Il centro di valutazione della malattia, istituito dalla Asl 16 anni fa, oltre a fare la prima diagnosi, pianifica cure a distanza di mesi e anni, ed è un punto di riferimento per le famiglie dei malati per le modalità con cui gestire chi soffre della patologia.
I medici: “I primi sintomi, spesso sottovalutati e scambiati per normale invecchiamento, ritardano la diagnosi”.Ambulatori presenti al distretto sanitario di Avezzano e a Pescina: 1.100 visite l’anno.
AVEZZANO – Ritrovare un congiunto anziano, affetto da alzheimer, a vagabondare senza orientamento né meta oppure non riuscire a capire i suoi primi comportamenti ‘strani’ per mancanza di una diagnosi. Snodi cruciali e dolorosi che la famiglia, spesso da sola, si ritrova a gestire a causa di una patologia che getta il buio nella mente del malato. Situazioni molti difficili per le quali il Centro di valutazione dell’alzheimer della Asl, istituito nel 2000, resta un ‘faro’ nella notte della demenza, tipica dell’età senile ma purtroppo in alcuni casi già silente in età meno avanzata. Si tratta di un servizio, diretto da Maria Carmela Lechiara e che fa capo al direttore del reparto geriatria dell’ospedale di Avezzano, prof. Giovambattista Desideri, che effettua una prima diagnosi della patologia, attiva una rete di controlli clinici sul malato, pianifica visite periodiche e sostiene le famiglie. Il centro Asl, che si avvale di più ambulatori, dislocati in aree anche periferiche della Marsica, oltre alla funzione strettamente sanitaria, svolge un ruolo fondamentale
nell’informare nel dettaglio la famiglia sulle complicanze e sulla progressione della malattia e, soprattutto, sulle regole da seguire per prevenire pericolose conseguenze legate ad alcuni comportamenti del paziente. Le statistiche della Asl parlano di oltre 600 casi accertati di alzheimer in Marsica ma le dimensioni sono molto più ampie perché si stima che vi siano almeno altri 200 malati che restano fuori dai registri ufficiali degli ambulatori. I motivi? “Non di rado”, dichiara il prof. Desideri, “i sintomi iniziali della malattia vengono scambiati come normale aspetto legato all’avanzare dell’età, esempio tipico la perdita di memoria, e per tale ragione l’anziano non viene portato all’attenzione dello specialista e sottoposto a visita di accertamento. Non esistono cure per la demenza”, aggiunge Desideri”, e, almeno finora, non c’è modo di arrestare la progressione della malattia. Quando la memoria, il pensiero e la capacità di giudizio calano e si deteriorano, il malato ha bisogno di qualcuno che si occupi di tutti gli aspetti più elementari della vita quotidiana. Sono le famiglie ad assumersi la responsabilità e la cura dei loro cari ma anche le famiglie hanno bisogno di aiuto. La malattia si manifesta in genere dai 65 anni in su ed è legata ovviamente al progressivo invecchiamento della popolazione, fenomeno che riguarda tutto il mondo e l’Italia e, in modo rilevante, anche la nostra Regione”. Le visite compiute dal centro Alzheimer della Asl sono circa 1.100 l’anno. Il servizio dispone di due ambulatori: ad Avezzano, al distretto sanitario di via Monte Velino, e al Pta (presidio territoriale di assistenza) di Pescina, dove il centro alzheimer nacque 16 anni fa. La presenza del servizio nella Valle del Giovenco è fondamentale perché portare a visita periodica il malato con questa demenza senile comporta la mobilitazione di più familiari e forti disagi. I pazienti che risiedono nei numerosi Comuni della Valle del Giovenco, grazie alla presenza di ambulatori a Pescina, non sono quindi costretti a spostarsi ad Avezzano. Le visite sui malati, a seconda del grado di progressione dell’alzheimer, vengono seguiti, dopo la diagnosi iniziale, a intervalli di 3 e 6 mesi oppure con cadenze più lunghe.