Tanto clamore per nulla: si potrebbe sintetizzare in questo modo la vicenda della sanità marsicana e lo stato dell’ospedale di Avezzano. Molte proteste, tanti annunci, passerelle e propaganda ma nessuna soluzione.L’emblema di questa grande farsa può essere ben rappresentata dall’ormai celebre questione della tensostruttura: annunciata in pompa magna come fosse la soluzione a tutti i problemi e oggi ancora non funzionante. Secondo le promesse del Presidente Marsilio e dei Consiglieri regionali Angelosante e Quaglieri la struttura mobile sarebbe dovuta entrare in piena funzione entro il 15 novembre ma come tutte le altre promesse non mantenute, ad oggi, risulta ancora inservibile.Allo stesso modo il tanto sbandierato rapporto con i privati non ha prodotto nulla, se non confusione e intendimenti disattesi: come il caso dei 67 posti nella clinica Immacolata di Celano che sono certamente un intervento tardivo e insufficiente.Ma ciò che più di ogni altra cosa preoccupa è lo stato in cui versano i reparti ospedalieri, vittime della totale assenza di programmazione per affrontare l’emergenza e progressivamente trasformati in reparti COVID a causa del dilagare dei contagi.L’ospedale di Avezzano avrà bisogno di anni per tornare all’operatività pre-emergenziale.Siamo di fronte ad una riduzione di servizi e prestazioni mai subita prima dal nostro nosocomio che , va detto, presentava carenze strutturali e funzionali già prima della pandemia.Duecento posti letto per una popolazione di 130.000 abitanti (a cui vanno aggiunti i bacini di utenza delle province e regioni confinanti) è una dotazione insufficiente che, anche alla luce dei recenti stravolgimenti della sanità locale, andrà rivista e dimensionata in relazione alle reali necessità del territorio.Quando finalmente la Regione si degnerà di elaborare l’atto aziendale potremo finalmente discutere di posti letto sufficienti e della costruzione del nuovo ospedale che la Marsica aspetta da anni. Fino ad allora però, quello che non possiamo più accettare, è un trattamento della nostra città e della sanità Marsicana come territorio di serie B. Nelle settimane passate abbiamo assistito ad una vera e propria pantomima in cui Regione e ASL si sono sottratte alle loro responsabilità. Molti sindaci del territorio marsicano hanno sostenuto la richiesta di commissariamento dell’Azienda sanitaria rafforzando la nostra posizione, espressa con chiarezza nel Consiglio comunale del 13 novembre scorso.Tale richiesta è stata purtroppo indebolita dalla posizione ambigua del Comune di Avezzano che non ha richiesto il Commissario ma ha preferito suggerire una sorta di affiancamento, non meglio specificato del manager Testa.Tale posizione, molto controversa, ha rappresentato un “peccato originale” anche per il cosiddetto parlamentino dei sindaci dove la compattezza degli amministratori marsicani è stata pregiudicata e compromessa dalla posizione dagli esponenti del centrodestra con i quali il Sindaco di Avezzano si era proposto di mediare. Mediazione fallita che ha diviso i sindaci e portato ad un nulla di fatto.Rispetto a tutto questo, quello che emerge con chiarezza è l’irreparabile danno per il territorio, privato di un servizio sanitario all’altezza della crisi e vittima di un gioco politico trasversalista e inconcludente.Il nostro Partito continua a sostenere quei sindaci che con coraggio e chiarezza hanno chiesto provvedimenti severi sulla gestione della ASL e con tutti quegli operatori della sanità che continuano a chiedere, inascoltati, di fare presto.Basta con le promesse vane e con le passerelle: la città di Avezzano e la Marsica pretendono soluzioni immediate!