Si torna a parlare di dossi a Celano. Proprio stamattina, un mezzo che trasportava i pendolari ad Avezzano ha dovuto arrestare la sua corsa dopo aver rotto gli ammortizzatori. I passeggeri sono così scesi dal mezzo e sono stati trasportati nel capoluogo marsicano da un altro autobus.
Ripercorrendo le tappe, ci preme far notare al lettore come ci sia una disposizione che invita le amministrazioni comunali alla rimozione dei dossi installati in Via Oreste Ranelletti. Da un nostro precedente articolo:
I dossi artificiali sono trattati dall’articolo 179, commi da 4 a 9, del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Nuovo Codice della Strada (DPR n. 495/1299); il loro uso è consentito solo su strade residenziali, in parchi pubblici e privati, nei residences, e simili; esso è invece vietato su strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per i servizi di soccorso e di pronto intervento.
Al riguardo la direttiva ministeriale 24 ottobre 2000, sulla “Corretta ed uniforme applicazione delle norme del Codice della Strada in materia di segnaletica e criteri per l’installazione e la manutenzione”, al paragrafo 5.6, impone agli Enti proprietari di evitare che tali manufatti costituiscano pericolo per la circolazione.(Omissis)…..
Inoltre il loro permanere in opera, in caso di incidenti riconducibili alla loro collocazione, può dar luogo a responsabilità in capo a chi ne ha disposto la collocazione o a chi non ne ha disposto la rimozione.
Allo stesso modo, ci viene da pensare che la rottura degli ammortizzatori possa anche esser dovuta a mezzi obsoleti o alla scarsa manutenzione, ma è un dato di fatto che i dossi debbano essere rimossi perché intralciano l’opera dei mezzi di soccorso, non sono utili al rallentamento del traffico e costituiscono un pericolo per la circolazione.
A Celano, a portare avanti la battaglia per la rimozione dei dossi, è ormai, da molto tempo, Giancarlo Sociali, il quale su facebook ha scritto: “Che deve succedere per capire che sono PERICOLOSI?
Restiamo in attesa che le istituzioni competenti prendano posizione in merito e, soprattutto, facciano qualcosa di concreto.
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