“Non basta chiedere più Segretari comunali, proroghe per i Vicesegretari che tanti Comuni stanno usando. Utili ci mancherebbe, i Vice, ma da ripensare con tutte le figure dirigenziali. Oggi ci sono Segretari che fanno anche 15 Comuni insieme! Scavalchi, incarichi insieme, più Comuni. Guadagnano molto con i Comuni. E poi devono lavorare gratis per le Unione: assurdo!”. Questo il commento del presidente nazionale Uncem, Marco Bussone e del presidente Uncem Abruzzo, Lorenzo Berardinetti.
“Non sta in piedi”, hanno proseguito, “e pure consentono che i Comuni, in particolare piccoli, mettano i loro uffici totalmente in outsourcing affidandosi totalmente a società molto spesso composte da Segretari in quiescenza. Situazioni che non vanno, che non funzionano, che vanno stoppate dal Viminale. La figura del Segretario comunale, dopo 100 anni, se la Politica decide che venga mantenuta, è totalmente da rivedere nel quadro del ripensamento del TUEL e di cosa sono i Comuni in Italia, cosa fanno, piccoli e grandi e come lavorano insieme. E dunque come il Segretario supera una filiera prefettizia retrò e diventa vero manager della PA, dei Comuni insieme, propulsore di sviluppo locale, esperto di crescita e servizi da riorganizzare, capace di montare progetti comunitari, fare innovazione, programmare e pianificare. Un generatore di comunità.
È il perno dei Comuni insieme, di una valle, naturalmente accanto al Sindaco e al Presidente di Unione e di Comunità montana, nel primato della Politica. Occorre avere pool di Segretari – o come si chiameranno – imperniati sull’Unione, sulla Comunità montane, che guidano i processi di crescita, sviluppo, promozione, pianificazione, strategia, per dieci, quindici Comuni insieme e per l’Ente intercomunale. Pagati bene, senza una mercificazione del ruolo, e la corsa esasperata dei Sindaci a trovarli, a chiederli con ansia ai Prefetti, a cercarli lungo la settimana, a farli collegare on line per Giunte e Consigli, a bloccare le loro agende per due ore di incontro al mese in Comune. Cambiamo verso, cambiamo passo. I nuovi Segretari 2.0 coordinino gli uffici associati, generino innovazione, digitalizzazione. Siano manager veri della PA. Sono già in alcuni casi italiani delle figure – penso a quelli di molte Comunità montane lombarde – che coordinano azioni di trasformazione del territorio. Sanno stare in un processo di cambiamento della società e delle valli, guidano le risposte alla crisi climatica e demografica. E stanno lontani da mere logiche burocratiche, da controlli e mere iniziative ordinarie in Consigli, Giunte, Uffici. Trasformiamo i Segretari, rendiamoli a prova di futuro, moderni, innovatori, pezzi di comunità vive, artefici di comunità, costruttori di moderni Enti locali che sono pezzo portante della PA italiana, dei territori, delle valli”.