VENTI ANNI DI ESPERIENZE TRA UNA MALATTIA E L’ALTRA MI HANNO INSEGNATO MOLTO

Nonostante tutto sono felice e soddisfatto, la vita mi ha dato il tempo per fare quanto di più potevo, anche se a 66 anni si ha voglia di fare tanto ancora e sento che lo farò, mai perdere la speranza. Ho chiuso la mia attività lavorativa con 40 dipendenti, ormai, le forze hanno ceduto il passo ad un destino crudele. Mi inventerò un altra poesia.

Sono 22 anni che convivo la mia vita con il cancro, tra lascia e piglia giocando a nascondino, siamo diventati amici, per forza e ci rispettiamo per necessità.

E’ una parte di me che si è trasformata, cellule che impazziscono e il mio sistema immunitario che non e’ più capace di riconoscere, le buone e le cattive .

Non gli porterò mai rancore e odio, purtroppo non è colpa di nessuno o è colpa di tutti, cambia poco, fare a botte con il dolore ci si rimette sempre.

E cosi le cellule si trasformano ed entrano come clandestini, travestiti da profughi  e ogni tanto, qualcuno si lascia saltare in aria, come kamikaze e fanno danni irreversibili.

Cado e mi rialzo, sono uno che non si arrende molto facilmente, sono un testone abruzzese.

Mi sento come in guerra, ho vinto tante battaglie, ma le cicatrici restano e la guerra continua.

Sono stanco però, ma non è questo che mi fa paura e nemmeno mi preoccupa più di tanto, è il corso della vita che lentamente si consuma.

Nel frattempo mi curo meglio che posso, nonostante infarti continui, causa, terapie oncologiche e un intervento a cuore aperto.

Faccio immunoterapia oncologica, vicino casa mia, ad Avezzano, ho un ottimo staff medico che mi segue, tutto funziona alla perfezione, nel reparto di oncologia.

Ringrazio una per tutti la dottoressa Giovanna Amiconi, responsabile del reparto.

Ormai sono un numero di protocollo ovunque in Italia la cura non cambia, è la stessa, fiducioso vado avanti alla giornata, vicino casa mia.

Ringrazio i miei angeli custodi, i medici che mi danno tanta speranza, oltre al buon Dio, una medicina speciale, che non ha controindicazioni .

Vorrei però che gli ospedali  funzionassero tutti, da nord a sud, da est a ovest, perché’ la vita ha bisogno di rispetto, la sanità non si taglia, meglio tagliare le mani a chi ruba, cosi chi lo vuole fare ancora ci riflette.

A volte ci crediamo onnipotenti, crediamo che ne sappiamo più noi che I medici e ci infanghiamo in sabbie mobili che ci inghiottono un po’  alla volta.

Spesso somatizziamo le nostre preoccupazioni in dolori che in realtà non dovremmo avere, seguiti da attacchi di panico.

Siamo tutti alle stesse condizioni, viviamo una vita stressata, non ci sentiamo garantiti, crediamo di essere onnipotenti, ma tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati, soprattutto quando uno sta male e gli altri cercano di sminuire, finendo di affossarsi.

Manca una figura tra l’ospedale e casa nostra che ci ascolti e ci aiuti nei momenti difficili.

Raccontandoci scopriremo parti nascoste dentro di noi, la causa dei nostri malcontenti.

Siamo umani in un mondo in cui non esiste piu’ dialogo, nemmeno in famiglia, mentre viviamo isolati dal mondo reale, siamo diventati schiavi di un telefonino che sta diventando l’unico mezzo di comunicazione tra la gente.

Raramente leggo qualcuno che si sente soddisfatto.

Qualcuno dira’ che non ha I soldi per pagarsi un medico, che ti aiuta a togliere le medicine, per ansia e depressione.

In questo caso troviamo una persona di fiducia e parliamoci, diciamo cio’ che la mente ci suggerisce, allo stesso tempo impariamo a conoscerci meglio e forse troveremo la causa dei nostri problemi.

Quando sentiamo il bisogno di chiedere aiuto, facciamolo, torniamo ad essere padroni delle nostre menti.

In questi anni di esperienza con la malattia, ho conosciuto tanta gente, molti avevano bisogno di uno sfogo ed io ho cercato di ascoltarli.

La mattina quando uscivo di casa mi sentivo come un bicchiere mezzo pieno.

La sera tornando a casa ero un bicchiere interamente pieno, nonostante avessi dato un sorso d’acqua a chi ne aveva bisogno.

Diamo una svolta alla nostra vita, l’autostima e il credere in noi, sono il punto di partenza.

E ora ci si è messo anche il covid.

Un abbraccio a tutti.

Giammarco De Vincentis

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