Crollano i ponti, ma in Italia è tutto normale

Scrivere di quanto è accaduto sull’A14 tra Loreto e Ancona è complesso perché è molto facile cadere in populismi da quattro soldi, ma mi sento di correre questo rischio perché mi sono stancato di vivere nel paese dell’approssimazione. Non so se sia un problema politico di chi non ha voglia di occuparsi in maniera idonea della cosa pubblica o se sia un problema culturale. Non so quindi se noi italiani siamo solo dei pazzi a voler correre questi rischi, o se siamo semplicemente così, approssimativi. Quel che è certo è che è arrivato il momento di voltare pagina. In Italia si muore per le cose ordinarie, si muore se piove troppo, si muore se nevica, si muore sul lavoro, si muore in treno perché si affida il traffico dei convogli a metodi obsoleti e si muore in auto perché ci crolla un ponte in testa. Sono tutte cose evitabili, ma perché più passa il tempo e più aumentano episodi assurdi ed evitabili in cui la gente muore per semplice incuria dell’uomo? Nel giro di pochi mesi sono morte tre persone per due crolli di ponti ed un terzo ponte è crollato in Sicilia. Ma dov’è la sicurezza? In Italia manca la cultura della prevenzione e della sicurezza e nel frattempo la politica se ne frega. Per fare un esempio banale a L’Aquila ci saranno le elezioni comunali a giugno, si parla di nomi e ancora non ci sono candidati ufficiali, ma soprattutto non si parla di programmi. Il capoluogo abruzzese è una città molto problematica che avrebbe bisogno di una visione ad ampio spettro e invece si pensa ai nomi. Ok possiamo dire cose banali come “Pensano solo alla poltrona” o che “è tutto un magna magna” d’accordo, ma davvero mi chiedo: quando la politica interverrà affinché un lavoro di ristrutturazione come quello di quel cavalcavia abbia un rischio per l’uomo prossimo allo zero? La prevenzione e la sicurezza dovrebbero essere al centro delle agende politiche nazionali ed invece ci tocca vedere immagini assurde con macchine schiacciate da travi di cemento e non un colpevole con delle responsabilità a cui rendere conto. Questa è l’Italia. O ci rassegniamo o ci facciamo tutti un esame di coscienza e cominciamo a vivere, a lavorare e a pretendere la sicurezza per noi e per i nostri figli. A noi la scelta.

Vincenzo Chiarizia

 

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