Meteo. Gli scorsi aggiornamenti vertevano sul fatto che le masse d’aria e le perturbazioni riacquisissero a partire anche dalle osservazioni degli indici tele-connettivi e dei grafici ensemble, una certa dinamicità, tanto latitante per tutta la prima parte d’Autunno. In effetti il Mediterraneo e la circolazione atmosferica a livello europeo sta ultimamente vedendo gli ultimi cedimenti dell’area di alta pressione in quota che ci ha sorvolato per un diverso periodo di tempo rinforzandosi a fasi alterne identificando, dopo un’Estate di San Martino di largo respiro, la quale ha rispettato le sue caratteristiche, una progressione sempre più consistente dell’Autunno dal punto di vista meteorologico rimanendo a priori nel contesto equinoziale, ossia dal punto di vista astronomico, dove l’irraggiamento notturno ha determinato comunque il fenomeno dell’inversione termica, ma non sempre è stata presente la nebbia a causa del rinforzo della ventilazione dai quadranti occidentali e nord-occidentali dovuta alla predominanza moderata di un flusso zonale atlantico. I numerosi blocchi anticiclonici in formazione in Oceano Atlantico e sulla Penisola Scandinava ci segnalano, infatti, esattamente il fenomeno contrario, ossia una par si voglia non solo iniziale retrogressione fredda prima che i runs (corse) modellistici si riassestino ad un autonomo flusso zonale proteso grazie alle correnti atlantiche deviano di traiettoria grazie ai moti dell’anticiclone scandinavo dovuto ad un’anomalia positiva di pressione atmosferica su taluni territori geografici ivi appartenenti all’Europa settentrionali che, in combutta con l’Anticiclone delle Azzorre, di solito vengono ospitati dalle masse d’aria fredda di origine artica, le prime invasioni stagionali aventi matrici più artico-continentali che artico-marittima, ma in tal caso nel lungo termine inquadrate nelle ipotesi coerenti solo nel brevissimo periodo previsionale di far entrare i fronti nord-atlantici nel Mediterraneo come se essi stessi fossero un connubio tra di loro, a volte proprio in grado di formare questa destabilizzazione, acquisita soprattutto dalle depressioni inquadrabili dalle nubi esagonali sul Mare del Nord e precedentemente colando a capofitto sul Nord Atlantico e il Mar Baltico (una tendenza ancora da confermare anche e soprattutto dalle interpretazioni delle ultime emissioni modellistiche).
EVOLUZIONE DEL TEMPO
Una circolazione di bassa pressione o comunemente nota come circolazione instabile sopravvive sulle aree balcaniche perché alimentata dalle correnti umide e instabili in discesa sull’Europa orientale direttamente dal Nord Europa. Questa circolazione retrograda provvisoria, una delle prime premonitrici di questa stagione autunnale verso il Solstizio d’Inverno e in primis dell’Inverno astronomico in ingresso il primo Dicembre come ogni anno, si sta trasformando in un ciclone extratropicale di matrice mediterranea arrotondando come nel nostro emisfero è lecito mediante il moto di deviazione indotto dalla rotazione terrestre da parte di Coriolis, in senso antiorario nel nostro emisfero settentrionale o boreale e in moto da est verso ovest come si suol dire un annuncio contrario alla circolazione umida atlantica, ma sembrerebbe per ora solo contemporaneamente. In Atlantico vige l’estensione anticiclonica che ripiegando su sé stessa devia verso l’anticiclone scandinavo quella anomalia che catapulta le perturbazioni nord-atlantiche verso l’Europa centrale, l’Italia e il Mediterraneo occidentale. La nuvolosità variabile di queste ultime giornate non sarà un lontano ricordo, le minori fasi soleggiate sono nettamente unite al contesto; tuttavia, c’è una maggiore ingerenza atlantica che scava e ripercuote ritirando nei loro ranghi le alte pressioni fin troppo ingombranti sullo scenario euro-mediterraneo. L’aria moderatamente fredda in quota di origine polare-marittima avrà dunque la meglio ed entrerà con le isoterme di stampo novembrino ad interrompere la mitezza fino ad ora riconfermata e riconstata anche in quota nonostante le correnti d’aria fredda prendendo da apporto precipitativo il versante adriatico abbiano proposto il cappello di neve solo sul settore orientale e nord-orientale dell’Appennino, il primo velo di neve più tipico da abbigliamento ottobrino che novembrino, non tenendo in considerazione ottobrate seppur con la veste dell’escursione termica di sera, di notte e al primo mattino. Il cambio da armadio sarà completo anche se ritardato dalle lunghe ottobrate aizzate dalla oramai trascorsa mitezza dell’Anticiclone nord-africano, un’area di alta pressione a mo’ di promontorio in quota di matrice subtropicale che ha avuto la meglio nelle scorse settimane, salvo le brevi nebbie mattutine da prime inversioni termiche. Nella giornata di domenica la nuvolosità si presenterà meno irregolare, più diffusa e presenterà la possibilità di rovesci di pioggia, localmente più forti e a tratti moderati sia sul settore occidentale che soprattutto orientale delle regioni meridionali e centrali, fino a coinvolgere le aree interne risalendo dalle regioni del Sud Italia, ove maggiormente bersagliate saranno Puglia meridionale, Calabria e Sicilia sud-orientale dove potrebbero essere localmente di forte intensità e assumere a tratti carattere temporalesco, mentre il Tirreno sarà coinvolto da piogge tra il moderato e il forte e la nuvolosità sarà maggiormente colma di nembostrati che di cumulogenesi; prima di talune sicuramente gli altocumuli tra cui ricordiamo i floccus e i castellanus, in tal senso e nella maggior parte dei monitoraggi anche in nowcasting in grado di presagire all’instabilità del tempo e al cambio di rotta vero e proprio al peggioramento delle condizioni meteorologiche. Anche le giornate di lunedì saranno all’insegna della nuvolosità variabile; durante tale periodo è più probabile che piova sulle regioni di nord-est e lungo il versante adriatico. Sulle nostre zone interne abruzzesi saremo sorvolati solo da nubi e deboli piogge, alternate a schiarite sul resto delle regioni centrali. Le nevicate riguarderanno i settori alpini nord-orientali e orientali fino a quote medie, mentre sull’Appennino la neve avrà modo di coprire gran parte delle cime, compreso il nostro Appennino centrale abruzzese, da non escludere assolutamente in tal senso, spesso segno che conduce al tempo atmosferico spiccatamente variabile secondo i detti o i proverbi dei nostri vecchi che hanno anche un fondo di verità scientifica nonostante siano come ben sappiamo solo proverbi comunque uniti a capacità divulgative e interpretative dal punto di vista delle osservazioni meteorologiche. La situazione di sblocco in sede atlantica farà sì che saranno le regioni settentrionali, a partire dai settori di nord-ovest e il versante ligure e occidentale tirrenico tra martedì e mercoledì a vivere un severo peggioramento delle condizioni meteorologiche, più repentino del precedente. In tali casi la ventilazione dapprima disposta da est/sud-est e successivamente da nord-est in cessazione mediante l’alleviamento dei venti con la comparsa anche di nebbie temporanee nelle vallate delle aree montuose e nelle conche nonché in transito a banchi nelle aree di pianura, cambi di traiettoria annunciando l’avanguardia di un fronte freddo nord-atlantico che sbaraglierà da prima le fauci dell’Anticiclone delle Azzorre che si ritirerà nel suo luogo originario facendo trapassare una serie di perturbazioni atlantiche in seno alla corrente a getto e al flusso zonale atlantico in ripresa nelle più basse quote e in diminuzione di latitudine. Per il Nord Italia, dopo la breve tregua anche a tratti soleggiata di lunedì che farà intravedere un po’ di neve sulle montagne, martedì e mercoledì saranno le giornate clou del maltempo avente connotati pienamente autunnali, successivamente si dirigerà anche verso il Centro-Nord e le regioni del Centro-Sud e i settori tirrenici nella giornata di giovedì 17 Novembre 2022, avendo larga veduta anche sulla nostra regione Abruzzo estendendosi sui settori interne a partire da ovest e riversando su di esse, dopo le deboli/moderate piogge rispetto a talune, nuovi rovesci di pioggia anche a carattere temporalesco, con i venti in rotazione da Libeccio a Maestrale e la probabilità che possano essere localmente anche intensi fino alle aree molisane e interne delle regioni meridionali, coinvolgendole tutte nella stessa giornata di mercoledì. La diminuzione della colonnina di mercurio (Wind Chill o temperatura percepita in aumento a causa delle raffiche di Maestrale oltre che a tratti con veloci folate discensionali o di downbursts) sarà significativa solo rispetto alla giornata di lunedì, ma il contesto meteo-climatico rimarrà ancorato al periodo novembrino rientrando nella norma di quest’ultimo mese. La seconda perturbazione, presentandosi con la sua coda, parte meno intensa e dai connotati nord-atlantici, non si sbloccherà facilmente e dopo un breve spiraglio di maltempo da metà settimana all’insegna della nuvolosità variabile, nel fine settimana un nuovo carico di neve su tutto l’arco alpino ci attende fino a quote medio-alte, medie per il periodo e l’altezza dei monti, nonché anche il Gran Sasso e la Maiella faranno il pienone di coltre nevosa in quota, facendo sì che stavolta il Centro-Sud e tutto l’Abruzzo, dunque anche orientale, facciano di nuovo i conti con le piogge sparse e lo sbalzo di temperatura dal punto di vista delle temperature minime. Ne torneremo a parlare nel prossimo aggiornamento meteo, data la distanza di tempo che ci separa specie dalla precedente tendenza oltre a quella appena illustrata e dedotta dalle ultime interpretazioni modellistiche.
Fonte immagine principale di sfondo dell’editoriale di approfondimento meteo estrapolata dal seguente sito web: https://siviaggia.it/meteo/arrivano-piogge-cala-pesantemente-autunno-italia/215168/
Grazie e arrivederci.
Divulgatore scientifico: Riccardo Cicchetti