“Evidentemente i consensi del PD e del Presidente D’Alfonso stanno crollando a picco, tanto da spingerli a raschiare il fondo del barile attribuendosi meriti che non hanno. Gli unici meriti sono quelli di pochi sindaci coraggiosi, capitanati dal sindaco di Fallo, che si sono fatti carico della questione con determinazione, che non si sono voluti piegare alle prepotenze del colosso ACEA nè alla inerzia della regione e da soli si sono costituiti in giudizio per vedere riconosciuto quanto gli spettava da anni” commenta Sara Marcozzi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.
“Ricordiamo al Presidente D’Alfonso e al consigliere Monaco che i Comuni hanno chiesto per anni invano il loro intervento che pare essere arrivato solo dopo l’interessamento alla vicenda da parte del M5S che nell’aprile dello scorso anno depositò interpellanza e sollecitò la Regione. Al fine di ristabilire la verità oggettiva sulla vicenda dei Comuni BIM Alto Sangro e sui sovracanoni dovuti da ACEA – spiega la Marcozzi – per completezza di informazione è opportuno un breve riepilogo. Con l’interpellanza del 19 Aprile 2016 , ho chiesto al Presidente di Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, se e quando la Regione avrebbe diffidato, come peraltro previsto dal regolamento regionale, la Società ACEA al pagamento degli arretrati dei sovra canoni BIM ai piccoli comuni. Il M5S aveva sollevato la questione dei crediti maturati, 9 milioni in complessivo e quasi quattro milioni di euro solo per le annualità 2013 e 2014, dai 60 Comuni abruzzesi e molisani appartenenti al Bacino Imbrifero Montano del Fiume Sangro nei confronti di Acea spa. Regione Abruzzo, nel mese di aprile 2016, dopo un paio di giorni dal deposito dell’interpellanza del MoVimento 5 Stelle, diffidava Acea a pagare entro 30 gg quanto dovuto per l’utilizzo delle acque nell’impianto idroelettrico di Sant’Angelo, pena la decadenza della concessione”.
“Acea spa, contro tale diffida – prosegue la consigliera ragionale – proponeva ricorso d’urgenza dinanzi il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte d’Appello di Roma coinvolgendo i 60 Comuni creditori con lo scopo di far dichiarare come non dovuti i sovracanoni che gli stessi Comuni avrebbero potuto utilizzare per opere ed infrastrutture in favore dei loro territori e dei loro cittadini. Con ordinanza del 25 ottobre 2016 il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche ha rigettato il ricorso presentato dalla potente multinazionale aprendo la strada al pagamento da parte di Acea spa di quanto dovuto ai Comuni delle aree interne abruzzesi-molisane. “Cosa abbia da rivendicare oggi il Presidente D’Alfonso e quali siano i suoi meriti nella vicenda – conclude la Marcozzi – è chiaro solo a lui!”