C’è molta indignazione a Capistrello per quanto accaduto durante e dopo la partita tra Fcd Capistrello e Nova 2017 valida per la seconda giornata del campionato di Terza Categoria girone B. Durante la gara, sul punteggio di 1 a 1, c’è stato uno scontro di gioco fortuito tra Luca Di Marco, calciatore locale, e Nevio Di Salvatore, attaccante ospite, i quali hanno battuto violentemente la testa. Le loro condizioni hanno immediatamente preoccupato tutti i presenti, dato che il primo è rimasto a terra per alcuni minuti privo di sensi. Subito si è compreso come le semplici cure dei dirigenti non fossero sufficienti e così sono dovuti intervenire i sanitari della Croce Rossa i quali, però, erano parcheggiati all’esterno della struttura e non hanno potuto fare ingresso direttamente sul terreno di gioco perché il cancello riservato ai mezzi era chiuso con il lucchetto (guarda le foto). Ne è seguita una perdita di tempo inaccettabile e fuori da ogni logica, mentre il Di Marco proseguiva la sua agonia sul terreno di gioco. Il calciatore rovetano, poi portato in ospedale, è stato sottoposto ad accertamenti e si è visto diagnosticare un trauma cranico a cui dovranno seguire delle visite di controllo, mentre l’attaccante del Nova è tornato a giocare con una vistosa fasciatura sulla testa.
Il caso ha voluto che, allo scadere dei 90′, vi fosse un altro infortunio, questa volta meno grave, che ha visto coinvolto il calciatore Pierluigi Campoli il quale ha subito una grave distorsione al ginocchio e ne avrà per alcune settimane. Identica la dinamica di soccorso, con la Croce Rossa costretta a dover introdurre la barella attraverso il cancelletto di accesso agli spogliatoi.
La domanda che molti si sono posti è: a chi spettava tenere quel cancello aperto? L’impianto sportivo appartiene al Comune di Capistrello, ad usufruire dell’impianto invece sono diverse società che si alternano in differenti giorni ed orari della settimana.
Alla sfiorata tragedia si sono aggiunti alcuni dettagli che hanno fatto letteralmente indignare il centinaio di persone, tra locali ed ospiti, presente sugli spalti. Anche i bagni riservati agli spettatori posizionati al di sotto della tribuna, infatti, erano chiusi a chiave e le persone che assistevano alla gara, tra cui molte donne, non hanno neanche potuto usufruire dei servizi igienici.
Insomma, una mancanza dietro l’altra e la partita di calcio si è trasformata in un susseguirsi di spiacevoli episodi. Ma non finisce qui. I dirigenti della Fcd Capistrello infatti, stamane si sono recati presso gli uffici Comunali per chiedere almeno una copia di tutte le chiavi dell’impianto, di cui sono attualmente privi, da utilizzare per gli allenamenti e le partite casalinghe, ma a riceverli ci ha pensato direttamente il sindaco Francesco Ciciotti il quale li avrebbe liquidati in pochi secondi dicendogli che aveva altro da fare e che se ne sarebbe occupato in seguito.
La reazione dei dirigenti è stata comprensibilmente rabbiosa: “Siamo una neonata società dilettantistica composta da capistrellani che pagano le tasse come tutti, non possono esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B. Utilizziamo una struttura comunale e svolgiamo la nostra attività solamente per perseguire uno scopo sociale e permettere a tanti capistrellani di praticare sport in armonia e sicurezza, fattori che intendiamo estendere anche alle società che vengono in trasferta. Ci siamo recati in comune – spiegano – per comunicare quanto accaduto e far presente al sindaco i tanti problemi che sussistono, così da chiedere almeno un mazzo di chiavi per gestire al meglio la struttura ed evitare che si ripetano simili episodi, ma siamo stati letteralmente cacciati dal primo cittadino Ciciotti il quale non ha neanche voluto stare ad ascoltarci e ci ha detto che aveva altro da fare. E’ inaccettabile quanto accaduto, ci sono delle persone che avrebbero potuto rimetterci la vita”.
La storia, a quanto pare, non insegna. A pochi chilometri da noi, allo stadio Adriatico di Pescara, qualche anno fa, il calciatore del Livorno Piermario Morosini perse la vita a causa di un arresto cardiaco ed i soccorsi tardarono proprio a causa dell’impossibilità dell’ambulanza di accedere al terreno di gioco.
“Quello che accade a Capistrello è inaccettabile – hanno proseguito dalla società – dobbiamo fare delle battaglie per delle cose che ci spetterebbero di diritto in quanto capistrellani e dobbiamo anche vederci chiudere le porte in faccia dal sindaco. Vogliamo solamente garantire sicurezza ai nostri tesserati, ai calciatori ospiti e alle persone che vengono a vedere le nostre partite, ma a Capistrello tutto questo è impossibile. Abbiamo fatto tanti sacrifici per riportare i giovani del paese al campo, i quali però si trovano costretti anche a non potersi nemmeno lavare in quanto le docce sono rotte ed i nostri tesserati sono costretti a tornare a casa sudati. Siamo stufi di questo trattamento e non accettiamo la scarsa considerazione che il primo cittadino ha avuto nei nostri confronti”.
A completare l’articolo sull’accaduto di domenica, sono giunti alla nostra redazione foto e video che mostrano come sono avvenute le operazioni di soccorso.