Aldo Antonelli: " Trump perde e diventa Presidente"

Michael Moore scrive testualmente: «Hillary ha vinto il voto popolare, ricordatelo a chiunque incontrate. La maggioranza dei votanti l’ha preferita a Trump. Punto e basta. E’ un dato di fatto. L’unico motivo per cui lui è stato eletto presidente è una folle e arcana idea datata diciottesimo secolo e chiamata Collegio elettorale. Finché non la cambiamo, continueremo ad avere presidenti che non abbiamo eletto e che non vogliamo».

Rimango spiazzato, non capisco ed allora cerco su Internet come funziona il sistema “americano” dell’elezione del Presidente…

Mi informo e vengo a scoprire che è possibile conquistare la Casa Bianca anche senza aver raggiunto la maggioranza del voto popolare!
Teoricamente, un candidato può essere eletto con il 21,91% del voto popolare.

Praticamente è già avvenuto con George W. Bush e si è ripetuto adesso con Trump.

Nel 2000 il repubblicano George W. Bush conquistò la presidenza senza aver vinto il voto popolare: il democratico Al Gore aveva ottenuto 550mila voti in più a livello nazionale. Ma Bush mise insieme un numero superiore di Grandi elettori, i quali sono liberi da qualsiasi mandato a possono votare anche candidati della lista opposta a quella nella quale sono stati votati….

Vi incollo un brevissimo articolo di Giuseppe Aragno apparso su Cambiailmondo di oggi, sabato 12 novembre 2016.

 

Trump vince, benché abbia perso: il Paese del «top 1%»

di Giuseppe Aragno (sito) 
«C’è un Paese ricco e potente, una federazione di Stati, che scrive le sue leggi per favorire i ricchi e consente a piccole élite che detengono un grande potere economico di condizionare i processi politici.

E’ un Paese in cui le università costano un occhio della testa e a scuola sui libri di testo è ammesso l’intervento degli Stati. E’ un Paese in cui la dottrina liberista conta più del Corano letto dai fondamentalisti e chi riconosce il diritto alla salute e il dovere della collettività di pagarne i costi è un autentico bestemmiatore. Un Paese in cui tutti sono sceriffi armati, boia e polizia ammazzano che è una bellezza, però, per antica tradizione, uccidono soprattutto i neri e va bene così.

Zio Tom vive nella sua eterna capanna e la questione razziale non si risolve mai. E’ un Paese in cui un cittadino su cento possiede ricchezze incalcolabili, milioni di sventurati muoiono di fame e disperazione, i disoccupati neri sono il doppio dei bianchi, e il reddito si divide a seconda del colore della pelle: 76% ai bianchi, 14 ai neri e 10 agli ispanici. . Per i nostri «grandi giornalisti», tutti più o meno cloni di Paolo Mieli, questo Paese è la più «grande democrazia» dell’Occidente e i pennivendoli ora studiano il caso Trump per capire se il palazzinaro-presidente fa sul serio o scherza; qualcuno aggiunge sottovoce che Clinton e Trump sono entrambi due pessimi soggetti, ma nessuno trova scandaloso che il presidente sia stato eletto contro il voto popolare. Eppure le cose stanno proprio così. Nella «grande democrazia», Trump vince, benché abbia perso».

Insomma ho capito un po’ di più questa strana, finta democrazia americana….

Aldo

 

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