Afghanistan. Ieri, domenica, 15 agosto, 2021.
Cronaca di una tragedia annunciata che nessuno vuole impedire.
I talebani hanno circondato e riconquistato la capitale, Kabul, in meno di ventiquattro ore. Meno di dieci giorni per riconquistare un Paese che a fatica si stava tirando fuori dalle conseguenze di una dominazione cieca e feroce: quella stessa dominazione talebana che oggi torna prepotente e furiosa. Civili in fuga, scene di vero terrore. Donne e bambine per prime pagheranno il prezzo orribile del ritorno della barbarie. Tutto nel silenzio colpevole di una comunità internazionale indifferente alla tragedia del Popolo afghano.
Tra le persone in fuga, dopo l’arrivo dei talebani a Kabul, anche la regista Sahraa Karimi. Il terrore è dipinto sul suo volto e su quello delle donne afghane che, in queste ore, sono, ancora una volta, condannate a sprofondare nel buio della storia, trascinate nell’inferno della violenza dal ritorno dei talebani che dello stupro hanno fatto già in passato “arma di guerra” e non solo. Bambine date in spose ai “guerrieri”, vite annientate e ridotte in stato di schiavitù. Questo è lo scenario per le donne afghane.
Urgentissima, quindi, l’apertura di corridoi umanitari internazionali sotto la regia e il coordinamento delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.
Donne, uomini, bambine bambini, anziane e anziani, in queste ore, sono costrette/i alla fuga e la comunità internazionale non può e non deve restare indifferente.
E’ dovere morale, atto di umanità e civiltà, accogliere in ogni Paese europeo e non solo, bambine e bambini, donne e uomini in fuga da quel Paese martoriato. Un’emergenza umanitaria, quella afghana, che richiede l’impegno di ogni Paese che voglia definirsi civile.
Bisogna fare presto.
Gilda Panella
per “TerraMadre”
libera associazione