L’incredibile viaggio della più importante reliquia della cristianità. Su questo tema, interessante ed inedito, si intreccia la trama del nuovo romanzo di Francesco Proia, che ci farà rivivere l’avventuroso ed emozionante viaggio che portò in Abruzzo la reliquia oggi conservata a Manoppello, in seguito al sacco di Roma del 1527.
Il libro si sviluppa su due piani paralleli: uno storico ambientato nel 1527, in cui i protagonisti faranno di tutto per portare in salvo la Veronica dalla furia dei Lanzichenecchi, mentre in quella odierna, ambientata al giorno d’oggi, i protagonisti dovranno far luce sulle inspiegabili sparizioni delle reliquie conservate a Tagliacozzo e a Manoppello, i due paesi notoriamente più devoti al culto del volto santo. Inizia così un viaggio a ritroso nel tempo che ci farà capire come e perché la Veronica, dalla basilica di San Pietro sia finita a Manoppello, passando proprio per Tagliacozzo. Il romanzo verrà presentato tra poche settimane ad Avezzano, dove verrà proiettato anche un booktrailer d’autore realizzato da Vittoriano Palerma, giovane e talentuoso videomaker marsicano.
Di seguito la sinossi del romanzo: 6 maggio 1527: i Lanzichenecchi, dopo aver messo a ferro e fuoco Roma, trafugano la Veronica, la più importante reliquia della cristianità. Ma il velo della “vera effigies Christi” viene casualmente recuperato e portato in salvo da tre fuggitivi, un frate, una suora e un ladruncolo, che poi cercano riparo a est di Roma. I tre troveranno ospitalità a Tagliacozzo, importante città di frontiera, per poi riprendere il viaggio e proseguire fino a Manoppello, il più distante dei feudi del ducato, che da pochi mesi è tornato nelle mani di Ascanio Colonna, signore di Tagliacozzo, schierato anch’egli contro Clemente VII nel sacco di Roma. L’insidioso viaggio tra le selvagge terre d’Abruzzo ci svelerà come e perché, la Veronica sparita dalla basilica di san Pietro, sia finita proprio a Manoppello. 7 aprile 2018: il Volto Santo è stato rubato e il Vaticano affida il difficile compito di ritrovare la reliquia all’agnostico professor Grandi e al suo giovane aiutante Alessandro. Tra intrighi di palazzo e pericolose congiure i due, aiutati dal padre guardiano e da un eccentrico professore svedese, si metteranno sulle tracce di quella che sempre più viene considerata come la nuova sindone. La compagnia, seguendo a ritroso le tracce del viaggio medievale della reliquia, si ritroverà nel bel mezzo di un affascinante quanto pericoloso giallo storico, che va avanti da quasi cinque secoli e che svelerà al mondo intero i misteri che si nascondono dietro la reliquia più importante della cristianità.
Questo sulla storia del volto santo è il quarto romanzo di Francesco Proia, lo scrittore avezzanese da sempre particolarmente attento alla valorizzazione dell’Abruzzo, che incentra tutti i suoi romanzi su arte, storia e cultura della propria regione. Già in “polvere di lago” Proia aveva voluto riaccendere i riflettori sulla titanica impresa del prosciugamento del Fucino e sulla gloriosa storia della città di Alba Fucens. Ne “il principe del lago”, seguito del primo, l’autore avezzanese aveva scoperto le tracce del viaggio di Leonardo da Vinci in Abruzzo e tutti gli studi che vedono il genio toscano dietro i progetti del prosciugamento del Fucino, oltre a scavare tra i misteri che avvolgono la potente famiglia Torlonia, ad oggi proprietaria della più grande collezione privata di opere d’arte al mondo. “Il nido della follia”, invece, è un thriller ambientato all’Aquila, nell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, nel 1956, anno della nevicata del secolo.