Molto spesso si assiste a delle diatribe su quale possa essere la postura migliore e quali siano gli elementi caratteristici di una “postura perfetta”. Analizzando questo concetto possiamo subito sciogliere il nodo dicendo che non esiste la postura perfetta, essa infatti è la risultante di molteplici fattori di natura neurofisiologica, biomeccanica e psicosociale. Tutti insieme, nessuno escluso, concorrono nella risultante che è la nostra postura quotidiana.
Se non esiste una postura perfetta esiste sicuramente una postura funzionale, caratterizzata da un’assenza di tensioni muscolari anomale, un’armonia delle catene cinetiche ed un equilibrio articolare.
Un aspetto molto importante per il sistema posturale è quello svolto dai recettori, come quello podalico, oculare, stomatognatico, cutaneo, muscolo-scheletrico ecc.. Questi, infatti, comunicano costantemente con il sistema nervoso che attua a sua volta una risposta adattativa. Il recettore, di cui vi parlerò, è quello podalico. Questo viene sempre osservato dal punto di vista meccanico, ma basta analizzare i recettori che lo innervano per comprendere che questo sia un organo principalmente sensitivo, infatti i nervi che lo circondano sono per i 2\3 sensitivi, e per 1\3 motori. Quindi il piede è principalmente un organo di senso. Ciò che osserviamo dal punto di vista meccanico (output) è la risultante di un adattamento sensoriale (input). Da questa riflessione viene fuori la necessità di educare il piede al movimento, soprattutto nella tenera età, in modo da avere un organo sensitivo che risponda nel miglior modo possibile e soprattutto in modo funzionale alle richieste meccaniche. Una mancanza della risposta adattativa può determinare alterazioni del quadro posturale, sia locali (nel piede) che sistemiche (nell’intero sistema). Questo, infatti, essendo alla base, è in grado di influenzare in modo ascendente tutta la meccanica dell’organismo; immaginate come possa essere un grattacelo se ci fossero fondamenta instabili..
I mezzi per stimolare il piede, nella sua componente sensitiva, sono molto semplici: camminare a piedi nudi su superfici diverse e instabili, fare degli esercizi con diversi gradi di sbilanciamento, stimolare i muscoli della volta plantare con contrazioni, sia statiche che dinamiche, esercizi di mobilità, stimolare profondamente la fascia plantare con massaggi manuali o con piccoli attrezzi e in ogni caso, muoversi!
Questi sono tutti ottimi esempi di pratiche utili ad ottenere un recettore podalico “attivo”, in modo da prevenire o migliorare quelle problematiche posturali o funzionali che hanno come fattore causativo il piede.