L’Abruzzo, in particolare l’entroterra, dalla marsica alle zone dei Parchi, Regionali e Nazionale, sono l’abitat naturale dei lupi che hanno sempre vissuto in queste terre.
Predatori si, ma che fanno parte della realtà del nostro territorio, presenze con le quali gli uomini hanno sempre convissuto. Il cosiddetto “Piano Lupo” voluto dal Ministero dell’Ambiente, che prevede la caccia a questi animali, in alcuni casi fermato fortunatamente dalle Regioni dopo che gruppi di ambientalisti e cittadini hanno avanzato le loro rimostranze.
Molta gente che abita nelle aree dove i possono trovare i lupi ne parlano non solo con affetto, ma quando compiono escursioni sperano sempre di incontrarne, per poi raccontare l’avvenuto avvistamento. Succede di continuo, nella marsica a Aielli, così come a Celano ma anche negli altri centri montani, non sono stati rari gli avvistamenti in alcuni casi documentati con video degni di un reportage di National Geographic, che appena postati in rete, o pubblicati come successo per la nostra testata giornalistica, hanno avuto un enorme successo e sono stati visualizzati da tantissime persone.
Ma allora perché il Ministero vuole abbatterli? Ricordiamo che i lupi non attaccano da tempo immemore l’uomo, anzi quando ne avvertono la presenza tentano in tutti i modi di allontanarsi. Chi invece è pericoloso è il cane randagio, che non solo quando in branco attacca gli esseri umani, ma è dannoso anche per il lupo stesso. Non sono rari i casi di accoppiamento un fatto grave proprio per la sopravvivenza di questa specie di animale che negli anni passati è stato oggetto di una campagna di sensibilizzazione per permettere il suo reinserimento nelle aree dove hanno vissuto per secoli.
In molti non capiscono perché debbano essere eliminati, ricordiamo che nella nostra Regione addirittura esiste un centro specializzato a Popoli per la sua salvaguardia, “ci auguriamo”, hanno spiegato molti cittadini dei centri montani abruzzesi, “che questo piano scellerato voluto dal Ministero dell’Ambiente venga ritirato e si pensi a salvaguardare la natura in maniera più seria rispettando flora e fauna autoctona”.