di mera propaganda elettorale oppure di profonda ignoranza etica e legislativa. Le opere di rimboschimento naturale sopra elencate costerebbero di meno ai cittadini abruzzesi e avrebbero migliori effetti sui nostri boschi”.

In ultimo, l’affondo di Marcozzi all’operato della Giunta Regionale rispetto alla mancanza totale di prevenzione e programmazione: “Abbiamo a più riprese criticato le scelte sulla composizione dei fondi strutturali europei. Ancora una volta tocca evidenziare come la Giunta Regionale abbia deciso di tagliare del 50% le misure per la prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi: i soli 3 milioni di euro previsti nella programmazione 2014-2020 per tutta le regione sono del tutto insufficienti. Nella precedente programmazione si erano investiti 4,6 milioni di euro, anch’essi però totalmente inadeguati all’entità del nostro patrimonio naturale. Basti pensare che Regione Toscana, che non è la “Regione dei Parchi”, ha dedicato 12,5 milioni di euro sulla stessa misura. Infine, grazie alla NON-rivoluzione della macchina amministrativa adottata da D’Alfonso (che ha visto lo smantellamento di diversi dipartimenti, fra cui anche quello Agricoltura) a oggi, come si può evincere dal sito, non sono neanche stati attivati i bandi per la messa in cantiere di quei 3 milioni di euro. Questo governo regionale, dunque, ci ha dato l’ennesima prova della sua inadeguatezza e approssimazione. Gli abruzzesi meritano di meglio!” conclude Marcozzi.

 

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