Ci si prepara a celebrare il decennale del sisma. Manifestazioni e spettacoli culturali: ben vengano.
Ma una riflessione su alcuni problemi aperti? Il coraggio di riconoscerli ed affrontarli, di spiegare qualcosa a noi cittadini aquilani ed italiani?
La “riabilitazione del centro storico” è la questione oggi più importante per il recupero dell’identità dell’intero comprensorio. Il ruolo del centro storico era quello di essere il nucleo dell’intero comitatus. Se non torna ad essere vivo, non potremo mai dire di aver ricostruito L’Aquila!
Da cittadino aquilano, vorrei fare una proposta ai consiglieri comunali: perché non svolgete un consiglio comunale aperto sul problema centro storico? Almeno affinché si possano conoscere le vostre opinioni ed il pensiero del Sindaco.
Fatelo, sarebbe utile e necessario.
Notizie di stampa ci dicono che nel centro si sta tornando addirittura indietro, con attività commerciali che chiudono e tornano in periferia.
Perché sta accadendo tutto ciò?
Partiamo dalle difficoltà lamentate.
1) Ancora lavori in corso e sottoservizi che procedono lentamente
2) Residenti che non tornano, anche per assenza delle attività commerciali e mancanza dei parcheggi riservati
3) Attività commerciali che non tornano perché i prezzi degli affitti sono altissimi e non ci sono uffici e residenti e soprattutto manca un vero piano parcheggi e mobilità specifica.
4) Uffici che non rientrano sia perché la ricostruzione pubblica è al palo, sia perché nessuno più li “spinge a rientrare”
Al fine di provare ad avviare un dibattito, non so con quale interesse che potrò suscitare, provo a ripercorrere, magari su più interventi, i ragionamenti che noi avevamo provato a fare, partendo già dalla fine del 2015.
Chiaramente eravamo di fronte ad un circolo vizioso: i residenti e cittadini non rientrano perché mancano le attività commerciali, i commercianti non rientrano perché mancano i residenti e gli uffici, attrattori di utenti, gli uffici non rientrano perché le loro sedi ancora non vengono ricostruite e nessuno gli indica transitorie sistemazioni da “città virtuale”
Come pensammo di poter provare a risolvere?
Inventandoci “fare centro”: dei tre attori del circolo vizioso, si potevano “aggredire ” solo i commercianti e professionisti, invogliandoli a rientrare o scegliere di collocarsi, anche con nuove attività, qualunque fossero, nel centro storico. Molti contestano che sia stato dato il finanziamento a professionisti, bar, pub, ecc. Io credo che chiunque torni in centro, nel suo piccolo, faccia da attrattore.
Ci rendemmo subito conto che con “fare centro” si sarebbe corso il rischio di alimentare una pesante speculazione da parte dei proprietari di negozi o studi. Per questo, dopo lunghe trattative, andammo ad un accordo con le associazioni dei proprietari, che prevedeva pigioni inizialmente calmierate, con progressione negli anni. Quando si avvia una riabilitazione motoria il paziente non comincia correndo la maratona, ma con modeste passeggiate. Il concetto era simile. Di questo accordo, sul quale avrebbe dovuto vigilare il comune, non si hanno più notizie. Personalmente sono andato a parlare con tanti commercianti, professionisti e ristoratori storici: non rientrano perché sono state loro chieste cifre spaventose. Poiché questi locali sono stati ricostruiti con i soldi pubblici, ed è interesse dello stato e del comune che tornino ad essere utilizzati, se fossi ancora sindaco proporrei di attuare quanto da me già valutato: aumentare al massimo tutte le tasse possibili a chi mantiene sfitti i locali o appartamenti, ridurle drasticamente per almeno 5 anni, a chi li affitta secondo l’accordo allora sottoscritto.
LA POLITICA DEVE FARE SCELTE DI INDIRIZZO, ANCHE CORAGGIOSE E NON FACILI DA FAR DIGERIRE AI CITTADINI. Spesso il medico, per guarire un paziente, deve dare medicine che inizialmente appaiono amare!!!!!
Se si girasse, come faccio io, per il centro storico, tutti vedrebbero che alcune vie sono ormai in gran parte ricostruite.
Perché sono vuote?
Sugli uffici e parcheggi interverrò con altre riflessioni, per non essere troppo prolisso.
Si faccia dunque un bel consiglio comunale aperto.