di Riccardo Mercante – Consigliere Regionale M5S Abruzzo –
Nel silenzio stucchevole della politica e dei mainstream nazionali Matteo Salvini è in procinto di realizzare il sogno della Lega Nord: l’autonomia di Lombardia e Veneto. Infatti la LEGA ha pronto il progetto di legge, che approderà alla chetichella in parlamento il 15 Febbraio, sulla cosiddetta SECESSIONE DEI RICCHI. Giusto cinque giorni dopo il voto per le regionali, non prima.
Lo hanno chiamato REGIONALISMO DIFFERENZIATO o autonomia differenziata per non allertare la popolazione meridionale, ma in realtà è una vera e propria secessione che riconosce piena autonomia alle regioni Veneto e Lombardia su 23 materie, scuola, ambiente e sanità incluse, più la totale gestione delle proprie risorse tributarie.
Tutto questo prima che vengano definiti i LEP, cioè i
servizi minimi essenziali e i relativi fondi perequativi che lo Stato deve
garantire a tutte le regioni, in special modo a quelle più povere.
Praticamente possiamo dire addio al principio di solidarietà del nostro stato
con la naturale conseguenza che sarà messa a serio rischio l’unità nazionale.
Di sicuro questo disegno, a cui seguirà quello dell’Emilia
Romagna a firma partito democratico, spaccherà in due l’Italia e lascerà il
SUD, già sufficientemente dimenticato, alla deriva verso condizioni da
continente africano (l’ironia della sorte) generando un aumento esponenziale
delle nostre migrazioni verso le università e gli ospedali del Nord.
Divario già enorme testimoniato anche dall’ultimo rapporto SVIMEZ che evidenzia
il recupero degli occupati ai livelli pre-crisi per il NORD, mentre il SUD
segna ancora 400.000 occupati in meno rispetto al 2008 con un tasso di
occupazione pari al 44% contro il 66% del NORD.
Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono stati due referendum consultivi, tra l’altro miseramente fallito quello in Lombardia dove solo 1 cittadino su 3 è andato a votare, ma la vera questione è che i referendum erano palesemente incostituzionali perché come noto e per evidenti ragioni non si possono fare secondo la nostra Costituzione referendum in materie fiscali/tributarie. È come se chiedessimo agli abruzzesi se vogliono tenersi in tasca la tassa sul bollo auto invece di versarla alla regione che la ritornerà in servizi per tutti. O ancora per tornare in Lombardia.. come chiedere agli abitanti della Milano bene se vogliono che le loro tasse comunali siano spese solo per implementare in via esclusiva servizi in centro a discapito delle periferie.
Come spesso accade però è la semantica che ci frega e così
il paletto é stato aggirato abilmente dalla Lega con una furba formulazione dei
quesiti.
Ovviamente per portare a casa un simil disegno Salvini non ce l’avrebbe mai
fatta con i soli voti del Nord, da qui la necessità di ipnotizzare i cittadini
del meridione trasformando la lega in nazionale, passando per la modifica
obbligata del nuovo simbolo dove altruisticamente è scomparsa la parola Nord.
Per tutte queste ragioni quando ci sentiamo dire nei comizi del centro destra PRIMA L’ABRUZZO applaudiamo pure, ma facciamolo con vigore controllato perché di fatto stiamo osannando quello che sarà il nostro “carnefice”.
Ps: a seguire la petizione sull’argomento lanciata da centinaia di professori universitari che vi invito a firmare e condividere