Ombre rosa nel verde d’Abruzzo
Fra territorio e tradizione l’Abruzzo protagonista della nona tappa della Corsa rosa
Si è tenuta oggi, domenica 16 maggio, la Castel di Sangro-Campo Felice, nona tappa del Giro d’Italia 2021; ad attendere gli atleti è stato un percorso di ben 158 chilometri nel cuore appenninico del territorio abruzzese. Tappa importante per l’Abruzzo, è infatti l’unica delle tre che lo attraversa, ad essersi svolta completamente all’interno del territorio regionale, con una particolare attenzione per la provincia dell’Aquila, che ha ospitato le città di partenza e di arrivo.
Quello della Carovana rosa è stato un tragitto all’interno dei luoghi e della storia stessa della regione verde d’Italia, da sempre terra di contadini e allevatori, ha visto l’avvicendarsi di importanti eventi storici e, ancora oggi, ne custodisce gelosamente i segreti all’interno dei suoi tre Parchi Nazionali.
La partenza è avvenuta alle 12:30 da Castel di Sangro che, conosciuto anche come “porta d’Abruzzo”, sembra aver voluto incoraggiare gli atleti che, a metà del Giro, si sono trovati a dover
affrontare una tappa caratterizzata da ben 4GPM. Proprio in occasione della Corsa rosa, il comune dell’alto Sangro ha inaugurato una statua in onore del primo campione del ciclismo italiano, Costante Girardengo, passato di lì nell’edizione del 1921. Ancora una volta il Giro mette in luce la sua capacità di far tornare gli atleti di oggi sulle strade battute dai grandi del passato, risvegliando le stesse emozioni negli animi degli Italiani che, nonostante la domenica piovosa, continuano ad essere presenti e a fare il tifo lungo le strade abruzzesi.
Dopo essersi lasciata alle spalle il comune di partenza, la carovana si è avventurata nel cuore del meraviglioso Parco Nazionale, arrivando ad affrontare il GPM di Passo Godi, passaggio purtroppo
particolarmente sofferto dallo sloveno Matej Mohoric che è stato vittima di una brutta caduta, seguita dal ricovero in ambulanza.
Dopo lo sfortunato incidente, è stato il lago di Scanno il regalo che il territorio abruzzese ha fatto agli atleti; uno dei paesaggi più suggestivi di questa nona tappa, infatti, il lago, caratterizzato dalla
tipica forma a cuore, sembra simboleggiare l’amore che lega questi luoghi al Giro che, anno dopo anno, continua a mettere alla prova i suoi atleti sulle strade della regione verde. Strade che, dopo aver attraversato le gole del Sagittario, hanno condotto gli atleti al secondo Gran Premio della Montagna della giornata, quello di Forca Caruso. Località ben nota agli abitanti del luogo che ancora ricordano la antica casa cantoniera che, prima della costruzione dell’autostrada A25, è stato rifugio per tutti coloro che in inverno si sono trovati a passare per i luoghi oggi attraversati dalla Corsa.
La carovana si è in seguito spostata sul territorio marsicano, attraversando Celano che, con il suo storico castello Piccolomini, troneggia su tutta la piana del Fucino e ne racconta la storia millenaria.
Continuando la loro scalata gli atleti si sono trovati a fronteggiare il GPM di Ovindoli che li ha immessi nella Piana delle Rocche.
Un arrivo tutto in salita ha atteso gli atleti al termine di questa nona tappa, un rettilineo sterrato con punte del 14% è stato il palcoscenico di un serratissimo finale che ha visto vittorioso il colombiano Egan Bernal; a pochissimi secondi dall’abruzzese Giulio Ciccone che ha fatto onore alla sua terra, dimostrando il valore di coloro che la abitano.
Valeria Di Stefano, Liceo Statale Benedetto Croce di Avezzano