In un epoca dove le informazioni fanno il giro del mondo in meno di un secondo, non ci stupisce venire a conoscenza di avvenimenti lontani, nello stesso istante in cui essi accadono. La televisione, e soprattutto internet ci hanno reso tutto questo incredibilmente normale. Le cose però cambiano quando a informarci sono persone a noi vicine, amici parenti o anche semplici conoscenti. È il caso degli incendi in Australia, dove vediamo ogni giorno le fiamme che divorano milioni di ettari di territorio al punto che le conseguenze sono così disastrose da influire sul clima mondiale.
Ma cosa succede in questi casi? Come si vive nelle città vicino ai roghi? Ce lo spiega Gianluca Travaglini, 44enne avezzanese che da diversi anni vive e lavora a Melbourne. Molti lo ricorderanno al bar Samuray di Avezzano, dove Gianluca è stato lo storico cameriere che con la sua simpatia e il suo sorriso era un punto di riferimento per i clienti e gli amici del bar.
“Gli incendi sono a 4-5 ore di viaggio da dove vivo, in città non corriamo nessun rischio, ma la situazione è comunque molto seria, tante persone non hanno più niente e molte sono anche morte. Da diversi giorni la città è coperta da una persistente coltre di fumo che ha regalato un triste primato alla città di Melbourne, facendola diventare la città con la peggiore qualità dell’aria nel mondo. Sono poche le persone che non indossano le mascherine, durante il pomeriggio la situazione migliora ma nelle prime ore del mattino l’aria è difficile da respirare. Molti incendi sono dolosi e le fiamme sono alimentate dal vento e dall’aridità causata dalla siccità. Spero vivamente che finisca tutto e che la bellezza di questa terra meravigliosa possa tornare presto a splendere”.
Gianluca ci ha inviato anche delle foto per aiutarci a comprendere meglio quello che ci ha spiegato con il suo racconto.
Michele Rossi