PESCARA MI PIACE:” LA GIUNTA ALESSANDRINI EFFETTUI CONTROLLI SULLA DITTA CHE SI OCCUPA DELLE PUBBLICHE AFFISSIONI NEL COMUNE DI PESCARA”

 “L’Associazione ‘Pescara .- Mi piace’ chiede alla giunta Alessandrini di effettuare una verifica sul rispetto delle norme contrattuali da parte dell’Ica Srl, la società che gestisce il servizio delle Pubbliche affissioni del Comune di Pescara dopo aver vinto una gara d’appalto. Il sindaco ha il dovere di verificare che la società, che opera per suo conto, rispetti i rapporti sindacali con i propri dipendenti, che vengano rispettate le previsioni del contratto, stipulato nel 2016, e che tutti i dipendenti previsti negli uffici di Pescara stiano operando effettivamente in quegli uffici o, piuttosto, che non siano stati delocalizzati in altre città vicine. L’istanza è stata presentata nel corso dell’ultima seduta della Commissione Vigilanza, presieduta dal capogruppo Carlo Masci, alla quale l’Ugl, con la segretaria regionale Gianna De Amicis, ha sottoposto il ‘caso’ inerente il licenziamento di un dipendente, avvenuto lo scorso ottobre, con una procedura che, in base a quanto denunciato dalla stessa Ugl, avrebbe violato i rapporti sindacali”. Lo ha detto Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, al termine della seduta della Commissione alla quale ha preso parte anche la dirigente ai Tributi del Comune Gabriella Pollio e il Segretario provinciale dell’Ugl Roberto Di Luca.

“A far accendere i riflettori sull’operato della società è stato proprio quel licenziamento che ha di fatto scoperchiato una pentola in piena ebollizione – ha sottolineato Foschi -. In sostanza l’Ica avrebbe vinto l’appalto nel 2015, ma il contratto è stato stipulato solo nel 2016 e la grossa novità contenuta in quell’atto è l’ampliamento dell’orario di lavoro, con l’istituzione di 4 rientri pomeridiani settimanali anziché gli attuali due rientri. In realtà, seppur prevista nel contratto, quella novità o, meglio, quell’obbligo non è mai divenuto operativo, sino allo scorso ottobre quando, dall’oggi al domani, i responsabili della società avrebbero fatto sapere ai dipendenti che dal lunedì successivo sarebbe entrato in vigore il nuovo orario di lavoro, senza alcuna concertazione sindacale, senza alcuna informazione preventiva, facendo ricadere sui dipendenti i relativi oneri e pesi. Ovviamente tale disposizione improvvisa ha generato il malcontento tra i lavoratori che hanno convocato un’assemblea sindacale, alla quale si è presentato anche un dirigente dell’Ica, ma sostenendo ufficialmente di partecipare, anch’egli, in qualità di lavoratore, dunque ‘collega’ iscritto ad altro sindacato. Durante l’Assemblea sarebbero volate parole grosse tra il dirigente-lavoratore e un altro dipendente, come accade in tutte le Assemblee sindacali animate, ed è qui che è scoppiato il bubbone, perché, chiusa la riunione, il lavoratore ha reindossato la veste del dirigente e, sentendosi evidentemente offeso dal collega, ha avviato una contestazione disciplinare nei suoi confronti. Alla replica dell’Ugl, il dirigente ha risposto con il licenziamento del lavoratore, un dipendente che da 14 anni opera nell’Ufficio Pubbliche affissioni di cui rappresenta una delle memorie storiche. Ora, se è vero che il Comune non può teoricamente interferire nei rapporti tra la società prestatrice di servizio e i propri dipendenti, è anche vero che la stessa amministrazione ha invece voce in capitolo sul rispetto delle norme contrattuali da parte della società. Ovvero: se il contratto di lavoro è stato firmato nel 2016, perché la Ica non ha applicato subito l’ampliamento dell’orario di servizio aspettando addirittura un anno? Perché non ha utilizzato quell’anno di tempo per fare la regolare contrattazione con i sindacati imposta dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro? E perché dopo aver perso un anno, di fatto non rispettando il contratto con l’amministrazione comunale, all’improvviso ha deciso di procedere con l’estensione dell’orario pretendendo di imporre la modifica ai propri dipendenti in tre giorni? E perché la giunta Alessandrini in quell’anno perso non ha contestato alla Ica il mancato rispetto del contratto d’appalto, e soprattutto quante ore di servizio sono state pagate dal Comune alla Ica, quelle effettivamente svolte con soli due rientri pomeridiani a settimana o con quattro rientri? È chiaro – ha sottolineato Foschi – che siamo di fronte a una situazione di forte ambiguità che va chiarita e spetta al sindaco Alessandrini fornire tali risposte. Non solo: durante la Commissione, è emerso che nel contratto d’appalto è previsto che l’Ica operi nell’ufficio Affissioni con un numero di dipendenti che però non corrisponde alla realtà, ovvero alcuni di quei lavoratori, sulla carta previsti nell’ufficio di Pescara, e pagati all’Ica dal Comune di Pescara, in realtà vengono impiegati in altre città, come Ortona, Lanciano, addirittura Guidonia o Scampia. Riteniamo che sulla vicenda vada aperta immediatamente una Commissione d’indagine perché l’amministrazione comunale non può limitarsi a esternalizzare i servizi senza esercitare alcuna funzione di controllo sulle società che si aggiudicano le attività e ignorando anche gli eventuali comportamenti antisindacali”.

 

Armando Foschi

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