«Delle elezioni amministrative ‘dotte’, sono state queste appena passate, che hanno avuto la responsabilità ed il ruolo di essere un vero e proprio laboratorio di sperimentazione per tentare di riportare la Politica al suo colore naturale, quello della condivisone fra le persone di un panorama specifico di valori etici, morali e non scontati». Maurizio Di Marco Testa, oggi, nella sua doppia veste di consigliere al Comune di Tagliacozzo e di attivo politico sul suolo marsicano, parla di un punto e virgola apposto alla pagina bianca della storia da scrivere assieme alla collettività. All’alba dell’indomani delle elezioni amministrative locali, Tagliacozzo si è definito, ma si sente ancora forte questa «voglia di identità e di robustezza di ideali che emerge dai quasi 1200 voti ottenuti dalla lista. Un risultato che fa ben sperare per il domani. È la Marsica la vera ricercatrice di questa scia di ideali. La Politica ha bisogno di decisione, trasparenza, ma soprattutto di coerenza», afferma Di Marco Testa.
Il risultato può essere letto in tanti modi e con tante chiavi di lettura differenti. «Ma, senza dubbio, – avverte Di Marco Testa – una di esse è la netta scelta di schierarsi con un determinato ‘abito’ politico, per così dire, tendente, nel caso mio e della mia lista, al Centro-Destra». E questa stessa scelta è stata recepita e valutata alle urne. «L’area di Centro-Destra, quindi, sta emergendo sempre più propositiva e reattiva anche nella costola marsicana d’Abruzzo. Questi 1200 voti circa, sono 1200 sì detti a dei valori e a delle linee guida ben precise. La mia idea di coerenza e coesione, la quale mira (ed ha sempre mirato) a Destra, non ha mai cambiato rotta in questi anni ed ha continuato, in tutto questo tempo e nonostante tutto, a non lasciarsi intralciare mai dagli altri e dai compromessi esterni. La Politica ha bisogno di identità: questa è la vera urgenza quotidiana locale. La strada, infatti, una volta asfaltata e rimessa a nuovo grazie al fare della Politica locale, dovrebbe, però, pur condurre da qualche parte, altrimenti essa risulterebbe essere solamente un vicolo cieco. Ebbene, la mia visione di Politica si è fatta carico proprio di questa promessa, ossia di condurre per mano gli elettori ed i cittadini da qualche parte, purché sia sana e giusta». Le elezioni amministrative del 2016 sono state un esperimento di politica ben calibrato, il quale ha puntato a ridare dignità di contenuto (e non solo di forma) all’espressione della Politica locale, che dovrebbe potersi confrontare sempre con delle dinamiche maggiori e dei panorami di pensiero più ampi.
«Credo che, in Politica, non esista una sconfitta assoluta ed una vittoria netta. Credo, invece, che in Politica esista la riflessione, la ripartenza e la determinazione. Noto oggi un vuoto: la Politica, a livello locale, non ha più identità, non ha più un nome e questo porta a degli squilibri sul territorio. La mia lista si è auto-imposta di possedere un’identità ben precisa, quella del Centro-Destra. I voti ricevuti, quindi, credo che siano un’affermazione specifica e non un impoverimento sul fronte dei consensi. Abbiamo dato una coperta di ideali a tutti coloro che si rispecchiano in quest’area politica determinata, che, come noi, credono ancora nella lotta sul piano morale e non solo pratico. Rimettendo assieme tutte queste teste, tutti questi cuori e tutti questi credi, il Centro-Destra, nella Marsica, potrebbe trovare nuova fonte di assensi. Oggi, assistiamo ad una perdita di esperienze, di comportamenti e di stelle guida valoriali che ci dimostra con sempre maggior costanza come serva alla gente un nuovo punto fermo, una risposta e, al contempo, una risorsa. I nostri predecessori politici, in fondo, ci hanno insegnato il rispetto per le nostre convinzioni assodate. Ecco, credo che il fatto di volerle rivelare così apertamente all’esterno e di volersi sentire tutti papà di una stessa causa e non solo padri di splendidi figli messi al mondo, significa soprattutto cercare di pretendere un po’ di più dalla nostra Politica. Cercare quantomeno di cercarla in mezzo alla gente, perché adesso poco si scorge nella sua forma migliore».