Celano… siamo quelli del 1223?

*di Giancarlo Sociali

 

Chi siamo, da dove veniamo? Un atroce pensiero mi assale. Guardo da anni relazioni, scritti di storici antichi e moderni. Trovo dei passaggi inediti. Vado a Malta e cerco li le mie radici ma le ricerche mi rimbalzano qui, dove vivo.

Arrivo ad una conclusione drastica, drammatica, sembra che non abbia radici solide qui a Celano il popolo Celanese. Come se i nostri conterranei del 1223 non fossero mai tornati in patria.

Se è vero che il popolo diventa tale dal territorio che occupa, come a dire che l’ambiente plasma l’uomo, è anche vero che l’uomo contribuisce notevolmente alla modifica del territorio. Si può tranquillamente dire quindi, che un popolo anche se non ha dei natali antichissimi, possa rispecchiare a pieno quello che era stato centinaia di anni prima chi abitava quel territorio. Quindi anche se i Celanesi non fossero mai tornati in patria, noi siamo sempre quelli che per 974 anni occupiamo quei luoghi, e sempre quelli che hanno contribuito alla conferma che il Popolo Marso è stato un popolo fiero ed indomito.

Nonostante già mi sentissi parzialmente appagato, arriva una svolta.

Confrontando scritti dell’epoca da Riccardo di San Germano (ma non solo la prima (Chronica prior) dove i più hanno attinto, ma alla vera e propria opera di storiografia (Chronica Maiora), e cioè da dove fa  iniziare le vicende 1189, morte del re Guglielmo II di Sicilia, quasi legittimando l’eredità al trono di Federico II, che ne era il cugino e protraendole fino alla sua morte), ed altri che hannno scritto del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dei Castelli del Meridione, del Contado del Molise, dei Conti dei Marsi e del Meridione d’Italia  etc. etc. vedo una luce.

Ecco, siamo quello che più possa rappresentare il popolo Marso. L’Unione di tutti i popoli del bacino lacustre (che furono chiamati ad occupare ricostruire e popolare la mancanza dei cittadini esuli a Malta), ed una moltitudine di Celanesi fuggiti insieme al Conte Tommaso nello Stato Pontificio rientrata quasi subito dall’esilio, a ripopolare la terra natia.

nel 1227 nessun Celanese potè rientrare in patria da Malta ed in Sicilia non c’erano, perchè era stato solo un campo provvisorio per poterli poi stipare sulla nave che li trasportò a Malta.

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Quindi, Riccardo di San Germano parla dei Celanesi d’esilio in Sicilia e non da Malta. Ma nella Sicilia per i celanesi ci fu solo l’approdo per andare a Malta come confermerà nella Chronica Majora.

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Qui la conferma che i Celanesi andarono tutti a Malta per supplire alla scarsa popolazione di fede cristiana, in quanto la maggioranza come si vedrà poi da un rendiconto di Gilberto Abate del 1241, la maggioranza delle famiglie erano di fede musulmana. (Il documento è a Marsiglia, Archivi départementales des Bouches du Rhône, B 175, f. 14 verso – 15 recto ( 78.). E ‘stato pubblicato da E. Winkelmann nel 1880, [1] e successivamente ripubblicato, senza commenti, la prima volta da A. Mifsud [2] e di nuovo, con una serie di omissioni e di traduzione di tanto in tanto di insoddisfacente inglese, di C. Dessoulavy.)

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Per quanti non ne fossero convinti, chiaramente una contea ed un paese da riedificare, non poteva essere gestito senza abitanti, e quindi furono lì portati altri abitatori dai luoghi vicini per riedificarlo al colle san Flaviano e rispettando il patto dell’Imperatore si chiamò sino alla sua morte dello stesso, Cesarea, per essere stati  “rei” verso “cesare”….

 

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Per altri scettici compreso me stesso, Celano fù ripopolato da altre genti, chiaro è  che Tommaso era in esilio e Celano era tornata ad essere abitata e i Celanesi erano a Malta… Quindi ???

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Altra attestazione che in Sicilia ci passarono solo per andare a Malta.

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Riccardo di San Germano, nel 1223 e nell’anno seguente di sicuro non fu presso l’imperatore e’ verosimile piuttosto che non si sia mosso da s. germano, o per lo meno dal suo ufficio, in quanto non essendo molto lontano, gli consentiva di tornarvi spesso. Infatti quando egli scrive nella sua cronaca: a v stante die mense decembris „, 1223, un certo Urbano giudice e notar Giovanni di Teano portarono in S. Germano l’ordine dell’imperatore di raccogliere trecento onze nelle terre del monastero, per sopperire alle spese di guerra contro i ribelli saraceni di Sicilia, si ha l’impressione quasi dell’immediatezza della nota cronistica del fatto, e forse anche la nota seguente relativa alla raccolta dei superstiti della distrutta Celano, mandati nel maggio ’24 in Sicilia dall’ordine dell’imperatore, egli la scrisse nel 1225 un tempo lontano dall’avvenimento. Infatti la prova della non presenza di Riccardo si ha dal fatto che solo nella seconda cronaca pare seppe che i celanesi erano stati dalla Sicilia trasferiti a Malta.

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Una provvisoria conclusione ce la dà la lettera di Marino Baccone del 1252 diretta a Papa Innocenzo IV dove chiede di intervenire presso il padrone di Malta per le sofferenze sofferte dai Celanesi, in quanto anche suo padre Andrea Baccone mori in quelle carceri dopo anni di sofferenze perchè fedele a Santa Romana Chiesa.

Quindi significa che nel 1252, ossia quasi trent’anni dopo l’esilio, una moltitudine di Celanesi si trovava ancora a Malta.

Lo so, è drammatico, spero abbia delle smentite documentate. Una cosa è certa Celanesi erano coloro che ricostruirono Celano dopo il 1223 insieme ad altri Marsicani, e Celanesi erano quelli rimasti a Malta. Ora sta a noi mettere un altro tassello alla “Nostra” storia e portare a termine altre ricerche, ma non di scopo “commerciale” dando una ipotetica quanto inaccettabile comunanza con Zejtun che assolutamente nessun atto ufficiale e nè ufficioso possano confortarla.

A mio parere l’unico luogo possibile è il villaggio ormai distrutto di Hal Millieri e la sua  Cappella dell’Annunciazione che di seguito potete ammirarne le foto…

Giancarlo Sociali

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