Meteo. Approfondimento di Meteorologia: le cause di un’Estate più fresca e una più calda

Meteo. È chiaro che in Inverno sono gli anticicloni subtropicali, la subsidenza atmosferica ad essi annessa e l’afflusso di masse d’aria molto mite di origine tropicale-continentale e tropicale-marittima e non l’insolazione debole a renderlo meno freddo come quello 2019-2020, fatta eccezione per le nebbie di avvezione sulle coste, l’irraggiamento notturno e le escursioni termiche nelle nostre zone interne nei mesi più freddi di Dicembre e Gennaio con la possibilità di brinate. E stessa cosa in Primavera quando avvengono fasi fredde invernali le masse d’aria provengono da regioni artiche marittime e continentali e da regioni polari marittime e continentali così come accade in Inverno e perciò in Primavera possono avvenire, anche maggiormente al di fuori della norma, periodi più freddi all’inizio della stagione e più freschi verso la fine della stagione perché si riaffermano i tepori primaverili dati dall’insolazione. Le correnti d’aria più fresca nord-atlantica e l’aria più fresca dal Nord Europa o artico-marittima può favorire piogge, temporali e grandinate anche in Estate e la nuvolosità persistente acuire aria moderatamente fredda di notte e al primo mattino nelle aree interne, nonché un periodo islandese e scozzese troppo nuvoloso, scarsa insolazione (più intensa in Estate) e la formazione di nebbie da inversione termica nelle valli. Quindi un’Estate calda può diventare tranquillamente un’Estate fresca e piovosa (con i fattori meteorologici autunnali) in caso di predominanza delle correnti nord-atlantiche e della nuvolosità da infiltrazioni umide in quota e, in questo modo, diminuisce il livello percentuale di temporali di calore e aumenta quello di temporali frontali, raffiche di vento discensionali e grandinate localizzate annesse. Anche il Maestrale più fresco e secco in Estate può fare avvenire al suo cessare, con la serenità del cielo, di notte e al primo mattino, l’escursione termica con temperature minime più basse differentemente alle massime diminuite solo dal Wind Chill (temperatura percepita in caso di forte vento), nonché un clima più fresco se non addirittura più freddo dove sono i monti o in loro prossimità di notte e al primo mattino, mentre si verifica il Wind Chill con temperatura più bassa percepita di notte e al primo mattino in caso di venti più freddi soprattutto da nord-ovest nella ore notturne. Viceversa con un’Estate calda mediterranea ci sono fasi torride, ma anche improvvisi e localizzati temporali di calore, localmente di forte intensità o sotto forma di violento acquazzone, quando l’Estate si presenta molto calda e può divenire improvvisamente umida dalle coste alle nostre zone interne a causa dell’Anticiclone nord-africano, che si presenta come il promontorio in quota di matrice subtropicale, di cui una depressione meteorologica al suolo di natura termica, convoglia masse d’aria molto calda di estrazione tropicale-continentale verso il Mediterraneo e l’Europa fino ad invaderli al posto di quelle tropicali-marittime richiamate, invece dall’Anticiclone delle Azzorre che sono un po’ meno calde perché sorvolano l’Oceano Atlantico. L’espansione dell’aria caldo-umida in loco resa tale dalla superficie del Mediterraneo successivamente che quest’ultima si sospinga sotto forma di richiamo dall’entroterra rovente nord-africano (il Sahara) può innescare forti temporali di calore non solo in montagna, ma anche nelle pianure, mentre i temporali frontali sono più tipici delle coste. In montagna è il riscaldamento diurno ad innescare la cumulogenesi a ridosso dei rilievi medesimi, ma l’aria calda a valle nutre decisamente i moti ascensionali dei cumulonembi incrementandone il calore latente di condensazione e le tonnellate di vapore acqueo e di cristallo di ghiaccio in quota così anche le raffiche di vento con consequenziali precipitazioni localmente violente scaricate in un lasso di tempo molto veloce (analizzabile o osservabile con il Rain Rate), laterali là dove presente una supercella con eco ad uncino e quindi tornadica in pianura e non in prossimità delle montagne, ove la localizzazione molto intensa si viene a proporsi sotto forma di nubifragio lampo e si placa moderatamente con il downburst, dove però è più probabile che lungo il ramo direttorio dello schianto della corrente discensionale avvengano grandinate che possono manifestarsi anche in assenza di correnti d’aria così intense e vorticose. L’Estate così calda indica una presa di predominio dell’Anticiclone delle Azzorre che trascina a sé masse d’aria meno calda e più tipiche del periodo (quindi nella norma) sul bacino del Mediterraneo e nel contesto geografico euro-mediterraneo in sostituzione ad esse vengono ad esserci le espansioni anticicloniche subtropicali come quelle dell’Anticiclone nord-africano che, dagli ultimi tempi è causa, nelle innumerevoli cause-effetti, del riscaldamento globale indotto dai gas serra come la CO2 che si sta in tutti i modi e con importanti migliorie per il futuro cercando di contrastare e alleviare dalla Comunità Scientifica in primis, seppur con risultati ancora da valutare e meglio valutabili in un futuro remoto. Per fare un quadro d’insieme ipotetico su come potrebbe andare l’andamento tardo-primaverile e di inizio Estate bisognerà dare un’occhiata perspicace a diversi indici tele-connettivi tra i quali ad esempio le SSTA (Sea Surface Temperature Analyze) del Golfo di Guinea in Africa Occidentale, sulle sponde dell’Atlantico. Se la superficie marina del Golfo di Guinea presentasse un’anomalia termica positiva allora ci sarebbero poche probabilità che l’Anticiclone nord-africano si estenda o si espanda in senso orizzontale fino alle nostre medie latitudini con la possibilità di monsoni umidi nelle aree subsahariane del Deserto del Sahara e uno stazionare più frequente e senza lenti moti dell’Anticiclone nord-africano nel suo luogo molto caldo desertico d’origine in quota con la bassa pressione di origine termica al suolo. In effetti la differenza sostanziale tra l’anticiclone nord-africano e l’Anticiclone delle Azzorre è la seguente: l’anticiclone nord-africano è di natura termica e l’Anticiclone delle Azzorre è di natura dinamica e semi-permanente ed è di matrice oceanica, mentre il nord-africano è di matrice desertica (continentale) e afro-mediterranea. Dunque la distribuzione di temperatura tra oceano e continenti e quindi anche di pressione atmosferica data da tali differenze termiche e dunque bariche (aria e acqua, ebbene  direttamente proporzionali) giova un ruolo fondamentale nello spostamento o nel movimento delle figura bariche e, in questo caso, della zona anticiclonica di matrice più precisamente afro-mediterranea o nord-africana verso nord e quindi sino alle nostre latitudini euro-mediterranee. Il movimento della pedina anticiclonica in quota e della bassa pressione ad essa legata al suolo con le sue calde correnti d’aria e poi umide sulle acque tiepide mediterranee dal Nord Africa verso lo scacchiere europeo e mediterraneo incluso, verrebbe identificata da acque più fredde della media stagionale nel Golfo di Guinea che, in questo modo, inibirebbero il monsone umido nelle aree subsahariane, ove nel Sahara specialmente soffierebbero i secchi e caldi venti polverosi di Harmattan e Ghibli più a nord nelle dune africane, sollevando quest’ultima anomalia negativa (acque più fredde Guinea Equatoriale) la zona di convergenza intertropicale dei venti alisei (trade winds) o comunemente nota ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone) al di sopra dell’area equatoriale e migrando il promontorio di alta pressione in quota e il convoglio di aria molto calda o rovente, nonché destinata ad essere molto umida come una spugna a causa della minora agitazione molecolare dell’aria calda e asciutta che consente di ospitare maggiori molecole di acqua e di ossigeno e quindi maggiore umidità allo stato aeriforme o gassoso, favorendo così continue ondate di caldo nord-africano e un’Estate molto calda, là dove si riuscirebbero ad infiltrare correnti leggermente più fresche e molto umide in quota si avrebbe l’improvviso verificarsi di temporali di calore nelle zone interne e spinte ascensionali anche vorticose note come termiche in prossimità delle coste della penisola. Spinta d’aria che, mediante lo Scirocco e il Libeccio, si presenterebbe anche nuvolosa composta da stratificazioni medio-alte con il fronte caldo e occluso, soleggiata privo di esso e con esso anche con la possibilità del sollevamento e dell’arrivo direttamente dalle dune sabbiose del Sahara, di sabbia finissima o un grande quantitativo di polveri sahariane in sospensione come copertura opaca e giallognola del cielo o primo strato dell’atmosfera terrestre – Troposfera, (dove si formano tutti i fenomeni atmosferici per riscaldamento dal basso), dovuta al concentrato di polveri sottili o di particolato atmosferico. Dopo aver più o meno descritto tutto l’andamento, non resterà altro che valutare come si presenterà questo indice tele-connettivo (Golfo di Guinea) e molti altri indici tele-connettivi atlantici. Vedremo insieme tale analisi sinottica nel nuovo aggiornamento meteo in forma scritta.

Grazie e al prossimo aggiornamento.

rc 

About Redazione - Il Faro 24