Il governo regionale non può rimanere sordo a queste richieste: ritiri subito la delibera ammazza cervi
Un’ondata di indignazione ha attraversato ieri mattina Piazza Regina Margherita a L’Aquila, che ha ospitato il sit-in organizzato dalle associazioni ambientaliste e animaliste per chiedere al governo regionale di fermare l’uccisione di 469 cervi in Abruzzo.
Le associazioni hanno denunciato con forza quella che definiscono una scelta politica mascherata da necessità, sottolineando come la giunta regionale stia usando la scusa dei danni all’agricoltura e dei rischi per la sicurezza stradale per giustificare l’apertura della caccia al Cervo, che fino alla pubblicazione della delibera dell’8 agosto, in Abruzzo non era cacciabile.
Al sit-in hanno partecipato le associazioni promotrici: WWF, Altura, Animalisti Italiani, Appennino Ecosistema, CADAPA Sezione Abruzzo, CAI Abruzzo, Coordinamento Associazioni Volontari Abruzzesi Animali e Ambiente – L’Aquila, Dalla Parte dell’Orso, ENPA, GADIT Guardie Ambientali d’Italia –Teramo, Guardie Ambientali Italicum Roseto degli Abruzzi, Guide del Borsacchio, Italia Nostra Abruzzo, LAV, Lega Italiana dei Diritti dell’Animale sezione di Teramo, Lipu Abruzzo, Lndc Animal Protection, OIPA, Pro Natura L’Aquila, Rifiuti Zero Abruzzo, Salviamo l’Orso, Tutela Animali Invisibili, alcune cooperative che operano nel settore delle aree protette e del turismo esperienziale (Cogecstre, FederPate-Abruzzo Attrattivo) e i partiti politici Movimento 5 stelle, Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Rinascimento Vittorio Sgarbi, Partito animalista europeo, Partito animalista D.A.I.N.O.
La manifestazione, pacifica ma piena di energia, ha mandato un chiaro segnale alla giunta regionale che non può restare sorda a un appello così corale e trasversale.
Gli avvocati delle associazioni sono a lavoro per preparare il ricorso al TAR, ma l’augurio è quello che si torni indietro, si ascoltino le richieste dei cittadini e si trovino soluzioni alternative e davvero risolutive per le problematiche relative ai danni all’agricoltura e al rischio di incidenti stradali.