Meteo. Un riscaldamento stratosferico polare molto sensibile in stratosfera sta contribuendo all’attraccaggio di una serie di ondulazioni meridiane incrementando gli scambi termici meridiani medesimi. E’ proprio questa presenza maggiormente ondulata che blocca il flusso zonale, ossia le correnti da ovest verso est di natura atlantica, tenendo presente il flusso zonale atlantico. L’area nella quale la Stratosfera presenta anomalie termiche positive (barocline ed extratropicali in Troposfera) è il covo di generazione e attrazione delle aree di alta pressione sia di natura termica che di natura semipermanente. Saranno le prime due decadi di Gennaio 2022 a beneficiare degli afflussi da parte di masse d’aria gelida la cui direzione di provenienza sarà di matrice russo-siberiana (Buran o Burian sulle terre steppiche e sotto forma di venti molto freddi nord-orientali secondo la nostra rosa dei venti una volta giunti sul Mediterraneo e sui suoi bacini). Talune verranno ad essere maggiormente interessate da questi ultimi, per tali motivi appena esposti ed abbreviati, vi saranno blocchi anticiclonici tra cui anche il famosissimo Ponte di Woeikoff, ipotizzato in prossimità dei giorni della merla. Intanto, nelle ultime ore, una massa d’aria fredda di origine artico-continentale si sta muovendo verso l’Europa orientale e nord-orientale, ivi inclusa la nostra penisola. Si tratta del primo movimento retrogrado di quest’Inverno da parte delle correnti d’aria fredda che, stavolta, entreranno da est/nord-est, proprio dove si genera la Bora, in Alto Adriatico, dopo aver valicato le Alpi della Venezia-Giulia ed essersi sfoderata sdraiandosi su di esso mediante forti raffiche di vento registrate soprattutto a Trieste e sulla laguna padano-veneta. L’irrompere d’aria fredda di origine artico-marittima (Nord Atlantica e dal Mare del Labrador fino al Baltico) verrà stimolato dal transito di una perturbazione di origine nord-atlantica che si appresterà, visto il rubinetto ancora aperto, a causa dell’ondulazione inizialmente non accentuata verso nord e nonostante tutto un lobo in discesa per le motivazioni appena illustrate, dal Circolo Polare Artico e dall’area russa grazie al cune anticiclonico scandinavo in espansione dall’azzorriano tra domenica e lunedì, si dirigerà verso la Francia, l’Austria, la Svizzera e la Germania e, grazie ad un vortice di bassa pressione, in generazione in contrapposizione e sollevamento forzato dal versante sopravvento dalle Alpi occidentali, valicherà l’arco alpino e si muoverà verso il Nord Italia e le regioni centrali. La copertura nuvolosa sarà sempre più accentuata dalle nubi stratificate già intraviste nei giorni passati, le stesse che, visto e considerando la convergenza delle correnti zonali e non ancora propriamente anti-zonali in quota, si appresteranno a trasformarsi in nembostrati che si colmeranno di cristalli di ghiaccio grazie all’abbassamento del punto di saturazione che è stato dovuto alla temperatura di rugiada in abbassamento e allo zero termico che si abbasserà a causa dell’ingresso di una mole d’aria fredda artica dal settore adriatico. Sono i giusti ingrediente per le nevicate che avverranno fino a quote molto basse nella giornata di domenica 9 Gennaio 2022, ossia nella giornata di domani. Sulle regioni settentrionali, in sfondamento dalle Alpi, la neve raggiungerà quote di pianura, mentre già dalle ore tardo mattutine e pomeridiane della giornata di domenica 9, l’area di bassa pressione avrà posto il suo perno sulle regioni centrali, estendendosi ad esse e alle regioni meridionali tra la giornata di domenica e lunedì. Saranno tutto l’Appennino settentrionale, centrale e centro-meridionale ad essere, a tratti anche abbondantemente, imbiancato dalla neve fino a bassa quota, su queste ultime zone, comprese anche le nostre aree interne abruzzesi fino alle aree collinari pedemontane, le nevicate non saranno sempre di forte intensità e solo localmente copiose. Il brusco abbassamento delle temperature si verificherà tramite il vento di Grecale (medio-basso Adriatico) in rinforzo anche tramite raffiche sul settore orientale e meridionale adriatico e successivamente anche ionico. Le giornate di lunedì 10 e martedì 11 Gennaio saranno caratterizzate dalle correnti d’aria fredda, a tratti molto fredda, con isoterme alla quota di 850 HPa (ossia precisamente1400 m s.l.m.) comprese tra i -5 e i -6 gradi centigradi. Le temperature massime saranno anche intorno allo zero o corrispondenti allo zero tra i 500 e i 600 m s.l.m, mentre le minime tra i -3/-4 gradi Centigradi alla stessa quota presa come esempio o modello. Sia l’effetto ASE (Adriatic Effect Snow) che lo stau appenninico contribuiranno in queste due giornate a favorire annuvolamenti in un contesto variabile da martedì con associati rovesci a completo carattere nevoso e in grado di consentire accumuli maggiori in quota e a quote inferiori agli 800-700 m. I venti forti in quota innescheranno lo sfondamento appenninico, con la possibilità di nevicate nella giornata di martedì fino alla Marsica e in particolare ai settori orientali e sud-orientali, maggiormente esposti a queste correnti fredde di natura artica. Le giornate a venire, seppur intravedano un lieve miglioramento delle condizioni meteorologiche, potrebbero essere foriere di un’altra ondata di freddo che potrebbe assumere connotati e influenze differenti rispetto a questa prima sciabolata artica dell’anno e dell’Inverno 2021/2022. Come dicevo torneremo a parlare di questo quadro ipotetico nel nuovo aggiornamento meteo tenendo in risalto la distanza di tempo che la rende mutevole e ancora più complessa che ci separa da quest’ultima tendenza meteo.