Meteo. Nello scorso editoriale parlavamo di un’area di alta pressione di matrice Subtropicale, la quale sta interessando l’Europa occidentale e le Isole Britanniche. Il vigoroso tessuto anticiclonico (a causa dell’insistenza dell’alta pressione determinante in base ad altre figure bariche) di cui esponevamo nello scorso editoriale risulta indebolito nel suo tessuto che ha risvolti depressionari secondo il campo di pressione livellata tra la quota e il suolo (temporali di calore sull’arco alpino in sfondamento fino alle aree pianeggiante) da maggiori strutture bariche a più larga scala e sicuramente non facenti capo alle aree di bassa pressione di origine termica che si sono generate al di sopra delle cime delle montagne. Per tali cause concatenanti abbiamo più volte parlato della possibilità che la struttura sia potuta cedere a più ampie riprese o estensioni verso il territorio europeo e britannico. In effetti, come mi è stato anche domandato secondo ciò che è stato acquisito insieme, nello scorso editoriale abbiamo esposto insieme il materiale raccolto rappresentante i dati empirici raccolti nei giorni trascorsi. I valori di alta pressione si sono presentati tali solo in quota e in determinate aree geografiche che inquadrano aree di certo non modeste ma a più ampia scala, ove avviene la subsidenza atmosferica che provoca i moti di compressione dell’aria, in effetti subsidenza atmosferica vuol dire schiacciamento verso il basso ove l’aria calda dovuta all’insolazione consente di rimanere incastonata, sicuramente non è ad esclusione dell’eccessivo effetto serra che in tutti i modi si cerca di riequilibrare tramite conferenze politiche, sociali ed economiche per arginare i riverberi di calore attinenti anche all’inerzia termica nelle grandi aree urbane o nei centri urbani. L’Anticiclone delle Azzorre subirà una decisa spinta ondulatoria, da parte dell’onda di Rossby, in questo modo il tessuto verrà a sgualcirsi perché scalfito dalle gocce fredde precedentemente legate al flusso zonale atlantico, le quali inizieranno a penetrare maggiormente sino al bacino del Mediterraneo nel tessuto anticiclonico che si è venuto ad instaurare a forma di chiocciola sull’intera area euro-mediterranea. L’Anticiclone delle Azzorre con la sua struttura oceanica o tropicale-marittima costituente un unico e centrale nonché amplificato valore di alta pressione supporterà nel fase di trapassamento una struttura di bassa pressione a mo’ di conchiglia, perché chiusa e concentrica, smontando le altre lacune bariche o gocce fredde che convogliavano oltre a favorire la subsidenza atmosferica in conformazione alla morfologia territoriale a cui si abbina e per quale orografia territoriale subiscono delle trasformazioni a livello sia verticale (tuttavia verso il basso e il consequenziale ristagno) con i valori massimi della colonnina di mercurio sui settori settentrionali proprio perché aree di pianura al di sopra dei 40 gradi centigradi nel Regno Unito e in Germania, in particolare ad Amburgo. Si è trattato di masse d’aria calda avendo composizione sia verticale che orizzontale determinate dalla presenza della Cella di Hadley, cella di circolazione tropicale a cui appartengono una fascia di alte pressioni facenti capo alla cintura tropicale e subtropicale, ove si generano espansioni calde che si impregnano di umidità appena giungono a sorvolare il bacino del Mediterraneo e i suoi bacini ove l’agitazione molecolare è distanziata perché la proprietà intrinseca dell’aria surriscaldata e in misura minore tale dall’escursione termica è proprio la sua leggerezza, in aree di pianura dove l’escursione termica non sussiste come in montagna, è assicurata dalla subsidenza atmosferica, ma non funzionando in Estate l’escursione termica come nelle aree interne desertiche, anche le notti risultano tropicali (mediante temperature minime intorno ai 24-25 gradi Centigradi), esattamente come le aree costiere, ad esempio tirreniche e ioniche, più umide fatta eccezione per il basso Ionio, specie se esposte durante il giorno alle brezze marine, notatesi la salsedine e l’umidità condensatasi grazie al rilascio di calore più lento del mare sui tettucci delle auto, diversamente in Inverno con un’avvezione calda o molto mite sulla superficie marina più fredda dopo il riscaldamento secondo la norma con il suo massimo apice in Autunno (quest’anno di 30 gradi, temperature tropicali in anticipo e al di sopra della media climatica).
Evoluzione meteo
L’Anticiclone delle Azzorre si estenderà lungo i meridiani e la situazione meteorologica muterà i suoi connotati in stampo tipico della stagione estiva in atto, in paragone ad un’evoluzione nel lasso di tempo impiegato. La fine del mese di Luglio vedrà una lenta perdita di struttura da parte della struttura di alta pressione che si ritirerà in modo longitudinale lasciando spazio ad una saccatura atlantica annessa al cavo d’onda collegato al Vortice Canadese collegato alla Cella di Ferrel (attinente alle nostre medie latitudini) presente in prossimità della Penisola Scandinava. Questo cambio di configurazione sarà predisposto per quanto concerne la settimana in corso quando si vedranno le prime avvisaglie date dalle infiltrazioni un po’ più fresche che demoliranno solo in parte la struttura di alta pressione. Il promontorio in quota non vi sarà più presente e la sua esistenza sarà riserbata alle sole regioni centrali e meridionali, per essere successivamente indebolita dal transito di un fronte freddo in accordo o allacciato all’asse della saccatura atlantiche che transiterà soltanto sulle regioni del Nord Italia ove la convergenza dei venti al suolo incrementerà la coda della perturbazione che di solito è la parte più deboli. Gli impulsi freschi e instabili in quota alimenteranno una serie di cumulonembi scaturenti dalla convergenza delle correnti d’aria, specie dei moti verticali non solo orizzontali in ascesa all’interno di un profilo adiabatico saturo e variabile di temperatura al variare della quota, creando veri e proprie deviazioni a seconda della collocazione dell’area di bassa pressione richiamante da sud-ovest, Libeccio e Ostro, molto più carichi di umidità per le cause-effetto di sopra citate. La divergenza dei venti produce anche locali correnti discensionali o downburst sotto forma di raffiche di vento una volta che dal settore di nord-ovest, la linea temporalesca non si sia spostata verso nord-est richiamando per il calore latente di condensazione rilasciato altra aria caldo-umida convogliata dai bassi strati della Val Padana. Si tratterà di rovesci o temporali, di modesta intensità, ma localmente anche intensi sui settori di nord-est: ipotizzabili anche strutture temporalesche mesocicloniche o a carattere di Supercella. Le aree circostanti ribadisco assisteranno ad un graduale riassorbimento della fenomenologia; secondo la curvatura ciclonica e anticicloni nella parte sottostante in ritirata, infatti, le aree circostanti saranno interessate da rovesci di pioggia di modica intensità nonché un ramo o fronte freddo scivolerà lungo il versante adriatico del Centro-Sud entro mercoledì quando sarà coinvolto anche l’Appennino tosco-emiliano e romagnolo. Il versante adriatico del nostro Appennino abruzzese sperimenterà di nuovo dalla metà di questa settimana, incudini temporalesche o cumulonembi in formazione in ambedue i contesti mattutini e pomeridiani e facenti capo alla perturbazione a causa del contesto strettamente annesso al sistema frontale a carattere freddo che, dal punto di vista della nostra geografia e orografia territoriale, interesserà il Nord Italia attraverso piogge e ventilazione settentrionale in accentuazione attraverso un abbassamento temporaneo delle temperature e un refrigerio in estensione fino all’area adriatica e successivamente ionica, di cui la Marsica e il settore tirrenico centrale e meridionale per i vacanzieri estivi di talune giornate resterà fortunatamente all’asciutto non per l’emergenza siccità che grava sulle colture specie della regione Lazio, ove la Protezione Civile ha emanato precedentemente a tale editoriale un bollettino di allerta meteo attraverso il comunicato stampa. La ventilazione e le temperature scenderanno sia nei valori massimi che minimo annunciando una rinfrescata nel fine settimana in maniera accentuata anche sulle regioni centrali e centro-meridionali, il maltempo interesserà soltanto le aree adriatiche del Centro-Nord, ossia l’Emilia Romagna e il Veneto. Probabile che tale instabilità atmosferica più accesa al Centro-Nord lambirà solo le nostre zone interne appenniniche centrali, fatta eccezione nel fine settimana del Sud Italia e sulle due Isole Maggiori, inclusi i settori tirrenici centrali e meridionali dove continuerà a fare decisamente caldo nonostante il temporaneo refrigerio. Ebbene, non vi saranno altri passaggi instabili in procinto di catturare l’attenzione nelle giornate a venire e dalla settimana prossima, almeno al suo inizio, per non spingerci molto nel long range, il così denominato Anticiclone nord-africano, riprenderà le redini del contesto italico-mediterraneo, ripristinando valori massimi al di sopra della norma su tutta la penisola. Ne torneremo a parlare nel prossimo aggiornamento, trattandosi di ipotesi di tempo data la distanza di tempo che ci separa lo stesso da quest’ultima tendenza pur essendo ampiamente prevedibile secondo una percentuale di attendibilità essendo un’area di alta pressione. Sarà lo stesso da prendere tale tendenza meteo con le dovute pinze, anche su presumibili quadri ipotetici per la prima decade di Agosto, sempre molto tipici del periodo in atto come la cosiddetta “Burrasca di fine Agosto” solitamente scandita dal transito di una perturbazione sotto le sembianze di un esteso fronte freddo e temporalesco appena dopo la decade successiva di Ferragosto, differentemente parlando.
Vi ringrazio e al prossimo appuntamento meteo in forma scritta nel prossimo editoriale di approfondimento di Meteorologia.
Riccardo Cicchetti