PESCARA MI PIACE: “TORNA L’INCUBO DELL’ACQUA POTABILE”

“Torna l’incubo inquinamento dell’acqua potabile a Porta Nuova: gli operatori dell’Aca hanno prelevato campioni di acqua dai rubinetti dell’Istituto scolastico comprensivo numero 6, in via Scarfoglio, e in alcune abitazioni circostanti, ma nessuna Istituzione ha avvisato la città su cosa stia accadendo. È successo due giorni fa, il 25 ottobre scorso, come un’operazione ‘carbonara’, condotta cercando di non destare attenzione, e sulla quale a oggi né i vertici di Aca, né la Asl, né tantomeno il sindaco-fantasma Alessandrini hanno detto una sola parola per informare cittadini e genitori del quartiere. A questo punto ci chiediamo perché quei campionamenti li stia facendo l’Aca anziché la Asl, e cosa stia accadendo di nuovo nel quartiere Pineta dopo la chiusura delle fontanine dell’Aurum, di piazza Grue e anche del plesso del Liceo scientifico situato nella stessa piazza”. A rendere nota la vicenda è stato Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ informato dai residenti di via Scarfoglio.

“Dopo il caos iniziale e la bagarre esplosa sul ‘caso’, il Comune di Pescara ha fatto di tutto per far scendere il silenzio sulla vicenda dell’acqua potabile inquinata delle fontanine pubbliche, ma anche di scuole e abitazioni private, tanto da aver lasciato per diversi giorni a secco oltre 300 cittadini di Porta Nuova – ha ricordato Foschi -, imponendo il divieto di consumare l’acqua del rubinetto. La Asl parlava della presenza di colifecali, poi di metalli pesanti come il ferro, e dopo una violenta baruffa con l’Aca avvenuta in Commissione, all’improvviso è sceso il silenzio. Progressivamente il Comune ha fatto sparire i divieti di utilizzo dell’acqua delle fontanine pubbliche, appena due giorni fa è stata riaperta la fontanella di via Tirino, di fronte a un parco pubblico, che neanche si sapeva che era stata chiusa. E di fatto nessuno ha poi spiegato alla città cosa sia effettivamente successo. Ma ora ci risiamo: il 25 ottobre scorso, dunque a un mese esatto dall’allarme di settembre, alcuni operai dell’Aca si sono presentati nei locali dell’Istituto Comprensivo numero 6, in via Scarfoglio, e hanno prelevato dei campioni d’acqua dai rubinetti. Interrogati da alcune mamme, casualmente presenti sul posto, circa quei campionamenti inaspettati e non annunciati, gli operai non hanno fornito spiegazioni, ma si sono lasciati sfuggire di aver effettuato, nella stessa mattinata, altri prelievi anche in alcune abitazioni della stessa zona. La notizia ha subito fatto il giro del quartiere, mettendo innanzitutto in allarme i genitori dei bambini della scuola di via Scarfoglio, cui, di fatto, le famiglie hanno ovviamente vietato di bere l’acqua del rubinetto dei bagni. Ma sono in allarme anche i residenti del quartiere perché è evidente che l’acqua che esce dai rubinetti della scuola è la stessa che fuoriesce dai rubinetti delle case di via Scarfoglio, via De Cecco, via De Titta, viale della Pineta e tutto il circondario. A questo punto l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede al sindaco Alessandrini di uscire allo scoperto e dare spiegazioni alla città – ha proseguito Foschi -: perché l’Aca ha eseguito i nuovi prelievi e in maniera specifica lo ha fatto in via Scarfoglio? Perché quei campionamenti sono stati eseguiti dall’Aca e non dalla Asl, delegata per legge a tale compito? Quali sono i risultati di quei prelievi, ovvero l’acqua è completamente potabile o di nuovo è stata riscontrata la presenza di colifecali o metalli? E soprattutto perché tali operazioni, che dovrebbero avvenire alla luce del sole, all’insegna della massima trasparenza proprio per dare tranquillità ai cittadini, vengono al contrario condotte nella massima segretezza? Cos’ha da nascondere la giunta Alessandrini? E dove sono finiti i campionamenti suppletivi che l’assessore delegata Di Carlo aveva annunciato che avrebbe affidato a Enti terzi, pagandoli di tasca propria, non fidandosi più né della Asl di Pescara né dell’Aca di Pescara-Chieti? Ovviamente – ha aggiunto Foschi – della vicenda interesseremo la Commissione comunale Vigilanza per chiedere di convocare una riunione urgente con tutti gli attori del ‘caso’ per avere chiarimenti immediati”.

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