In questi ultimi due giorni, i sindacati per le scuole paritarie per l’infanzia hanno proclamato uno sciopero per denunciare il disagio che questi istituti stanno affrontando in questa drammatica situazione, dovuta alla pandemia. Non chiedono “privilegi” ma il riconoscimento del loro ruolo e “il diritto alla libertà di scelta educativa”. “Quello che si chiede al Governo non è un aiuto “privilegiato” – interviene il Prof. Sandro Valletta, coordinatore dei servizi educativi 0-6 anni del Comune di Avezzano – in quanto la scuola paritaria non vuole soldi dallo Stato, ma solo che sia riconosciuta per l’importante servizio pubblico che, continuamente, offre alle famiglie e all’intera comuntà”.
“Il 19 ed il 20 maggio – afferma Francesca COLELLA, Dirigente Scolastica della Scuola Paritaria dell’Infanzia di Piazza Torlonia, che ha anche realizzato un video dove spiega le motivazioni dell’adesione alla protesta – si voteranno gli emendamenti dove potranno essere inseriti i nostri diritti, i diritti delle Famiglie, dei bambini e quelli delle nostre preziose Scuole Pubbliche Paritarie. Salvando NOI sarà salva anche la Scuola Pubblica Statale che, per problemi di SPAZIO, SOLDI e PERSONALE, non potrebbe ripartire a Settembre, non potendo accogliere una migrazione di circa 900mila ALUNNI, tra bambini e ragazzi, attualmente frequentanti le Scuole Paritarie.
Gli aiuti alle famiglie consentirebbero alle stesse di SCEGLIERE l’Educazione e l’Istruzione dei propri figli. La Scuola dell’Infanzia Paritaria di Piazza Torlonia – continua la Responsabile – è una realtà presente sul nostro territorio da diversi anni, abbiamo all’attivo circa 100 iscritti tra i 24 mesi ed i 6 anni; 100 famiglie che affidano a NOI l’educazione dei loro figli scegliendoci ogni giorno. Noi insegnanti siamo formate e qualificate esattamente come quelle della Scuola Pubblica Statale; la differenza sostanziale sta nel fatto che, visti i ridotti contributi che riceviamo dagli Enti, le famiglie pagano una retta e Noi insegnanti siamo stipendiate mediante il pagamento della stessa”. Continua ad illustrare il suo pensiero affermando :” Oggi siamo considerate come un “Oggetto” estraneo all’educazione, all’istruzione e alla formazione del nostro paese. Il nostro sacrificio ed il nostro lavoro su cui si fondano le radici del Futuro dell’Italia vale meno di una bicicletta, meno di una settimana sotto l’ombrellone. La scuola Paritaria è per il Governo INVISIBILE…”.
Concludendolo, poi, con questa riflessione, che è anche una sfida, un grido di battaglia:” Con questo messaggio di protesta non vogliamo i soldi per le nostre scuole Paritarie ma chiediamo un aiuto per le Famiglie per consentire loro di scegliere la scuola e l’educazione per i loro figli. Tutti dobbiamo avere il diritto di apprendere senza discriminazione scolastica e L’ITALIA DEVE RIPARTIRE DALLA CULTURA E DALLA SCUOLA perché, come diceva Malala: “Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo”, SIA SALVATA TUTTA LA SCUOLA PUBBLICA, TUTTA, perché anche noi siamo la Scuola PUBBLICA “Paritaria”, ma I DOCENTI DELLA SCUOLA PARITARIA, per il Governo italiano, SONO INVISIBILI”.