SITI INQUINATI DI PIANO D’ORTA E TRE MONTI: DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE LE PRIME AUTORIZZAZIONI PER LA RIMOZIONE DEI RIFIUTI

 

Il WWF: “Notizie positive, ma è a ancora presto per essere ottimisti”. Il 28 settembre la discussione in Corte di Cassazione per l’appello contro la sentenza di L’Aquila

Duplice decreto emesso ieri dal Ministero dell’Ambiente, Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque, in relazione ai siti inquinati di Bussi Officine e Piano d’Orta. Per l’Area ex Montecatini di Piano d’Orta il Ministero dell’Ambiente ha detto sì all’intervento di rimozione dei rifiuti di produzione (compresi quelli frammisti a materiali inerti rivenuti nei punti di indagine R3 e R5) contenuto nel documento “Analisi di Rischio e Progetto Operativo di Bonifica – trasmesso dalla Edison SpA con nota del 20 febbraio scorso, con alcune condizioni. No invece all’Analisi di Rischio e all’Intervento di rimozione dei terreni contaminati per la stessa area. La rimozione dei rifiuti sarà possibile a condizione che siano rispettate alcune prescrizioni: a seguito della rimozione si dovrà procedere alla caratterizzazione del fondo e delle pareti degli scavi e alla prosecuzione della bonifica e inoltre tutte le attività dovranno essere preventivamente concordate ed eseguite secondo le modalità operative indicate dall’ARTA Abruzzo e dall’AUSL di Pescara. Per quanto riguarda invece l’Analisi di rischio il Ministero chiede che il documento sia adeguato alle prescrizioni date da ISPRA e alle indicazioni tecniche di ARTA Abruzzo. In pratica ISPRA ritiene che la bonifica debba essere portata avanti con l’ottica di garantire la piena fruibilità dell’area e non considerandone una futura cementificazione; che debba essere approfondita l’analisi in relazione alla presenza di arsenico volatile e non volatile; che sia da elaborare un piano di interventi di bonifica per fasi e per aree in modo da diversificare gli interventi per le aree libere e quelle in cui sono presenti edifici. Come conseguenza della “bocciatura” dell’analisi di rischio, il Ministero considera non approvabile anche l’intervento di rimozione dei terreni contaminati. Per la Discarica Tre Monti il Ministero ha analogamente approvato il “Piano di interventi di rimozione rifiuti”, a condizione che siano rispettate alcune prescrizioni che vanno dalle azioni da coordinare con Strada dei Parchi SpA nelle aree di proprietà di quest’ultima incluse nella discarica alle modalità del piano di campionamento dei rifiuti e l’attribuzione dei codici CER da concordare con ARTA Abruzzo, dalla caratterizzazione del fondo e delle pareti degli scavi post rimozione dei rifiuti con prosecuzione della bonifica al ripristino dei piezometri sigillati durante i lavori di rimozione. Questa parte dei lavori, relativa alla zona sud della discarica, dovrebbe riguardare circa 130.000 a 112.000 mc di materiali, a fronte dei 130.000 complessivi, comprese le parti di competenza di Strada dei Parchi. Il Ministero ha anche approvato il progetto pilota che prevede la bonifica nell’area nord della discarica attraverso il cosiddetto desorbimento termico. Fermo restando che se l’esperimento non dovesse funzionare “si dovrà procedere – citiamo testualmente dal decreto – immediatamente alla rimozione dei rifiuti anche nell’are nord”. Se invece la bonifica termica dovesse funzionare, si potrà procedere alla rimozione dei rifiuti al termine del citato intervento. L’applicabilità del desorbimento termico a un più vasto perimetro della discarica dovrà essere invece valutato più in là, dopo aver verificato, appunto, l’esito della prova-pilota.

Alla luce di quanto emerso nelle varie riunioni della Conferenza dei Servizi sul tema, e alle quali il WWF ha partecipato, i decreti notificati oggi alle parti sono ineccepibili e sicuramente rappresentano un passo avanti importante. Si tratterà ora di fare in modo che chi è chiamato a operare per rimozione e bonifica, cioè Edison, si attivi immediatamente per concretizzare quanto disposto dalla Conferenza e ora autorizzato dal Ministero. “Ma – osserva il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – a 11 anni dall’avvio dell’inchiesta e dopo una lunghissima e non ancora conclusa vicenda giudiziaria, anche a fronte di questi ultimi provvedimenti essere ottimisti appare francamente difficile”. “Il 28 settembre prossimo – ricorda invece l’avv. Tommaso Navarra che rappresenta il WWF sin dall’inizio di quello che è passato alla storia come il processo di Bussi – è prevista in Cassazione la discussione sul ricorso contro la sentenza della Corte d’Appello di L’Aquila. Se, come ci auguriamo, i provvedimenti saranno confermati, si potrà mettere la parola fine all’accertamento giudiziario e finalmente poggiare su terreno sicuro le bonifiche e i risarcimenti”.

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