Filomena Lamberti e il coraggio di vivere

Io non so quanta vigliaccheria e codardia possa avere un individuo che decide di distruggere la vita di qualcuno, ma so quanto coraggio e quanta voglia di vivere servano per rialzarsi da terra.

Come si è rialzata Filomena Lamberti, sfregiata dall’acido dal marito Vittorio dal quale aveva deciso di separarsi dopo trent’anni di violenze, botte e soprusi. La donna non aveva nessun contatto con il mondo esterno, non poteva truccarsi o usare Facebook, le era impedito di avere una vita sociale. Qualsiasi pretesto era buono per innescare una lite che sfociava sistematicamente in violenza, amplificata dall’abuso di alcool dell’uomo. Filomena veniva insultata e picchiata per i motivi più futili. Un giorno lui l’ha presa a schiaffi per aver cucinato spaghetti alla carbonara definiti dal marito “un piatto destinato ai cornuti perché troppo veloce da preparare“.

Botte che la donna non aveva mai denunciato, neppure alla mamma, poiché, in una lontana  – ma neanche troppo –  Italia ignorante e provinciale che forse abbiamo dimenticato, avrebbe sporcato la reputazione della famiglia, lei avrebbe probabilmente perso i figli e sarebbe rimasta ancora più emarginata e sola. Finché ha detto basta e si è decisa a separarsi. Lui, per vendetta, le ha rovesciato dell’acido addosso mentre dormiva.

Vittima due volte Filomena. Del marito/padrone e di una società retrograda che il ’68 non era riuscito neppure a sfiorare.

Il servizio, andato in onda su Le Iene, ha provocato polemiche e commozione. All’orribile ed inqualificabile gesto di un uomo – e chiamarlo uomo è un’offesa per il genere maschile – che ha distrutto per sempre la vita della moglie e madre dei suoi tre figli, sottoposta fino ad oggi a 30 interventi chirurgici, si aggiunge la beffa della condanna, anzi, della non condanna del marito: 18 mesi con un patteggiamento per lesioni personali, nessun risarcimento e neppure il mantenimento che spetterebbe alla ex moglie. Lui, infatti, risulta nullatenente, nonostante l’avviata pescheria a Salerno, in cui lavorava anche Filomena.

Le incongruenze della Giustizia italiana: la vittima condannata per sempre, il suo aguzzino libero.

A scatenare ancor di più la rabbia dei telespettatori sono state le parole del marito alla giornalista Nina Palmieri.  Secondo l’uomo la moglie se l’è voluta e rifarebbe quello che ha fatto.

Filomena lotta tra la vita e la morte, reagisce con forza, scrive un libro, torna a vivere. E racconta tutta la sua triste storia a Le Iene.

Un appello alla gente di Salerno: visto che il signor Vittorio non tornerà in galera, non andate più nella sua pescheria a fare la spesa. Se non è morto di vergogna, fatelo almeno morire di fame.

Alina Di Mattia

 

About Alina Di Mattia

Giornalista, addetta stampa, scrittrice, conduttrice, responsabile produzione di grandi eventi istituzionali e culturali, con esperienza trentennale nel settore dei media e dell’entertainment. Appassionata di scienze storiche e sociali, vanta una formazione accademica poliedrica, un percorso di laurea in Culture e tecniche per la comunicazione e una laurea in Lettere moderne presso l'Università dell'Aquila. Ha all’attivo interessanti contributi letterari e numerosi riconoscimenti giornalistici.