PETTINARI (M5S) “LA DELIBERA VA ABROGATA E NON SOSPESA, IN CONSIGLIO PRONTI AD APPOGGIARE UN ATTO CHE SIA DAVVERO RISOLUTIVO DEL PROBLEMA”.
“E’ un vecchio trucco quello della politica che da un lato crea il problema e al momento opportuno fa finta di risolverlo. Pertanto non stupisce l’annuncio fatto ieri dall’Assessore Paolucci, spalleggiato da Forza Italia, nel voler presentare una delibera di giunta per sospendere una decisione presa da lui stesso che ha messo in ginocchio centinaia di guardie mediche abruzzesi, richiedendo indietro l’indennità di rischio anche in formula retroattiva. Ovviamente, al di là del paradosso, salta subito all’occhio che si tratta di una sospensione e non di un’abrogazione come ha sempre chiesto il M5S da un anno a questa parte”. E’ questo il commento espresso in conferenza stampa dal Consigliere regionale, Vice presidente della Commissione Sanità Domenico Pettinari che da oltre un anno lotta al fianco dei medici di guardia per l’abrogazione di quella che è stata definita la delibera della vergogna.
Risale a settembre 2017, infatti, la prima denuncia del consigliere 5 stelle a seguito della chiamata di alcuni medici di continuità assistenziale preoccupati per la scelta della Regione Abruzzo di sospendere le indennità di rischio che la Giunta di centro sinistra del 2006 ha erogato senza fornire le dovute precisazioni richieste dalla normativa.
“Infatti a seguito di una semplice richiesta di chiarimenti che la CdC ha inviato al Governo D’Alfonso” spiega il consigliere 5 stelle “la Regione, per mano dell’assessore Paolucci, ha deciso per un drastico taglio delle indennità, con effetto addirittura retroattivo, per il personale che opera nel settore. Atto che ha causato un debito ai lavoratori di quasi 70mila euro ciascuno. Si tratta di 400 medici di continuità assistenziale, ovvero quel personale che lavora nelle Guardie mediche, aperte tutta la notte e anche nei giorni festivi e spesso in condizioni di pericolo e senza tutela per la sicurezza personale, come spesso ci raccontano i fatti di cronaca.
E’ bene precisare che questa richiesta della Corte dei Conti fu basata sulla documentazione poco chiara che la Giunta regionale di allora, sempre a guida centro sinistra, utilizzò per motivare la scelta. Da quel momento né la Giunta Chiodi di centro destra, e tanto meno quella D’Alfonso PD, sono riuscite a sanare queste mancanze burocratiche, errori che oggi pagano esclusivamente i lavoratori. Alla luce di tutto questo, stride anche la paventata proposta di legge che, almeno da quanto apprendiamo dalla stampa visto che di protocollato in Regione Abruzzo non appare nessun atto, vorrebbe reintrodurre l’indennità di rischio senza però colmare la lacuna creata dalla richiesta retroattiva delle indennità. Chiediamo con forza che invece di vendere fumo, la Giunta che ha prodotto questo danno dia seguito ad un atto amministrativo che revochi la delibera che ha messo in ginocchio i medici. E non basta approvare una Legge lasciando intatta la famigerata Delibera di Giunta per risolvere il problema perché la Delibera giuridicamente continuerebbe a produrre i suoi effetti . Solo revocandola e non sospendendola si può risolvere il problema ovvero approvando, oltre ad una Legge, anche una nuova Delibera che dia indicazioni contrarie ai Direttori Generali delle ASL, rispetto a quanto comunicato in precedenza in riferimento al recupero del pregresso. La stipula di quest’atto sarebbe facilitata anche dell’ultima sentenza del tribunale di Chieti sulla questione, che ha dato ragione ad una guardia medica considerando legittima l’indennità di rischio. Infine” conclude Pettinari “se dolo c’è stato che venga colmato dai dirigenti che all’epoca hanno assegnato questa indennità senza apportare la giusta documentazione alla Corte dei Conti, e non andando a mettere le mani nelle tasche dei soggetti passivi di questa vicenda, ovvero i medici di prossimità”.