S”arà pur vero che a tagli e depredazioni, come si dice, ci abbiamo fatto il callo, ma il limite è stato valicato da tempo e il taglio ulteriore di un milione e mezzo alla spesa sanitaria della nostra Asl della provincia dell’Aquila, consacrato in una delibera di giunta regionale, rischia di relegare definitivamente le zone interne a ghetto da internati senza la presenza dei servizi essenziali che lo stato dovrebbe garantire. – tuonano in una nota i consiglieri provinciali Mazzocchi e Alfonsi – Ci aspettavamo a dire il vero che l’uscita dal commissariamento della sanità avrebbe prodotto il consequenziale abbassamento della tassazione regionale ora ai massimi livelli italiani. Bolli auto, addizionale regionale, Irap, ticket….ecc. che tartassano gli abruzzesi e che continueranno a farlo perché la regione ha tutt’altro che i conti a posto. Rendiconti da approvare, addirittura da quello del 2013 con annessi riaccertamenti dei residui. Ma come ?! Comuni e province per questo sono sanzionati con lo scioglimento dei consigli e invece in regione non succede nulla ?!? Due facce della stessa Italia che fa gestire il potere a degli inconcludenti pericolosi che magari ci stanno nascondendo, finché possibile, il collasso finanziario della regione. È inspiegabile continuare a far finta di nulla di fronte ad un ente che versa in uno stato di dissesto di fatto, e che da un lato procede a nomine, e sperperi di ogni genere, e dall’altro sottrae ai territori, soprattutto le aree interne, i servizi che i cittadini si aspettano di diritto. Il tutto aggravato da scelte politiche che nel tempo hanno impoverito il nostro territorio, come l’esclusione dalle aree che possono beneficiare di aiuti di stato, i ritardi insopportabili dei bandi europei, la trascuratezza della ricerca, l’imbarazzante assenza di progettualità infrastrutturale, l’assenza di una degna programmazione. E no, – concludono Mazzocchi e Alfonsi – è indegno prevedere di tagliare le spese che servono alle popolazioni più disagiate, oltretutto in un clima di incertezza dei conti che spaventa non poco gli abruzzesi. Cos’altro ci dobbiamo aspettare ?