Avezzano. Di Pangrazio: legge sbagliata, poiché coalizza i perdenti contro il sindaco uscente, ma va applicata in toto.

 

Volontà popolare e legge elettorale “non applicata” dalla Commissione nella proclamazione dei consiglieri comunali di Avezzano, depositato il ricorso al Tar del candidato a sindaco Giovanni Di Pangrazio e degli “eletti” ingiustamente esclusi dal Consiglio Comunale. Il ricorso, che segue un’istanza di annullamento in sede di autotutela dell’atto di proclamazione degli eletti, rimasta inevasa, ha un preciso obiettivo:  il rispetto della volontà degli avezzanesi nelle elezioni dell’11 e 25 giugno. Il ricorso, elaborato da giuristi di fama nazionale, si basa su 4 presupposti: 1. violazione e falsa applicazione dell’art. 73, comma 10 – che disciplina le elezioni e  palese erroneità dei presupposti; 2. Eccesso di Potere; 3. Errata Istruttoria; 4. Violazione delle Istruzioni per le operazioni dell’Ufficio Centrale.

” La composizione del consiglio è palesemente illegittima.  Gli avezzanesi nelle elezioni dell’11 e 25 giugno hanno eletto un sindaco ed un consiglio comunale e bisogna rispettare la loro volontà, il loro voto. Noi riconosciamo  la legittima elezioni del sindaco ma, alla luce dei voti da noi raccolti al primo turno, non possiamo riconoscere valida l’attribuzione dei seggi”.

Le liste della coalizione Di Pangrazio, nel primo turno, come si evince dai verbali della Commissione, hanno raccolto 12.633 voti a fronte di un numero complessivo di votanti pari a 25.038, quindi oltre la soglia fatidica del 50% pari a 12.520 voti. “La matematica non è un opinione. Anche Ministero degli Interni, non un’entità qualsiasi, ha assegnato alla nostra coalizione il 50,3% dei consensi”.

E allora, si chiedono e chiedono al Tar i ricorrenti, “perché la Commissione elettorale Centrale, nel verbale dedicato alle operazioni di ballottaggio  ha affermato, erroneamente, che nessun gruppo di liste aveva superato al primo turno il 50% dei voti validi? Contraddicendo non solo la legge ma la Commissione stessa che a pag. 26 dello stesso verbale ha giustamente assegnato 13 seggi alle liste di Di Pangrazio, 9 a quelle di De Angelis, ed 1 seggio, rispettivamente, a Eligi e Casciere.

“La Commissione ha ingiustamente assegnato alle liste collegate al sindaco risultato vincente al ballottaggio, il premio di maggioranza, cioè 15 seggi, contro i sette seggi assegnati alle liste collegate alla nostra coalizione che hanno invece palesemente ed indubbiamente ottenuto la maggioranza assoluta dei voti validi al primo turno”.

“Perché la Commissione Elettorale di Avezzano non si  è comportata come quella di Maddaloni e di Lecce, Comuni dove il voto ha avuto gli stessi risultati di Avezzano,  ma dove, a differenza della nostra città, la Commissione ha applicato la legge molto chiara a riguardo decretando la cosiddetta “Anatra zoppa”. La stessa legge, la stessa costituzione”, chiedono Di Pangrazio e i candidati eletti dal popolo ed esclusi dalla commissione, “possono essere applicate in maniera diametralmente opposta a distanza di qualche centinaia di km di distanza?”.

Ma al di là delle considerazioni giuridiche che lasciamo al Tar e se necessario al Consiglio di Stato, sotto l’aspetto politico si può giustificare che una coalizione che raccoglie oltre il 50% dei voti abbia solo 7 seggi? Ciò azzera il concetto di rappresentatività, con l’assegnazione di più del doppio dei seggi alla coalizione perdente. Non si tratta di fare polemiche, ma di non far prendere in giro Avezzano ed i suoi elettori: la percezione che accompagna in questi giorni migliaia di avezzanesi è proprio quella di essere stati presi in giro e che il loro voto sia stato ignorato, delegittimato. Di fatto la composizione di questo consiglio cancella e mortifica il voto espresso dai cittadini al primo turno, lo ribalta ignobilmente.

Al TAR, il compito di ridare, al più presto, il “giusto valore” alla volontà popolare.

 

Coalizione Giovanni Di Pangrazio

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