Il quotidiano britannico ha riservato a Campli, paese di collina con circa 7 mila abitanti, inserito nella rete dei ‘Borghi più belli d’Italia’
Il territorio di Campli confina a nord con Civitella del Tronto e Sant’Omero, ad est con Bellante, a sud con Teramo e ad ovest con Valle Castellana e Torricella Sicura. Campli ha un territorio ricco, tra archeologia e natura.
Il territorio, con i reperti archeologici rinvenuti, ha dimostrato di essere abitato sin dall’epoca italica (VIII-II sec. a.C.), ma dalle scoperte fatte in località Campovalano, l’area doveva essere abitata sin dal Neolitico.
La necropoli di questa contrada, i cui scavi sono stati effettuati dalla Soprintendenza negli anni ’70, ha riportato alla luce 600 tombe, che abbracciano un arco cronologico che va dall’età del Bronzo alla conquista romana. Il corredo funebre della prima fase è molto semplice, caratterizzato da un solo oggetto decorativo posto sul torace dell’inumato. Nelle sepolture del VII-VI sec. a.C. si evidenziano cambiamento del sistema di sepoltura, con arricchimento dei corredi. La tomba n. 100, che per la grandezza, la monumentalità e la ricchezza del corredo, lascia immaginare che fosse quella di un personaggio d’alto rango sociale, poiché accanto al sepolcro sono stati rinvenuti i resti di un carro da guerra.
Questa fase delle sepolture è detta “regia”, per la presenza dei sepolcri di vari capi della tribù, la tipologia dei sepolcri è a tumulo, con un diametro variante dai 4 ai 25 metri. Il corredo funebre sia per gli uomini che per le donne sono accomunati dalla presenza di ceramiche e vasi di bronzo, a significare la simbologia del banchetto funebre: nelle tombe maschili prevale il corredo composto da armi, mentre per le donne ci sono gli strumenti domestici per la cucitura, la tessitura, la filatura. Dopo la fase “monarchica”, la più antica, e quella “repubblicana” del VI-IV secolo, segue quella “ellenistica” del III-I secolo a.C., con le tombe più semplici scavate a fossa, orientate verso sud, con i corredi in ceramica lavorati a tornio, frequentemente verniciate in nero. Nelle sepolture femminili si rinvengono numerosi strumenti per la cura del corpo, come netta-unghie, netta-orecchie, gingilli in bronzo e d’oro come orecchini, mentre nelle tombe maschili spariscono le armi, per lasciare spazio ad oggetti per la pratica sportiva.
Con la scomparsa di questa civiltà, facente parte del gruppo italico dei Pretuzi, stanziati nel Piceno (intorno l’antica Interamnia Urbs, ossia Teramo), l’area divenne nuovamente territorio agricolo-pastorale, e presso i sepolcri venne edificata nell’XI-XII secolo la chiesa di San Pietro Apostolo in Campovalano. Gran parte degli oggetti, come ceramiche e vasellame, oltre al piccolo museo di Campovalano, sono oggi conservati nella sezione distaccata del Museo Archeologico d’Abruzzo presso l’ex convento di San Francesco, nel centro di Campli.
Secondo l’abate Giovan Battista Pacichelli, che realizzò delle carte del Regno d’Italia, ritraendo e descrivendo Campli, suppose appunto che il toponimo derivasse da “intra campi”, da parte dei fuoriusciti del castello Campidoglio. Le prime notizie dell’abitato medievale si hanno nell’anno 894, in un documento sul cambio di terreno in accordo tra il conte Adalberto e il vescovo Giovanni d’Apruzio, venendo inserita nel Comitato d’Aprutium, ossia dell’antico agro di Interamnia Urbs (Teramo).
Nel 1271 Campli era divisa in due quartieri distinti, i cui elementi anche oggi sono rintracciabili in questi nuclei: agli inizi del ‘300 per un aumento della popolazione, si aggiunsero altri sobborghi a quelli esistenti, ossia Castelnuovo e Nocella, posti sulle colline a confluenza dei torrenti Fiumicino e Siccagno.
Nei nuovi statuti del 1575 Campli risulta divisa in quattro rioni, difesi da mura e accessibili da porte e ponti. al quartiere Nocella si accedeva mediante Porta da Capo ad ovest, Porta da Piedi ad est e Porta Sant’Angelo a sud, oggi tutte distrutte; al paese vero e proprio si accedeva mediante Porta Santa Chiara (ovest), Porta Castello (est), Porta San Paolo (sud), Porta del Salvatore (nord), anch’esse scomparse, se non riconoscibili nell’originaria collocazione per i resti degli stipiti. Da Porta Castello c’era la strada che terminava nel Portello Viola, mentre il rione Castelnuovo era provvisto di Porta Capo Castello e Porta Orientale o Angioina (l’unica sopravvissuta). Proprio di fronte a questo ingresso fu costruito un fossato attraversabile da un ponte levatoio.
Nei secoli XIII-XIV Campli godette di uno stato di floridezza e progresso, nel 1293 aveva il privilegio da parte di Carlo II d’Angiò di istituire il mercato settimanale; durante questo periodo di costruì forse la seconda cinta muraria fortificata, che prevedeva torri anche all’interno della cittadina, come dimostrano gli svettanti campanili di Santa Maria in Platea, San Francesco e quello del Palazzo Parlamentare (oggi Palazzo Farnese). Nel 1306 fu fondato il monastero dei Frati Francescani, nel 1322 i sindaci eleggevano il loro giudice, nel 1346 in seguito a un’epidemia di peste, venne edificato l’ospedale di Santa Maria della Misericordia; nel 1352 furono sistemate le fortificazioni, nel 1363 la regina Giovanna I concesse una fiera di tre giorni, nel 1372 Campli divenne città libera dipendente dal regio demanio, potendo scegliere il giudice delle cause civili; nel 1395 la chiesa di Santa Maria in Platea divenne collegiata.
Molti sono le chiese ed i monumenti da visitare. Un luogo da visitare e vivere.